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Citroën 2CV Soleil: a volte ritornano

11 maggio 2015

Pensata più di 30 anni fa è stata realizzata oggi dalla Citroën Italia, l’artista francese Serge Gevin e l’Atélier 2CV di Milano.

Citroën 2CV Soleil: a volte ritornano
NON C’È DUE SENZA TRE - Era l’inizio degli anni 80 quando nella mente di Serge Gevin (artista francese, consulente storico della Citroën per brochure pubblicitarie e stand espositivi ma, soprattutto, ideatore di due fortunatissime serie speciali della Citroën 2CV, la Spot, bianca e arancione, del 1976, e la Charleston del 1980) sbocciò l’idea di una nuova “fuoriserie” della vetturetta francese. Ispirata, questa volta, ai colori e alle luci della piccola isola nell’Atlantico, a 30 km dalla costa, che Gevin aveva da tempo eletto a suo buen retiro: avrebbe dovuto essere una 2CV bianca e gialla, con un sapore di marinaresco e di estivo, e si sarebbe dovuta chiamare, molto appropriatamente, Soleil. Un’auto, insomma, ispirata a quella joie de vivre, la gioia di vivere, che già aveva dato lo spunto per uno dei primi slogan pubblicitari per la Citroën 2CV, nel 1948.
 
È GIALLA? PECCATO - Quell’auto, in realtà, non sarebbe mai nata. Almeno, non ancora: come lo stesso Gevin racconta oggi, infatti, al direttore generale della Citroën dell’epoca il giallo… non piaceva. Opinione diversa, invece, quella che ha spinto i vertici della Citroën Italia a dare alla luce, oggi, quella piacevolissima 2CV: naturalmente in esemplare unico, invece che in serie limitata, ma pur sempre un’operazione importante per completare il mosaico della storia del modello con un tassello tanto importante quanto insospettato.
 
 
SCUSATE IL RITARDO… - Già: ma come procedere nella pratica? Nessun problema per il reperimento della “ricetta” estetica, da applicare peraltro a una meccanica del tutto di serie: Serge Gevin non attendeva altro che fornire a chi di dovere le istruzioni per la realizzazione della vettura. “La scocca bianca, i parafanghi gialli, così come il cofano posteriore e la capote. I paraurti devono essere bianchi, come le ogive dei fari, e bianchi anche i cerchi delle ruote. Sul bagagliaio  il disegno di un salvagente e, sulle portiere, un cappello da lupo di mare e una pipa. Interni rivestiti in stoffa di cotone blu, da abbigliamento marittimo, con impunture gialle”. Per tradurre in pratica il tutto, la filiale italiana della casa francese ha così fornito una Citroën 2CV Club del 1982 (la stessa “base” da cui la Soleil avrebbe dovuto nascere), fortemente bisognosa di un buon restauro, a uno specialista al di sopra di ogni sospetto: Guido Wilhelm, titolare dell’Atélier 2CV di Greggio, alle porte di Milano, un’autorità a livello globale nel restauro di questo modello e dei suoi derivati, quali la Dyane e la Mehari. 
 
LE STESSE TECNOLOGIE - Wilhelm non si è fatto ripetere due volte la proposta e, rimboccatosi le maniche, in soli due mesi (contro gli otto che, in media, un lavoro di questa portata comporterebbe), ha “sfornato” la vettura che vedete in queste foto. Ricostruendola con le stesse tecnologie e gli stessi materiali che la casa avrebbe impiegato all’epoca: dalla saldatura a punti dei lamierati della scocca alla verniciatura della carrozzeria con smalti “a lucido diretto”, da tempo non più in uso nella grande industria. Che dire? Ne valeva davvero la pena: la Citroën 2CV Soleil si presenta oggi esattamente come se fosse uscita dalle linee di montaggio della Citroën più di 30 anni fa. Resta il rammarico di non poterla annoverare tra le serie speciali della piccola francese andate regolarmente in produzione: come le “sorelle” sarebbe stata un successone, c’è da scommetterci.
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Ritratto di IloveDR
11 maggio 2015 - 19:29
3
i restauri delle auto anni '70 - '80, e se si riesce a conservare la targa originale ancora meglio. Quelle "strane" targhe con la sigla della provincia in colore arancione o le "quadrotte" precedenti al 1976. La 2CV è sempre un piacere guardarla, ma non guidarla.
Ritratto di Mattia Bertero
11 maggio 2015 - 20:34
3
E' incredibile come quattro lamiere in croce riesca ad emozionarmi di più delle auto d'adesso. La 2Cv è semplicemente un mito, questa poi è ancora più bellissima di quelle "solite".
Ritratto di luigi sanna
11 maggio 2015 - 21:02
5
Macchina imbarazzante, non vi auguro un viaggio a bordo di questa "scatola".... Mooooolto emozionante, da pelle d'oca. Che resti dov'è, non ne sento la mancanza.... Ah, dimenticavo... Se fate incidente, è meglio fare testamento, difficilmente se ne esce vivi...
Ritratto di Fr4ncesco
11 maggio 2015 - 21:19
2
Indubbiamente un' auto affascinante, ma com'era scomoda! L'aveva la mia maestra e ogni tanto capitava che ci accompagnasse da qualche parte e ogni volta scendevo con i dolori alla schiena. La cambiò poi con una più moderna Uno. Però resta comunque un mito al pari di 500, Mini e Maggiolone.
Ritratto di Moreno1999
11 maggio 2015 - 22:17
4
Uno da me a scuola ha una 2CV gialla e lo vedi a 40 km/h ondeggiare come una barca a vela durante il mare mosso. Però indubbiamente come auto ha il suo fascino, a me sta simpatica molto più di quelle ciofeche di adesso come la Cactus
Ritratto di Fr4ncesco
11 maggio 2015 - 23:25
2
Le auto di quella generazione lì (e anche di qualcuna dopo in America) avevano questa caratteristica, era meglio non soffrire di mal di mare. Comunque la Cactus non mi dispiace molto, mi fa piacere che la Citroen faccia ancora auto strane con soluzioni fuori dalla norma.
Ritratto di onlyroma
13 maggio 2015 - 09:42
Intesa perché ignori la storia di un mito. Sicuramente sei giovane e non hai mai avuto auto di quell'epoca. Quella originale è stata la mia prima auto a 18 anni. Ti posso dire che era incredibile x gli standard dell'epoca. tenuta di strada ottima,si piega,ma non scivola via e soprattutto è impossibile cappottare. Lo sapevi? Il cambio che usciva dal cruscotto era un orologio,i freni (la mia a 4 tamburi) non erano il massimo,ma x quelle velocità facevano il loro dovere. Un MITO
Ritratto di luigi sanna
13 maggio 2015 - 14:48
5
Per me è l'anello mancante, tra la macchina dei Flintstones, e un auto "vera"..... Ogni auto ha una sua storia, ciò non toglie che resta un'auto imbarazzante.... Per me!
Ritratto di stefbule
12 maggio 2015 - 01:06
12
Tenuta di strada eccezionale, consumi irrisori e tanto divertimento senza la capote in estate. Bei tempi andati...(la carrozzeria era quel che era, ma qualcosa bisogna mettere in conto, su una macchina spartana come questa)
Ritratto di ClaudioBi
12 maggio 2015 - 11:11
Se Citroen riuscisse a ripetere con la 2cv l'operazione riuscita di Fiat con la 500, non potrei non sceglierla come prossima auto. L'importante è che rimanga fedele alla linea, attualizzandola quel tanto o poco che non arrivi a stravolgerla, come è riuscita a fare, appunto, Fiat con la 500.
Ritratto di DAVIDE53
12 maggio 2015 - 16:17
Devo ammettere che se mettessero di nuovo in commercio questa vettura adeguata alle nuove normative euro 5 euro 6 , ma sempre di cilindrata non superiore a 1000, e con un prezzo giusto intorno ai 5000- 6000 euro, io sarei gia' un cliente sicuro. Naturalmente un colore unico: bianca .
Ritratto di mike53
1 giugno 2015 - 18:08
....a chi lo dici! Ho avuto la fortuna di avere 2 Dyane e una 2cv Charleston: oltre ad essere simpatiche ed originali, erano anche divertenti da guidare! Comodità eccelsa, consumi ridicoli, bollo e assicurazione....anche! Ragazzi, certe cose non si possono spiegare, sono emozioni e ricordi che non hanno prezzo! Chiaramente solo i "ragazzi" come il sottoscritto possono capire cosa intendo!
Ritratto di jodel_ricola_rulez
12 maggio 2015 - 16:36
Ma quelli del gruppo peugeot-citroen non erano gli anti-retrò per eccellenza? quelli che perculavano lo stile retrò della mini e della 500..? quelli che.. si erano (con la solita spocchia franco-svizzera) autodefiniti come i "fustigatori" del revival in quanto "volgaire" (tranne poi costruire quello sgorbio della nuova DS..) e poco chic.. RIDICOLI (FOREVER).
Ritratto di mike53
3 giugno 2015 - 08:43
.....a "completamento" del mio commento precedente, vorrei evidenziare il fatto che nel lontano 1979, dopo soli 6 anni di vita della mia Dyane 6, avevo percorso la bellezza di 235.000 km. senza problemi particolari, puntine a parte. E per un 600 di cilindrata raffreddato ad aria penso non sia niente male.......