DEFINITIVAMENTE UNA MARCA - Il salone di Shanghai ha raccolto in un padiglione un po’ tutti i marchi di prestigio. Tra di loro spicca anche quello DS, che la Citroën ha separato dalla propria gamma, proseguendo nel processo di trasformazione del nome DS in un vero e proprio marchio. Al centro dello spazio espositivo c’è un profilo inedito. È di una concept car, si chiama DS Wild Rubis e vuole prefigurare un nuovo modello.
AMMICCAMENTI - Intanto il nome, bello e significativo. Wild Rubis; wild è inglese e sta per selvaggio, rubis è francese ed è un modo per indicare il colore di certi vini rossi. Non per altro la Citroën ha svelato la concept car DS Wild Rubis in una grande e importante tenuta vitivinicola di Francia. Solo che il modello prefigurato dalla DS Wild Rubis a quanto pare le strade di Francia non le vedrà mai.
MADE IN CHINA - Con il suo carico rutilante di cromature e motivi stilistici ad effetto, la DS Wild Rubis è destinata al mercato cinese e a quanto se ne sa verrà prodotta soltanto in Cina, nello stabilimento di Shenzhen, non lontano da Hong Kong, nell’ambito di una joint venture con la cinese Changan, quarto gruppo automobilistico cinese.
OBIETTIVO PRESTIGIO - L’inizio delle vendite dovrebbe avvenire alla fine del 2014, appunto solo sul mercato cinese. Se successivamente ci potrà essere spazio anche nella gamma europea della Citroën DS, è cosa tutta da valutare. La spiegazione della cosa è abbastanza semplice: con l’automobilista cinese per la DS è possibile pensare di giocarsela alla pari con le altre marche di prestigio (perché è questo che la Citroën DS vuole essere) mentre in Europa lo spazio bisogna conquistarlo schiodando dai loro territori i tre concorrenti d’oltre Reno. Comunque, non si sa mai.
PASSO SMISURATO - Per rimanere alle cose certe, la DS Wild Rubis è lunga 470 cm, larga 195 e alta 159. Impressionante la misura del passo: 290 cm, cioè 8,5 centimetri in più di quello della C5 e 7,5 in più della monovolume C8, ciò grazie ai progressi compiuti nella tecnica di progettazione delle piattaforme. Ne deriva una spaziosità eccezionale per i posti posteriori, sottolineata dalle porte dietro ben più larghe di quelle davanti.
MOLTO “MOSSA” - A dispetto del fatto che la prima cosa a colpire è l’assenza del marchio simbolo della Citroën - il celeberrimo “Double Chevron” - la Wild Rubis contiene numerosi spunti stilistici interessanti. Un po’ tutta la carrozzeria è “mossa” da motivi vari che conferiscono dinamismo all’immagine della vettura. Il profilo superiore è rimarcato da una abbondante cornice cromata che si allarga ancora di più nella sua radice posteriore, che delinea la vetratura del portellone.
PER CHI AMA LE CROMATURE - Poco più in basso della linea di cintura praticamente tutta la fiancata è percorsa da una sorta di incisione che va a riprendere l’angolo più arretrato dei gruppi ottici. A proposito di questi ultimi, dominano le luci a led, sia in quelli anteriori che nei posteriori, con una evidente ricerca stilistica che gioca a intrecciare i profili luminosi con quelli degli elementi cromati, presenti un po’ ovunque e di dimensioni particolarmente abbondanti per il profilo della mascherina anteriore. Completano il colpo d’occhio i cerchi di disegno originale, con gomme 255/40 R21.
IBRIDA CON 295 CV - Per muovere la DS Wild Rubis gli ingegneri della Citroën hanno scelto una soluzione in sintonia con i tempi: un sistema ibrido costituito da un 4 cilindri 1.6 THP (Turbo High Pressure) a benzina, da 225 CV che agisce sulle ruote anteriori, abbinato a un’unità elettrica da 70 CV che trasmette la coppia alle ruote posteriori. Il motore elettrico è alimentato da batterie agli ioni di litio ricaricabili anche tramite una presa di corrente domestica. Con la sola trazione elettrica la DS Wild Rubis ha un’autonomia di 50 chilometri. Secondo le vigenti norme di omologazione per le vetture ibride, la DS Wild Rubis è accreditata di emissioni medie di 43 g/km di CO2. Al dunque della commercializzazione non stupirà se la DS Wild Rubis sarà proposta anche con motori termici convenzionali.