STILE "MINIMALISTA" - Usa parole roboanti, il marketing Citroën, parlando di questo prototipo pensato e progettato insieme a un marchio come Lacoste. Joie de vivre, è infatti la parola d’ordine da dispensare ai media e al mercato. Forse per dimenticare i tempi difficili che tutti stanno vivendo, case automobilistiche in testa. Con questa concept si vuole anche dimostrare come la bellezza e l’originalità non debbano per forza essere associate a costi elevati. Anche in presenza di uno stile complessivo “minimalista”, sia per il design esterno sia per l’abitacolo.
ALL'ARIA APERTA - A questo proposito i passeggeri vivono in una decisa atmosfera “open air”, con due soglie di accesso anteriori che rimpiazzano le porte tradizionali. Si tratta, secondo la intenzioni dei francesi, di un’auto per il tempo libero, sviluppata seguendo appunto il concetto minimalistico ed essenziale che da sempre caratterizza le celebri polo del Coccodrillo. La Citroën Lacoste solo come prototipo per stupire? Pare di no, visto che non dovrebbe restare un esercizio stilistico del Double Chevron, perché una versione di serie della vettura sembra sia prevista per il 2012
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RITORNO AL PASSATO - Volendo, possiamo anche considerarla la Mehari del terzo millennio. Parliamo ovviamente della mitica “spiaggina”, che va a ruba nel settore delle auto d’epoca. Anche se qualcuno la sfoggia nelle isole alla moda. La Citroën Lacoste concept, dicevamo, è sprovvista di portiere ed ha il parabrezza ribaltabile. Il volante è a due razze, mentre il rollbar, a forma di T, ha un duplice ruolo in fatto di sicurezza, perché incorpora gli airbag per la testa. Con un parabrezza molto avanzato e quasi verticale, che permette di applicare, quando necessario, una copertura sospesa e trasparente ai due lati, in tonalità gialla.
NON MANCA DI ORIGINALITÀ - Molto interessante la plancia: un unica barra strumenti, con grandi indicazioni a led e un volante a calice, con satelliti laterali, con lo scopo, forse, di suscitare vecchie emozioni ai “citroenisti” più attempati, ancora legati a certe originali soluzione delle DS dei mitici anni cinquanta e sessanta. I sedili sono configurati come due “panche” (come nelle vetture dell’inizio del ventesimo secolo), i quattro poggiatesta sono “sospesi”, gli chevron e i dettagli in color giallo fluorescente, con diversi grafismi. Decisamente originali anche le grandi ruote “a scacchiera” o le luci anteriori e posteriori, sempre a led, disposte in tre file orizzontali. Per la cronaca, non è la prima volta che la Lacoste “firma” un'auto francese, visto che lo fece già negli ottanta su base Peugeot 205.