GRANDE VALORE - Con il debutto alla Borsa di New York la Ferrari (foto sopra) ha messo in evidenza il suo grande valore. Le prime due giornate di quotazione fissano a oltre 10 miliardi di euro la capitalizzazione borsistica della società. E anche se è probabile che sulla quotazione di oltre 56 dollari per azione pesi il fatto che di titoli in circolazione ce ne sono solo il 10% scarso, è sicuro che un grosso valore lo ha tutto il pacchetto azionario, che al momento è ancora nelle mani della FCA ma che entro poche settimane (con l’anno nuovo) verrà ceduto agli azionisti della FCA.
ALLEANZA AGNELLI-FERRARI - Con il meccanismo previsto per la cessione delle azioni del Cavallino agli azionisti FCA la famiglia Agnelli - tramite la finanziaria Exor - si ritroverà ad avere il 23% del capitale Ferrari. Un altro 10% delle azioni sono detenute da Piero Ferrari, figlio del fondatore della casa Enzo, mentre le altre (eccetto il 10% andato sul mercato) saranno divise tra gli altri azionisti del gruppo FCA. Le diverse quote azionarie potrebbero far pensare che per gli Agnelli non ci sia in futuro la possibilità di controllare la Ferrari, ma una clausola dello statuto della società consente la cosa e per di più con la stretta alleanza con Piero Ferrari, la Exor è sicura di evitare “scalate” ostili.
PREMIO FEDELTÀ - Il meccanismo è abbastanza semplice. La Exor e Piero Ferrari hanno firmato un accordo mirante a garantirsi reciprocamente la difesa dei rispettivi interessi nella Ferrari. In questo modo si è costituito un blocco in grado di assicurare appunto contro ipotetiche volontà di “scalata”. Ciò perché lo statuto societario previsto nella Ipo con cui è stato venduto il 10% delle azioni Ferrari, si prevede che gli azionisti che detengono le azioni per più di tre anni dispongano di diritti di voto maggiori della semplice loro quota azionaria.
COME PER IL GRUPPO FIAT-CHRYSLER - Dal momento che sia la Exor (cioè gli Agnelli) e Piero Ferrari hanno dichiarato che non intendono cedere nessuna azione Ferrari, il meccanismo dà alla finanziaria Exor e a Piero Ferrari diritti di voto per circa il 50% del totale. Qualcuno ha scritto più precisamente il 48,7%. Una percentuale che rappresenta uno “scudo” importante contro eventuali ambizioni di scalata. Va infine ricordato che il meccanismo dei diritti di voto legati alla “fedeltà” al titolo è stato anche adottato l’anno scorso per la FCA.