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Come la famiglia Agnelli controllerà la Ferrari

23 ottobre 2015

Con il passaggio delle azioni Ferrari dalla FCA ai suoi azionisti, la famiglia Agnelli ha messo a punto un sistema che le garantisca il controllo della società.

Come la famiglia Agnelli controllerà la Ferrari
GRANDE VALORE - Con il debutto alla Borsa di New York la Ferrari (foto sopra) ha messo in evidenza il suo grande valore. Le prime due giornate di quotazione fissano a oltre 10 miliardi di euro la capitalizzazione borsistica della società. E anche se è probabile che sulla quotazione di oltre 56 dollari per azione pesi il fatto che di titoli in circolazione ce ne sono solo il 10% scarso, è sicuro che un grosso valore lo ha tutto il pacchetto azionario, che al momento è ancora nelle mani della FCA ma che entro poche settimane (con l’anno nuovo) verrà ceduto agli azionisti della FCA.
 
ALLEANZA AGNELLI-FERRARI - Con il meccanismo previsto per la cessione delle azioni del Cavallino agli azionisti FCA la famiglia Agnelli - tramite la finanziaria Exor - si ritroverà ad avere il 23% del capitale Ferrari. Un altro 10% delle azioni sono detenute da Piero Ferrari, figlio del fondatore della casa Enzo, mentre le altre (eccetto il 10% andato sul mercato) saranno divise tra gli altri azionisti del gruppo FCA. Le diverse quote azionarie potrebbero far pensare che per gli Agnelli non ci sia in futuro la possibilità di controllare la Ferrari, ma una clausola dello statuto della società consente la cosa e per di più con la stretta alleanza con Piero Ferrari, la Exor è sicura di evitare “scalate” ostili.
 
PREMIO FEDELTÀ - Il meccanismo è abbastanza semplice. La Exor e Piero Ferrari hanno firmato un accordo mirante a garantirsi reciprocamente la difesa dei rispettivi interessi nella Ferrari. In questo modo si è costituito un blocco in grado di assicurare appunto contro ipotetiche volontà di “scalata”. Ciò perché lo statuto societario previsto nella Ipo con cui è stato venduto il 10% delle azioni Ferrari, si prevede che gli azionisti che detengono le azioni per più di tre anni dispongano di diritti di voto maggiori della semplice loro quota azionaria. 
 
COME PER IL GRUPPO FIAT-CHRYSLER - Dal momento che sia la Exor (cioè gli Agnelli) e Piero Ferrari hanno dichiarato che non intendono cedere nessuna azione Ferrari, il meccanismo dà alla finanziaria Exor e a Piero Ferrari diritti di voto per circa il 50% del totale. Qualcuno ha scritto più precisamente il 48,7%. Una percentuale che rappresenta uno “scudo” importante contro eventuali ambizioni di scalata. Va infine ricordato che il meccanismo dei diritti di voto legati alla “fedeltà” al titolo è stato anche adottato l’anno scorso per la FCA.


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Ritratto di SINISTRO
23 ottobre 2015 - 16:07
3
Tipo S.A.P.A., simil Ifil....
Ritratto di FR1504
23 ottobre 2015 - 19:12
Ancora non ho capito perchè l'80% della Ferrari che adesso detiene FCAsarà ceduto ai suoi azionisti, a me sembra che non ci guadagni niente facendo cosi, non può più controllarla e incassare i profitti dei prossimi anni.
Ritratto di VEIIDS
23 ottobre 2015 - 20:45
FCA può scaricare dai 2 ai 3 miliardi di € di debiti su Ferrari e ottenere tramite la cessione del 10% circa 1 miliardo che andrebbe anche lui destinato alla riduzione del debito. Ferrari passerà in mano a Exor (la finanziaria della Fiat) che continuerà a controllarla insieme a Piero Ferrari. In compenso chi vorrà comprare il titolo Ferrari dovrà per forza comprare il titolo FCA visto che il flottante è limitato (il 10% appunto) e sia il titolo FCA che quello Ferrari arriveranno al giorno dello scorporo a quotazioni massime. Il tutto per poter scambiare azioni FCA con le azioni del gruppo con cui vorranno fondersi a condizioni molto più vantaggiose per FCA (e Exor...).
Ritratto di Marsalach
23 ottobre 2015 - 19:39
1
Sono sempre dei imprenditori. Ma se uno pensa alla quota irrisoria del clan tramite EXOR si può arrivare a pensare, che con il lavoro nessuno diventi ricco come lo stanno diventando alle spalle di tutti gli altri azionisti, che detenevano il 70% del capitale della ormai sparita Fiat. Ed oggi si ritrovano con ancor meno da dire e con il bocconcino più succoso perso tra brindisi, cambiamenti e crisi senza fine. Maglione e Ciuffo sono davvero bravi. El meno gli altri sono pazienti e si accontentano del movimento in borsa ... Per questo conviene essere avvocato e non sporcarsi le mani con olio e polvere di strada. Altro che Finmeccanico il buon maglione.
Ritratto di remo la barca
24 ottobre 2015 - 12:31
Innovare nel segno della tradizione. Una volta, quando Fiat vendeva Agnelli guadagnava, quando non vendeva gli stipendi li pagava Pantalone. Adesso che Pantalone non ne ha più, si tosano gli azionisti. (certo che degli agnelli che tosano non è male)...
Ritratto di Pelide
24 ottobre 2015 - 17:33
Fino a oggi Ferrari ha puntato sulla valorizzazione del marchio a discapito di maggiori profitti e vendite, così, diversamente da porsche per esempio, si spiegano modelli in serie limitata, no ai motori a gasolio, no ai SUV, no a piccole sportive. Con l'ingresso in borsa credo sarà più difficile mantenere questa strada...agli azionisti interessa aumentare il valore del proprio portafoglio e dell'esclusività e storia di Ferrari gli importa relativamente. Si parla da un po' di una nuova Ferrari Dino: vedremo quale strada prenderà questo "modello d'ingresso" al marchio.
Ritratto di Marsalach
25 ottobre 2015 - 12:03
1
@ VEIIDS: La EXOR non è la finanziaria di FCA - ma la sua padrona in forma di una società, che detiene ca. 30% del capitale del gruppo. E lei detiene a sua volta la maggioranza dei voti necessari per stare al timone del gruppo FCA. A sua volta anch'essa (la EXOR) è detenuta tramite una controllante minoranza dalla parte della famiglia e nipoti Angelli. Ma la cosa più bella è che ora sono tutti fuori dall'Italia. Quindi molto più liberi di gestirsi i gioielli (oggi Ferrari, Magneti Marelli, Alfa Romeo, Maserati, etc.) e le strutture del gruppo. Un inconveniente però c'è: La quotazione in borsa a New York va a pari passi con rischi elevati - come esperienza la VW nel corso dei prossimi anni. Non solo il patriot act è una severa condizione per arrivare a tutti quei azionisti con borselli più lenti che quelli italiani o olandesi. Ma anche per procedure legali al vecchio stile Wild West - più feroce di quello messo in scena da Sergio Leone, anche perché gli avvocati si rimborsano a percentuale del danno invece dei costi orari usuali in Europa! Ma a quel punto li i rischi vengono spartiti a pari delle quote capitali - quindi al 30% per EXOR con altra diluizione di altri 30% sul 30% del capitale detenuto da famiglia e nipoti. E maglione a quel punto li non solo non ha contribuito con tasse e contributi sociali, ma ha seminato i veri rischi negli azionari restanti - che però perdono molto (non sul lato dei voti ma sul capitale) mollando negli prossimi almeno tre anni le azioni FCA! Proprio bravi - Ciuffo e Maglione.

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