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Le compagnie petrolifere sapevano dei danni ambientali

24 maggio 2016

Un'indagine dell’associazione non-profit CIEL documenta che le compagnie petrolifere conoscevano i rischi dei cambiamenti climatici sin dagli Anni 60.

Le compagnie petrolifere sapevano dei danni ambientali

QUATTRO ANNI DI LAVORO - L’associazione non-profit Center for International Environmental Law (CIEL) ha pubblicato  centinaia di documenti sul tema del cambiamento climatico, i quali dimostrano che le grandi compagnie petrolifere erano informate fin dagli Anni 60 circa la pericolosità di tali variazioni. Il lavoro di raccolta svolto dalla CIEL è durato quattro anni ed ha coinvolto un’associazione dedita alla salvaguardia dell’ambiente: la CIEL venne fondata nel 1989 e si impegna a promuovere i diritti civili e a favorire lo sviluppo di una società più sostenibile a livello ambientale. I documenti rivelano ad esempio che un primo allarmante studio venne sottoposto già nel 1968 all’American Petroleum Institute, ovvero la principale organizzazione professionale statunitense nel ramo dell’ingegneria petrolchimica: il testo metteva in guardia sui rischi legati alle emissioni di anidride carbonica (CO2), ritenuta già allora una minaccia per l’ambiente.

AVVERTIMENTI FONDATI - In quell’epoca non si parlava ancora di cambiamento climatico e l’opinione pubblica era poco sensibile all’argomento, ma i documenti pubblicati dalla CIEL dimostrano che l’industria del petrolio era stata messa in guardia per tempo. Fra i documenti pubblicati dalla CIEL c’è ad esempio un rapporto del 1968, elaborato dagli scienziati dello Stanford Research Institute, che metteva in relazione l’aumento della CO2 con il possibile incremento delle temperature a livello globale. Quel documento si chiamava The Robinson Report. Al suo interno era contenuto un allarme molto ben circostanziato: “se le temperature cresceranno in maniera significativa, il risultato può essere lo scioglimento dei ghiacciai, l’innalzamento dei mari, il riscaldamento degli oceani e seri danni all’ambiente su scala globale”. Le conseguenze sono quelle su cui ci si interroga in questi anni, con dati molto più approfonditi ed una maggiore conoscenza della materia.

COLPE EVIDENTI - Il The Robinson Report venne pubblicato dagli scienziati Elmer Robinson e RC Robbins, i quali formularono una previsione che si sarebbe rivelata corretta: a loro avviso l’utilizzo incontrollato di combustibili fossili avrebbe determinato un aumento della CO2 nell’atmosfera fino a 400 parti entro il 2000, valore raggiunto (e superato) nel 2015 dopo un balzo record sul 2014. L'eccessiva CO2 è responsabile delle variazioni negli equilibri naturali: fa da schermo ai raggi solari che colpiscono la terra impedendo loro di uscire dall'atmosfera creando il cosiddetto effetto serra, che determina il surriscaldamento del pianeta e quindi gravi conseguenze sul clima. Un altro fra i documenti raccolti della CIEL racconta l’esempio della Humble Oil (oggi ExxonMobil), che affidò allo scienziato H.R. Brannon il compito di effettuare ricerche sulla pericolosità della CO2: lo studio provò l’aumento dell’anidride carbonica nell’atmosfera e giudicava colpevole i combustibili fossili. H.R. Brannon ed i suoi collaboratori sovrastimarono però l’influenza degli oceani, dove si pensava che la CO2 sarebbe rimasta a lungo prima di ritornare nell’atmosfera. In questo modo la sua effettiva pericolosità venne sottovalutata.

UN SECOLO DI DISCUSSIONI - La CIEL data al 1919 l’inizio delle discussioni negli Stati Uniti sull’inquinamento ambientale. Il primo atto formale d’impegno venne ratificato però nel 1946: a Los Angeles, dopo le prime lamentele dei cittadini, si trovarono a Los Angeles i responsabili delle organizzazioni Western Oil e Gas Association, che formarono un comitato per iniziare ad affrontare la questione. All’incontro erano presenti i responsabili di alcune fra le principali compagnie petrolifere dell’epoca, come ad esempio la Union Oil e la Standard Oil of California (entrambe poi inglobate dalla Chevron), la Esso (oggi ExxonMobil) e la Shell. L’incontro terminò con la nascita di uno specifico comitato, chiamato Smoke and Fumes Committee, che avrebbe finanziato indagini scientifiche su varie forme di inquinamento atmosferico. Lo Smoke and Fumes Committee ricevette mandato nazionale nel 1952 e sostenne indagini che dimostrarono l’effettiva pericolosità della CO2, che non venne affrontata per tempo.



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Ritratto di Liverpool77
24 maggio 2016 - 16:16
Più che contro le compagnie petrolifere (che fanno puro business) io punto il dito contro le connivenze delle istituzioni che sanno le stesse identiche cose ma non dovrebbero essere spinte da interessi economici. E' chiaro che se tu vendi petrolio cerchi di massimizzare il tuo profitto e magari cerchi di farlo anche in barba alla salute di tutti, ma i vari governi? Se io imprenditore me ne strafrego dell'inquinamento dovrebbe esserci un accidente di autorità che mi mette dei sacrosanti paletti.
Ritratto di Liverpool77
25 maggio 2016 - 12:10
eh mi sa di si...
Ritratto di acterun
24 maggio 2016 - 17:44
I danni ambientali non li fanno il petrolio o le compagnie petrolifere: li fa una popolazione che non conosce più la morte per cause naturali. Tutti devono nascere, tutti devono vivere, non c'è selezione e l'equilibrio è saltato. Inquinamento, guerre, ecc sono solo escamotage per fare quello che un'influenza non può più fare.
Ritratto di Storm Sentry
24 maggio 2016 - 18:58
Quoto il commento di liverpool77... Cosa vuoi che importi Ale compagnie petrolifere dell'inquinamento??? Semmai la colpa è da addebitare a governi marci-fantoccio che per un pugno di voti fanno le leggi apposta... ...vedi monsanto...giusto per citarne un'altra
Ritratto di Ragerin0
24 maggio 2016 - 19:14
Ma cosa c'entrano le compagnie petrolifere? lol Il petrolio è una materia prima neccessaria allo sviluppo dell'umanità. Non esiste alternativa alcuna valida tuttora, figuriamoci 30-40 anni fa. Se lo sapevano, cosa avrebbero dovuto fare? Smettere di estrarre il petrolio e tornare tutti all'età della pietra? Pls.
Ritratto di Francesco110
24 maggio 2016 - 20:20
Non è del tutto vero. Più un bene è necessario e la sua domanda anelastica più una sua carenza porta alla rapida creazione di sostituti. E' naturale che non ci siano alternative, abbiamo il petrolio chi è che spende per crearle o svilupparle? Che rendimento pensi che ne trarrebbero finché c'è il petrolio che fa loro concorrenza? In 12 anni ci sono stati meno sviluppi nelle fonti energetiche alternative e nella mobilità sostenibile che in ogni altro settore, un cellulare di oggi rispetto a quello di 12 anni fa è un computer, per quel che riguarda la mobilità sostenibile e i carburanti alternativi invece i passi in avanti rasentano lo zero, l'auto più sostenibile di 12 anni fa era un piccola a metano e oggi la stessa identica cosa. Non è neanche cambiato il motore che ci montano sopra, la Punto ha il suo 69cv metano da un decennio. Vedi le differenze nel campo dell'informatica in 12 anni quante sono state e poi rapportale a questi settori. Anche i pannelli solari che vengono spacciati per l'ultimo ritrovato tecnologico già si vendevano a livello commerciale nel 1963 (prodotti dalla Sharp) credi che in oltre mezzo secolo abbiamo avuto un sviluppo adeguato? Si sono quasi più sviluppati i televisori negli ultimi 5 anni che i pannelli solari in 55, tanto per dirne una.
Ritratto di Porsche
25 maggio 2016 - 07:54
"In 12 anni ci sono stati meno sviluppi nelle fonti energetiche alternative e nella mobilità sostenibile che in ogni altro settore" Questo è assolutamente falso, assolutamente.
Ritratto di Francesco110
25 maggio 2016 - 13:11
Rispetto allo sviluppo potenziale è assolutamente vero.
Ritratto di Porsche
25 maggio 2016 - 16:13
ti sbagli. Non è perchè adesso tutti si aspettano di andare ad idrogeno allora non si innova abbastanza Le rinnovabili sono al massimo della spesa in ricerca, e sia a livelli di efficenza impensabili per il resto.
Ritratto di Strige
25 maggio 2016 - 23:45
Infatti i pannelli FV sono inutili, come dico io (che sono geometra) è per fare i fighetti. Per carità, se associato ad altre fonti, come l'eolico ha i suoi effetti positivi, ma se pensiamo solo, e ripeto solo, sul FV allora avresti ragione te. Certo il rendimento dei FV si aggira intorno al 25%, ma con il grafene il tutto sta cambiando.
Ritratto di TheBlackCat
24 maggio 2016 - 20:40
ti informo che l'uomo si è evoluto anche senza bruciare petrolio e lo farà anche dopo che sarà esaurito.
Ritratto di Babbalaa
25 maggio 2016 - 21:46
eh, pero intanto lo usi pure tu
Ritratto di TheBlackCat
26 maggio 2016 - 13:16
scrivere che "l'uomo si è evoluto senza usare petrolio" non significa "io non lo uso". Quando finirà, faremo senza, ma se smettessimo di sprecarlo inutilmente....
Ritratto di Strige
24 maggio 2016 - 23:56
Settimana scorsa la Danimarca ha prodotto 150% dell'energia grazie alle rinnovabili, la Germania invece per una settimana ha prodotto il 93% di energia del fabbisogno nazionale e il portogallo ha prodotto costantemente per un mese il 50% del fabbisogno energetico nazionale con le rinnovabili. Ergo senza usare il carbone, nucleare (di cui io sono favorevole, giusto per la cronaca) e qualsiasi altra fonte di inquinamento. Per correttezza, c'è da dire che non è che hanno spento le centrali nucleari, a carbone e via dicendo, ma al prodotto totale è stato tolto quelli da fonti inquinanti. Chi è che diceva che il petrolio serve per la sopravvivenza ed evoluzione del genere umano????
Ritratto di Strige
24 maggio 2016 - 23:59
ho scritto una castroneria....tutte e tre le nazioni hanno toccato tale punte, le medie della settimana sono circa 20-30 punti in meno :p scusate l'errore.
Ritratto di Porsche
25 maggio 2016 - 16:15
ma infatti. Se è per questo in germania ci sono lander che hanno staccato la spina, ma non ne parla nessuno. Altro che no, c'è una rivoluzione in atto eccome !!
Ritratto di Babbalaa
25 maggio 2016 - 21:49
Continuano a dipendere dal petrolio, i trasporti vanno ancora a combustibile per la maggior parte, e la plastica non si è ancora smesso di usarla
Ritratto di luigi sanna
25 maggio 2016 - 10:44
5
E ci voleva uno studio, ci voleva. Parliamo degli Anni 60, quindi ampiamente consapevoli dei cambiamenti, la rivoluzione Industriale era già bella che passata, già in quegli Anni si poteva vedere il cambiamento ( Io che ho 40 Anni, percepisco benissimo la differenza climatica oggi, rispetto al 1988... senza fare nessun tipo di studio. Ormai si passa dal tardo Inverno, alla piena Estate, questa dura sino a Novembre, per poi iniziare un tardo autunno/Inverno ). Detto questo, che fossero consapevoli o meno, non significa nulla. Anche il Nucleare è nettamente più nocivo, ne siamo consapevoli, eppure continuano con il nucleare, quindi.... viviamo in un Mondo di pazzi. Non immaginate cosa sia l'estrazione dell'Oro, non c'è cosa più inquinante, devastate intere aree x estrarre il prezioso metallo. Immagino sempre "un Mondo Alieno" che ci osserva e pensa: Però, che Razza..... Vivono x Lavorare, fumano tabacco (consapevoli), inquinano l'acqua (consapevoli), distruggono l'unico posto in cui possono respirare l'aria (sempre consapevoli), veramente una brutta Razza. Personalmente sono arrivato ai 40, e so come va il Mondo (purtroppo), quello che non sopporto e che questo lo lasciamo ai nostri figli.
Ritratto di conan55
25 maggio 2016 - 19:14
io dico che siamo in troppi ed una piccola parte di quei troppi è abituata troppo bene. ma si sta estinguendo. mi preoccupano i miliardi di persone del terzo mondo che vogliono fare la nostra bella vita. forse che vogliono estinguersi anche loro? il pianeta non ha problemi ne ha passate di molto peggio.
Ritratto di caronte
18 settembre 2016 - 23:21
Busines vs salute 1-0