QUOTAZIONE NEGATIVA - Più che un calo sembrerebbe un fragorosissimo tonfo. Un crollo di proporzioni mai viste prima. Stiamo parlando del petrolio americano, le cui quotazioni a New York sono crollate con un calo del 305% a -37,63 dollari al barile. Detto in altri termini, sono gli stessi produttori di petrolio stanno pagando gli acquirenti per disfarsi delle loro scorte. A capitolare sono comunque solo le quotazioni Wti (West Texas Intermediate, in pratica il greggio prodotto in America) sulle consegne previste per il mese di maggio. I contratti con scadenza nei prossimi mesi soffrono invece perdite più limitate, lasciando supporre che si spera che la domanda salga progressivamente.
PURA SPECULAZIONE - Molti analisti in ogni caso sostengono che si tratterebbe di una discesa in gran parte pilotata per permettere alle compagnie di fare grandi scorte di greggio. E una volta ripresa l’attività, rivendere il greggio a prezzi decisamente più elevati. Insomma potrebbe trattarsi di una grande speculazione a livello mondiale.
ALLA POMPA SCENDONO POCO - Peccato solo queste spericolate manovre di alta finanza, come al solito siano gestite da una ristretta elite e non porteranno alcun beneficio a noi automobilisti. Perché, crisi o non crisi, i prezzi dei carburanti variano e purtroppo varieranno sempre in modo impercettibile. O quasi. E in Italia attualmente il prezzo medio della benzina è di 1,429 euro al litro (modalità self) che scendono a 1,319 euro al litro per il gasolio. A titolo di confronto verso la fine del 2019 la benzina costava 1,574 euro al litro, 1,462 euro il gasolio.