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I dati delle automobili, una questione che scotta

Pubblicato 05 aprile 2023

L’Europa sta definendo una legge che regolamenti la gestione dei big data generati dalle auto connesse: tutti vogliono accedervi, ma la privacy?

I dati delle automobili, una questione che scotta

NECESSITÀ DI UNA REGOLAMENTAZIONE - La frase ‘I dati delle automobili’ ha senso da quando è comparsa la gestione elettronica dei veicoli e le prese per le diagnosi dato che in precedenza c’era nulla da registrare. In questi ultimi anni, con la diffusione dei veicoli connessi e il dilagare dei controlli e dei bus di dati, le informazioni dei veicoli sono aumentate a ritmi esponenziali. Questo ha creato molte prese di posizione, espressione di interessi in conflitto fra di loro riguardo queste preziose stringhe di bit

La madre di tutte le domande è: di chi sono i dati delle automobili? La Fia ha sollevato la questione con la campagna ‘My car my data’ (qui la notizia), orientata alla salvaguardia della privacy degli automobilisti. Le Case, dal canto loro, vedono nei prodotti software e nei servizi in abbonamento basati sui dati un modo di aggiungere pingui profitti ai loro bilanci. 

Dal canto loro gli operatori dell’aftermaket indipendente, quali officine, carrozzerie e ricambisti, premono perché l’accesso ai dati delle automobili sia regolamentato e reso possibile anche a loro.

I DATI? UN REBUS - La Commissione Europea sta lavorando a regole per garantire un accesso equo, per le aziende e l'industria, ai preziosi dati sulle auto ma non è ancora in grado di fornire una data sulla loro pubblicazione. A fare da sfondo la pesante concorrenza delle società tecnologiche statunitensi e cinesi, interessate a un mercato che, secondo Fortune Business Insights, potrebbe valere fino a 400 miliardi di euro entro il 2030.

Stellantis, per esempio, punta molto sul software e relativi servizi (qui per saperne di più) mentre Mercedes assegna al suo MB.OS anche il compito di collegare i dati attraverso un cloud proprietario (qui la notizia). La proprietà di questi dati, tuttavia, non è chiaramente definita nel diritto dell'UE è questo ha portato all'attuale controversia tra le case automobilistiche e coloro che vogliono accedere alle informazioni. 

Pensiamo all'automobile di marca M, di proprietà di Tizio ma guidata da Caio: quest’ultimo ha collegato il suo smartphone, che accede al web tramite la rete dati dell’operatore Y, al sistema di entertainment basato su Android. In tutto questo anche il veicolo ha un accesso alle reti cellulari perché dev’essere in grado di lanciare una chiamata automatica di emergenza e-Call: quali sono i dati e di chi sono (del veicolo, del cellulare, del guidatore...)?

PROPOSTA EUROPEA - Per sbrogliare la matassa "la Commissione sta lavorando alla preparazione di una proposta sui dati di bordo ed essa cercherà di integrare la proposta di Data Act del febbraio 2022. In questa fase non possiamo anticipare il contenuto della valutazione d'impatto finale e la successiva tempistica per l'adozione", ha detto da un portavoce dell'esecutivo dell'UE all’agenzia Reuters. L'associazione delle case automobilistiche europee, ACEA, ha espresso “preoccupazione perché alcune delle norme della proposta europea presuppongono requisiti che sono impraticabili". Pur riconoscendo diritto dei consumatori di possedere e condividere i dati del proprio veicolo, ha ribattuto che i requisiti scritti nel Data Act “creeranno incertezza giuridica su come i dati sensibili per l'azienda verranno gestiti e ulteriormente condivisi una volta divulgati. Questo probabilmente limiterà la quantità e la qualità dei dati raccolti ed elaborati dalle aziende”.

IL PUNTO DI VISTA DEGLI INDIPENDENTI - Anche gli altri attori in gioco hanno preso posizione. L’associazione dei concessionari e riparatori indipendenti CECRA ha affermato che il Data Act per come è scritto "non è sufficiente a creare una concorrenza effettiva nei servizi automobilistici e di mobilità basati sui dati". L’organizzazione prende atto che la proposta offre agli utenti dei veicoli la possibilità di rivendicare l'accesso ai loro dati e di condividerli con terze parti quali le officine ma ha rilevato che le Case automobilistiche possono accedere a funzioni e risorse del veicolo ‘invisibili’ ai fornitori di servizi indipendenti. Questo “impedisce agli indipendenti di sviluppare e offrire in condizioni di parità servizi interessanti e convenienti agli utenti finali". 

Una presa di posizione analoga si registra da parte di CLEPA, l’associazione dei fornitori automotive. L’organizzazione fa anzitutto presente che il passaggio ai veicoli elettrici con nuove architetture elettroniche imporrà all'industria automobilistica europea una trasformazione senza precedenti, comprese la sfida della manutenzione di questi veicoli.

APPREZZAMENTI E RISERVE - CLEPA apprezza il Data Act Europeo, che copre molti settori, ma vede la necessità di una legislazione specifica del settore automotive per garantire un mercato dei servizi basato su un accesso equo e competitivo per tutti i fornitori di servizi, a vantaggio dei consumatori. Nel corso di un convegno organizzato da CLEPA, Angelica Petrov, consigliere dell'eurodeputato Alin Mituta, ha parlato del punto di vista del Parlamento Europeo sul Data Act, evidenziando le sfide per raggiungere un equilibrio tra la protezione della proprietà intellettuale e dei segreti industriali e la condivisione generale dei dati fra i vari soggetti. 

Ma i dati servono anche per gli aggiornamenti software, la capacità tecnica dei quali è stata valutata rilevante mentre la sicurezza informatica e l'accesso ai dati a bordo del veicolo sono stati visti come i principali problemi di concorrenza nell'aftermarket. Una curiosità: secondo il Boston Consulting Group e CLEPA entro il 2030, in uno scenario neutro, le flotte avranno il 15% circa di tutte le automobili, il 62% delle quali saranno elettrici a batteria.



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Ritratto di GinoMo
5 aprile 2023 - 15:51
questi dati saranno la futura miniera d'oro con le auto tutte connesse ci saranno milioni di aziende che li vorranno per studiare comportamenti e usi e adeguare i prodotti/servizi venduti (assicurazioni, ricambi, ecc..)
Ritratto di Volandr
5 aprile 2023 - 16:12
Gli accessi informatici in auto saranno la futura tentazione di intrusione e manomissione da parte degli hacker. https://insideevs.it/news/659610/hacker-tesla-premio-350000-dollari/
Ritratto di GinoMo
5 aprile 2023 - 17:07
gli hacker lavorano per committenti, se fanno qualcosa e perchè c'è richiesta. comunque da sempre le big tech pagano bene chi trova falle nei sistemi
Ritratto di Volandr
5 aprile 2023 - 17:40
Gli hacker, come tutte le persone del mondo, possono essere spinti anche da altri motivi. Benevoli, economici, futili o criminali.
Ritratto di Tistiro
5 aprile 2023 - 16:32
Scopriranno che alvolanaftone guidava una cinesata elettrica
Ritratto di AZ
5 aprile 2023 - 20:35
No, i dati non devono essere nemmeno raccolti: le auto non sono gratis e i dati personali vanno pagati profumatamente
Ritratto di Miti
5 aprile 2023 - 23:34
1
Se l'Europa farà... riformulo ... Faccio in tempo ad invecchiare non una ma due volte prima dell'arrivo di una legge del genere...
Ritratto di Challenger RT
6 aprile 2023 - 01:04
Le mie auto sono completamente disconnesse
Ritratto di Andre_a
6 aprile 2023 - 07:47
Non vedo la necessità di una legge ad hoc, non basterebbe applicare quella già esistente sugli smartphone, che i nostri dati li raccolgono da anni, ed eventualmente modificare quella? Altrimenti mi sembra assurdo che, se vado da qualche parte, Samsung lo può utilizzare, ma Honda no. Soprattutto considerando che in auto i dati raccolti possono servire anche a rendere più sicura l'auto stessa
Ritratto di Al Volant
6 aprile 2023 - 07:50
Come al solito, il problema viene affrontato in maniera errata. Il compito dell'UE, dovrebbe essere per PRIMA cosa, stabilire uno STANDARD obbligatorio, dopo su questo si ragiona sulle regole di condivisione. Ora è praticamente da stupidi, se ogni casa ha il suo sistema è ovvio che non si ricava nulla , ed inoltre blocca gli sviluppi perchè c'è il rischio che una legge ad penis blocchi solo il software di uno..
Ritratto di Nonmenefreganiente Dellevostreopinioni
6 aprile 2023 - 11:45
Sogno il momento in cui trovandomi davanti un utente particolarmente lento, piu comunemente definito come rompikogli0ni, gli potrò hakerare la macchina in modo che accosti da sola e si spenga mentre l'autoradio gli si sintonizza sulle frequenze di Radio Maria e il volume sale al massimo. Il mio dito medio lo saluterà mentre me ne vado.
Ritratto di federico p
6 aprile 2023 - 14:28
2
L'importante è che si ricordi la cosa fondamentale ovvero queste sono auto e devono essere sicure in strada, poi tutto il resto deve essere visto in secondo piano. Anzi dal mio punto di vista dovrebbe essere bandita qualsiasi app che non sia il navigatore in auto sia da ferma che in movimento.
Ritratto di a4f2
6 aprile 2023 - 23:58
Ma non sufficiente non inserire o disattivare la sim? Le fotocopiatrici che sono macchine "stupide" già mi avvisano se c'è un guasto e come posso procedere per la sistemazione, a cosa serve avere un'auto connessa, solo per farmi consigliare gli acquisti in una catena di supermercati o per andare in un certo ristorante? Al massimo posso connetterla hotspot col cellulare in caso di bisogno. Anche l'obbligatorietà della scatola nera sulle autovetture con le quali si potrà rilevare tutto quello che si vuole, non solo le località in cui sono stato e quando ma anche la velocità, l'uso dei freni, i giri motore ecc... non è invasivo?