ALL'ASTA - Va alla cordata svizzero-lussemburghese L3 Holding la
De Tomaso: per i dipendenti oggi in mobilità dallo scorso dicembre, 800 a Torino e 100 a Livorno, è una boccata d'ossigeno, tanto che la decisione è stata accolta con un applauso dai lavoratori presenti nell'aula di tribunale in cui si è svolta l'asta indetta dal giudice Giovanna Dominici per l'alienazione. La base è partita da 580.000 euro, con rilanci di 10.000; in gara tre soggetti, la già citata
L3 Holding, la cinese Ideal Time Venture e l'italiana Eos, che si è fermata dopo quota 900.000.
LA SECONDA QUELLA BUONA - Mentre le maestranze si riuniranno in assemblea il prossimo lunedì a Grugliasco, alla cordata svizzero-lussemburghese toccherà pagare la cifra pattuita e stipulare l'atto di compravendita. L'asta è stata ripetuta per la seconda volta: in precedenza, infatti, aveva vinto la Ideal Time Venture, offrendo 510.000 euro per il solo marchio e senza presentare un piano industriale.
PIANO INDUSTRIALE - Cosa che, per contro, la L3 Holding ha presentato: “Il nostro piano industriale - ha dichiarato in precedenza Alberto Fontana, amministratore unico della cordata - prevede la produzione, a regime, di 4.500 auto sportive. Il prodotto di punta sarà una vettura a due porte con motore posteriore. Stiamo facendo valutazioni sul sito produttivo. Lo stabilimento di Grugliasco però sembra vecchio, i costi di manutenzione sarebbero troppo elevati. Sarebbe più indicato costruirne uno nuovo, sempre nel torinese”. Da un punto di vista operativo, ci sono 60 ricollocamenti previsti nel 2017 e 360 riassunzioni entro il 2021.
POTEVA ANDARE PEGGIO - Moderatamente soddisfatti tanto il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e i sindacati. “Riteniamo che l'esito dell'asta sulla De Tomaso sia stato il migliore possibile tra quelli prospettati”, ha comunicato con una nota Chiamparino, che verosimilmente incontrerà i vertici della L3 Holding per discutere dello stabilimento. “Non è la soluzione ideale ma avrebbe potuto finire anche molto peggio, perché le altre due offerte erano rivolte unicamente al marchio”, ha dichiarato il segretario generale della Fiom torinese, Federico Bellono. Fallita nel 2012, la De Tomaso vedeva come ultimo proprietario l'imprenditore Gian Mario Rossignolo, in seguito perseguito dalla giustizia per truffa; adesso c'è la concreta speranza di vedere su strada un'erede delle De Tomaso del passato, dalla Vallelunga alla Mangusta (foto in alto) fino alla Pantera, alla bella e incompresa Deauville o alla Longchamp.