SOLDI INTASCATI - Quella che doveva essere una bella storia italiana di rilancio aziendale è conclusa nel peggiore dei modi. Dopo che il tribunale di Livorno ha accolto l'istanza di fallimento della De Tomaso, è di oggi la notizia che Gian Mario Rossignolo (foto in alto), è stato arrestato dalla Guardia di Finanza nell'ambito di un inchiesta della Procura di Torino su finanziamenti pubblici per 7,5 milioni di euro destinati a dei corsi di formazione che non sono mai stati avviati. Secondo l'accusa, per accedere ai contributi è stata utilizzata una fidejussione falsa e parte dei fondi è finita direttamente nelle tasche di dirigenti della De Tomaso: oltre a Rossignolo è indagato anche un amministratore dell'azienda.
UNA STORIA TRAVAGLIA, A TRATTI OSCURA - Ricordiamo che nell'autunno del 2009 l'imprenditore Gian Mario Rossignolo ha comprato il marchio De Tomaso (qui la news) e stretto con l'allora giunta della regione Piemonte, proprietaria dello stabilimento ex Pininfarina, un accordo per la produzione di nuovi modelli, la Deauville (foto qui sopra) e una sportiva erede della mitica Pantera (leggi qui per saperne di più), salvando il posto di lavoro di circa 900 operai. Un'operazione per la quale Rossignolo avrebbe dovuto ricevere dalla regione Piemonte investimenti per 18 milioni di euro. Una copertura finanziaria venuta in parte a mancare per il cambio della giunta che avrebbe fatto saltare anche diversi finanziamenti bancari, come uno di 5 milioni del Monte dei Paschi di Siena, mettendo in ginocchio la De Tomaso (qui per saperne di più). A febbraio di quest'anno la famiglia Rossignolo aveva annunciato l'arrivo di un nuovo socio di maggioranza, la Car Luxury Investment, una società italiana di un gruppo d'investimento cinese, che avrebbe dovuto iniettare liquidità nelle casse della De Tomaso (leggi qui la news).