AFFARI CON I CINESI - Per l'ufficialità, assicura la famiglia Rossignolo, proprietaria della De Tomaso, bisognerà aspettare la fine dell'anno, ma stando a quanto riportato dal quotidiano La Stampa, sarebbe stato firmato un contratto con un costruttore costruttore cinese (che resta ancora anonimo, ma potrebbe essere la Nanjing) per la cessione della licenza d'uso del metodo costruttivo della Deauville, denominato Univis. Quest'ultimo prevede l’assemblaggio della scocca utilizzando profilati estrusi di alluminio, uniti tra loro con crociere stampate, rifilate con il laser e saldate: i cinesi dovrebbero realizzare 150-200.000 auto per il mercato asiatico. Da questa operazione la De Tomaso dovrebbe incassare 16 milioni di euro, necessari per ridare fiato alle sue disastrate finanze. Nei progetti del costruttore, nei prossimi cinque anni, oltre alla crossover Deauville (nella foto sopra), dovrebbero nascere anche la nuova Pantera, già avvistata durante test (qui per saperne di più) e una suv.
Il prototipo della Pantera sopreso fuori i cancelli della De Tomaso.
SONO MANCATI I SOLDI - Come dichiarato da Gianluca Rossignolo, amministratore delegato della De Tomaso, "è il primo vero accordo che consente alla De Tomaso di avere flussi di cassa attivi ed è la premessa per dare un futuro ai lavoratori che hanno creduto in questo progetto". Ricordiamo che nell'autunno del 2009 l'imprenditore Gianmario Rossignolo ha comprato il marchio De Tomaso (qui la news) e stretto con l'allora giunta della regione Piemonte un accordo per la produzione di nuovi modelli negli stabilimenti ex Pininfarina di Grugliasco, Torino, salvando il posto di lavoro di circa 900 operai. Un'operazione per la quale Rossignolo avrebbe dovuto ricevere dalla regione Piemonte investimenti per 18 milioni di euro. Una copertura finanziaria venuta in parte a mancare per il cambio della giunta che avrebbe fatto saltare anche diversi finanziamenti bancari, come uno di 5 milioni del Montepaschi di Siena, mettendo in ginocchio la De Tomaso (qui per saperne di più). Oggi gli operai sono in cassa integrazione, rinnovata fino a tutto il 2012 e, con i soldi incassati, i Rossignolo potrebbero anche acquistare lo stabilimento per il quale oggi pagano un affitto e nel frattempo dicono sia imminente l'accordo con un nuovo socio finanziatore.