BASTA IL SOFTWARE - Negli Stati Uniti, dove la legislazione è molto più severa, la Volkswagen ha dovuto risarcire i proprietari o riacquistare le automobili con motore a gasolio coinvolte nella vicenda Dieselgate, dotate cioè di un software illegale che artificialmente riduceva i livelli di NOx durante i controlli. In Europa invece al costruttore tedesco è stato concesso di aggiornare la centralina di gestione del motore, senza alcuna sanzione, per eliminare il software. Ora che l’operazione di aggiornamento di milioni di vetture del gruppo Volkswagen (Audi, Seat, Skoda, Audi, Porsche e VW) si è pressoché conclusa (a fine 2017) quattro associazioni a tutela dei consumatori hanno intervistato 10.500 proprietari di automobili richiamate in officina, ascoltando i loro commenti dopo l’intervento “riparatore”, che secondo gli annunci del costruttore non avrebbe dovuto alterare le prestazioni e il comportamento del motore. In Italia sono state ascoltate 3.849 persone.
POSSIBILI GUASTI - L’indagine è stata messa a punto dalle associazioni Altroconsumo, DecoProteste, Ocu e Test-Achats in Italia, Portogallo, Belgio e Spagna. Il 45% delle persone intervistate ha notato cambiamenti in seguito all’aggiornamento del software, modificato dalla Volkswagen per cancellare il programma irregolare e far cambiare il comportamento del motore. Oltre la metà dei 10.500 intervistati (il 55%) si è lamentato per i consumi, aumentati dopo l’intervento, mentre il 52% ha notato perdite di potenza e il 37% un incremento della rumorosità. Il 17% ha detto di aver riscontrato problemi meccanici e il 12% ha dovuto sostenere riparazioni dopo l’intervento in officina. Dalla ricerca è emerso inoltre che il 25% degli intervistati si è sentito rispondere dall’officina che all’origine del guasto c’era proprio l’aggiornamento, ma soltanto l’11% ha ricevuto dal costruttore la proposta di un rimborso totale per questo tipo di riparazioni. In Italia non ha fatto e non farà l’aggiornamento l’11% delle persone.
CLASS ACTION - I componenti più soggetti a rotture sono stati la valvola Egr (nel 34% dei casi), gli iniettori del carburante (23%) e il filtro antiparticolato (22%). Altroconsumo ha promosso tempo fa un’azione legale collettiva e ottenuto 90.000 adesioni preliminari, chiedendo al gruppo tedesco un risarcimento pari al 15% del prezzo d’acquisto nei confronti di tutte le persone che hanno comperato un’Audi, una Seat, una Skoda e una Volkswagen con il motore diesel omologato Euro 5 della famiglia EA189. La class action sostenuta da Altroconsumo è una delle due in Europa.