NON SOLO DESIGN E MOTORI - Nuovi modelli e prospettive dell’auto elettrica: il Salone dell’auto di Francoforte di quest’anno è ricco di spunti legati alle novità e all’evoluzione dell’automobile. L’inaugurazione della rassegna però ha spinto ancora più in alto il livello degli argomenti: a tagliare il nastro del salone è stata la cancelliera Angela Merkel (qui sopra in visita allo stand Volkswagen), che non ha avuto problemi di opportunità e cautela ad affrontare i temi più scottanti. A partire dal Dieselgate e le sue conseguenze.
FIDUCIA DEL PUBBLICO DA RITROVARE - “Molta fiducia è stata distrutta, ha detto la cancelliera, perciò il settore automobilistico deve fare tutto il possibile per ricrearla, nel suo interesse e in quello dei suoi dipendenti”. Ciò detto la Merkel ha anche respinto le posizioni più drastiche emerse in seguito alla vicenda Dieselgate (come l’ipotesi sempre più forte di vietare le auto a gasolio, sostenuta da alcune amministrazioni locali e da frazioni politiche). Per la cancelliera e il suo partito, si tratta di affrontare globalmente il problema, tenendo conto che i motori diesel sono una delle tessere del mosaico che deve comporre il quadro della mobilità futura.
QUESTIONE POLITICO-ELETTORALE - La presa di posizione è rilevante perché tra i partiti in lizza nelle imminenti elezioni politiche in programma tra pochi giorni in Germania non manca chi sostiene la necessità di un atteggiamento governativo più deciso e duro nei confronti delle case costruttrici, per imporre una produzione più rispettosa dell’ambiente. E notoriamente è molto probabile che all’indomani delle elezioni i rapporti di forza in parlamento siano tali da rendere inevitabile una qualche alleanza per poter dar vita a un governo. In questo scenario assumerà grande importanza il discrimine della posizione sulle vicende automobilistiche (per quel che concerne i temi ambientali, cioè le regole inerenti le auto diesel e le prospettive “elettriche”).
VOLKSWAGEN NEL MIRINO - Al centro dell’attenzione generale c’è tutta l’industria dell’automobile, messa sul banco degli imputati con le accuse di “cartello” emerse nelle scorse settimane a proposito di una comune volontà di sminuire i problemi delle emissioni dei motori diesel. Non ci sono però dubbi che in primo piano c’è la Volkswagen, che è stata la protagonista dello scandalo Dieselgate e che ha un peso particolare nelle vicende politiche tedesche per via della sua struttura societaria che vede una partecipazione importante della mano pubblica.
PROSPETTIVE - D’altra parte in Germania come altrove, non è senza conseguenze il fatto che l’industria dell’automobile rappresenta una voce importantissima per l’economia e l’occupazione (oltre 800 mila occupati diretti nella repubblica federale tedesca). E anche sotto questa luce sono molto rilevanti il peso della Volkswagen e l’attenzione che viene posta a ogni sua iniziativa, come la recentissima decisione di lanciare un faraonico piano per l’auto elettrica, a testimonianza delle nuove prospettive che traducono in scelte industriali i più recenti orientamenti politici generali.