SPERANZE DALL’ESTERO - Si torna a parlare della De Tomaso (nella foto il logo), e con qualche briciolo di speranza. Una manifestazione di interesse - come viene chiamata in gergo tecnico - la disponibilità a farsi carico di quel che resta della società dichiarata fallita due anni fa, sarebbe stata presentata da due gruppi stranieri.
CINESI A TORINO - Di uno si sa il nome: Ming-Jun Industry, colosso cinese impegnato nella metallurgia e nella produzione di mezzi di trasporto. Nel novembre scorso una delegazione di manager della Ming-Jun Industry è stata a Torino dove ha incontrato il giudice fallimentare e le autorità locali interessate alla vicenda, oltre che visitare gli stabilimenti De Tomaso di Grugliasco.
E SOPRATTUTTO IPOTESI LOTUS - Sull’identità dell’altro gruppo interessato invece è stato mantenuto il riserbo per espressa richiesta della parte interessata. Non mancano però le indiscrezioni, secondo cui si tratterebbe di una cordata che al di là dell’origine lussemburghese del fondo di investimento protagonista dell’operazione, non sarebbe altro che l’inglese Lotus Cars, oggi facente capo alla malese Proton a sua volta inserita nel gruppo finanziario-industriale DRB-Hicom, uno dei maggiori della Malesia.
BOCCATA D’OSSIGENO - Nell’immediato le due manifestazioni di interesse, presentate alla Regione Piemonte, al Ministero per lo Sviluppo Economico e al curatore fallimentare, hanno la concreta conseguenza di rendere possibile la cassa integrazione per i circa 900 dipendenti licenziati un paio di mesi fa dal curatore fallimentare, in assenza di prospettive di ripresa delle attività. Fino al 4 gennaio i 900 dipendenti De Tomaso in questione beneficiano della cassa integrazione, ma dal 5 gennaio senza novità concrete, scatterebbe il licenziamento e la fine della cassa. Con l’atto formale di manifestazione di interesse da parte di nuovi capitali è possibile far proseguire la cassa integrazione per qualche mese.
CREDIBILITÀ SPORTIVA - A parte questo aspetto sociale, a essere interessante è l’ipotesi di arrivo della Lotus, un nome storico nel mondo dell’automobile sportiva. Nell’ipotesi che l’operazione vada in porto si tratterebbe di riprendere tutto da zero, con nuovi progetti e nuove strategie, che sarebbero ovviamente legate anche al marchio Lotus. Un cammino complesso ma che avrebbe credibilità per il fatto che ci sarebbero un nome conosciuto e ammirato in tutto il mondo, uno stabilimento con manodopera competente come quello ex-De Tomaso di Grugliasco e un socio finanziariamente credibile come la Lotus Cars (e il suo gruppo malese di appartenenza DRB-Hicom). Per avere conferma dell’ipotesi occorrerà attendere i primi giorni di gennaio 2014.