BOOM DELL’UTILE - È andato meglio del previsto il 2018 per la Ferrari, che ha raggiunto o superato gli obiettivi fissati a inizio anno. Il Cavallino ha generato ricavi per 3,42 miliardi di euro, lo 0,1% in più rispetto al 2017, migliorando sensibilmente i guadagni al netto delle tasse: l’utile di bilancio è passato dai 537 milioni di euro del 2017 ai 787 milioni del 2018. Ciò significa che ogni azione della Ferrari ha fruttato ai suoi titolari 4,16 euro netti (erano 2,83 euro nel 2017).
MENO MOTORI - La maggior parte dei ricavi è arrivata dalla vendita di auto e parti di ricambio, che hanno generato entrate per 2,53 miliardi (79 milioni in più), mentre le sponsorizzazioni ed i diritti per lo sfruttamento del marchio sono valsi 506 milioni (12 milioni in più). Nel 2018 sono diminuiti però i proventi della vendita di motori alla Maserati, che acquista dalla Rossa i benzina V6 3.0 e V8 3.9: quest’area ha reso alla Ferrari “solo” 284 milioni di euro, contro i 373 milioni dell’anno scorso.
L’EUROPA PRIMO MERCATO - Nel 2018 la casa di Maranello ha visto migliorare anche le vendite, passate dagli 8.398 esemplari del 2017 ai 9.251 del 2018. A fare da traino sono state le Ferrari con motore V12, cresciute de 19,6%, mentre le consegne delle Ferrari a otto cilindri sono aumentate del 7,3%. Il mercato principale rimane l’Europa, dove la Rossa ha consegnato l’anno scorso 4.227 automobili (490 in più), prima delle Americhe (3.000, 189 in più), dell’area Asia-Australia (1.329, 96 in più) e della regione Cina-Hong Kong-Taiwan, dove la Rossa ha consegnato 695 auto (78 in più).
2019 IN CRESCITA - La Ferrari intende migliorare questi risultati nel 2019, quando il giro d’affari dovrebbe raggiungere i 3,5 miliardi di euro e l’utile lordo (prima di tasse e imposte) dovrebbe salire da 1,1 miliardi a 1,25 miliardi.