IL RITORNO DELLA TOYOTA - Sorpresa Toyota nella 6 ore di Fuji: dopo aver guardato a vista l’Audi per tutta la gara, nella fasi finali riesce a superarla e a chiudere davanti a tutti. La TS050 ibrida numero 6, guidata da Kamui Kobayashi, Stephane Sarrazin e Mike Conway vince così la gara di casa (di nome e di fatto: il circuito del Fuji è di proprietà della Toyota). Per la casa giapponese, vincitrice del mondiale endurance nel 2014, si tratta di un atteso ritorno sul gradino più alto del podio: l’ultimo successo nella competizione iridata risaliva alla 6 ore del Bahrain di due stagioni fa. A meno di un secondo e mezzo di distacco - tempo che rende bene l’idea della lotta vista in pista - l’Audi R18 ibrida numero 8 di Lucas Di Grassi, Loic Duval e Olivier Jarvis. In terza posizione, la Porsche 919 Hybrid dei campioni del mondo in carica Mark Webber, Timo Bernhard e Brendon Hartley.
6 ORE DECISE IN UN SECONDO - Il trio sull’Audi R18 numero 8, autore della pole position, ha dominato la gara fino al pit stop finale; mancava poco meno di un’ora alla bandiera a scacchi. La TS050 numero 6 è stata piuttosto vicino al prototipo dei quattro anelli per tutta la gara, tanto da riuscire a portare un attacco subito dopo il rientro in pista dall’ultimo pit stop. In quel momento, Kobayashi contava su gomme fresche, al contrario dell’Audi. Il giapponese ha così iniziato a spingere senza quartiere, recuperando un gap di 7 secondi per poi guadagnarne 13. Con l’inevitabile usura della gomme, la Toyota ha iniziato a perdere gradualmente terreno nei confronti dell’Audi numero 8, guidata in quel momento da Duval. Che, di giro in giro, è riuscito gradualmente a ridurre il distacco fino a portarlo a meno di un secondo e mezzo. La bandiera a scacchi ha però interrotto una rimonta possibile. In terza posizione la Porsche dei campioni del mondo, mai in lotta vera per il primo posto nella tappa giapponese del WEC. Nella classifica iridata, a due gare dalla fine, la Porsche resta saldamente al comando con 263 punti; l’Audi è seconda a 204, la Toyota segue con 174.
FORD VELOCISSIMA - Imprendibili le due Ford nella GTE Pro, la categoria GT riservata ai soli piloti professionisti. Con Andy Priaulx-Harry Tincknell, sulla GT numero 67, e con Stefan Mucke-Olivier Pla, sulla 66, Ford e il team Ganassi colgono una doppietta davanti alle due Ferrari 488 di AF Corse. In questa classe, va detto, non c’è mai stata storia: il balance of perfomance, il regolamento che dovrebbe livellare le prestazioni delle auto dando così vita a gare più avvincenti, sembra aver strizzato un po’ troppo l’occhio in favore della Ford: le due GT, sul rettilineo, avevano una velocità decisamente maggiore di tutto il resto del gruppo, risultando imprendibile dalle altre GT.
FERRARI VICINA AL TITOLO NELLA GTE AM - La LMP2, classe dei prototipi minori, è stata vinta dall’Oreca numero 26 della G-Drive con Will Stevens, Roman Rusinov e Alex Brundle. Infine, la categoria GTE Am - dove ai piloti professionisti vengono affiancati i gentleman, driver che non corrono di mestiere - ha visto salire sul podio alto Paul Della Lana, Mathias Lauda e Pedro Lamy sulla Aston Martin Vantage. In seconda posizione la Ferrari con la 458 Italia numero 83 di AF Corse, guidata da Rui Aguas, François Perrodo ed Emmanuel Collard. Il trio del team italiano ha dimostrato tutto il suo carattere dopo aver subito uno stop and go di 35 secondi per aver superato il limite di velocità nella pit lane. Non si è perso d’animo e, al contrario, ha combattuto per una seconda posizione che vale oro: con 33 punti di vantaggio sui piloti dell’Aston, il terzetto dell’AF Corse potrebbe vincere il mondiale di categoria già nella prossima gara, la 6 Ore di Shanghai del 6 novembre. Da sottolineare che la Ferrari è prima nel campionato riservato ai costruttori GT.