CAMBIO DI ROTTA - Creare una rete proprietaria di vendita, come ha fatto la Tesla, consente di non dover cedere margini a terzi, ma è una cosa molto costosa che evidentemente non è alla portata della Fisker, la startup americana che inizialmente aveva ipotizzato di intraprendere questa strada. Ora però sembra averci ripensato. L’inversione di rotta è stata comunicata da Henrick Fisker, ceo della società, che ha detto: “stiamo evolvendo il nostro modello di business e intendiamo aggiungere quest’anno fino a 50 concessionarie partner negli Stati Uniti e in Canada e un numero simile in Europa”.
APPOGGIARSI A TERZI - Farsi tutto in casa è impresa ardua, come dimostra la Tesla che per oltre dieci anni non ha saputo generare utili visti gli enormi investimenti per rete di ricarica, fabbriche e showroom. E infatti la Fisker si fa produrre la Ocean, il suo primo modello, dalla Magna Steyr in Austria e ha attivato una collaborazione con la Foxconn per la futura Pear. Anche per l’assistenza la casa americana ha stretto accordi con terzi: con la Bridgestone (che fornisce anche i pneumatici) in Francia e Germania e con la rete di officine Mekonomen nei Paesi Scandinavi. Alle quali si aggiungeranno le nuove concessionarie partner ufficiali della Fisker.
50 ENTRO FINE 2024 - La Fisker prevede che i suoi primi rivenditori inizieranno a ricevere veicoli entro la fine del primo trimestre del 2024 e che disporrà della rete dei suoi concessionari partner in tempo per quando arriveranno sul mercato modelli con volumi di vendita più elevati della Ocean. L'obiettivo è quello di aprire 50 concessionarie in 12 paesi europei entro la fine del 2024, con i primi accordi entro febbraio. La Fisker continuerà a mantenere le già esistenti Fisker Lounge di sua proprietà in modo che i clienti possano sperimentare il marchio e generare contatti di vendita in attesa dei nuovi dealer.