LA ZAMPATA DEL DRAGONE - Le ceneri della Fisker sono state trasferite dalla California alla Cina: il marchio è ora proprietà della Wanxiang Qianchao, colosso orientale nella fabbricazione di componenti per automobili e barche. Lo scorso febbraio si è perfezionata l'acquisizione dal tribunale fallimentare e gli economisti guardano con attenzione alle mosse di Lu Guanqui, l'amministratore dell'azienda Cinese e uno degli uomini più ricchi del paese. Il colosso industriale cinese ha messo sul piatto quasi 150 milioni di dollari (110 milioni di euro), una somma relativamente contenuta per il controllo di una casa automobilistica con un marchio già abbastanza noto.
LA PRODUZIONE NEGLI USA - Lu Guanqui, che ha comprato per 260 milioni di dollari anche il produttore di batterie A123 il cui fallimento è stato una delle cause principali di quello della Fisker, sembra intenzionato a rimettere in piedi la
produzione della
Fisker negli Stati Uniti, per entrare in competizione con la Tesla. Prima dello stop, la
Fisker Karma veniva costruita presso la Valmet in Finladia.
“Metterò ogni centesimo di utile della Wanxiang per spingere la produzione di auto elettriche, investendo tanto denaro quanto necessario per portare l'impresa al
successo, anche a costo di mettere in pericolo i conti della Wanxiang” ha detto all'agenzia
Bloomberg il magnate cinese, dimostrando una dedizione fuori dal comune.
LA KARMA TORNA - La produzione dovrebbe ripartire con la super lussuosa Fisker Karma (nelle foto, costava circa 100 mila euro) che però non è una elettrica pura, ma si tratta di una “range extender”: l'auto ha la trazione elettrica, ma quando le batterie si esauriscono vengono caricate da un motore a benzina che fa da generatore. Questa differenza tecnica può essere un limite o una carta vincente. Da una parte la concorrente Tesla Model S è una vera elettrica, però ha limitazioni di autonomia e tempi di ricarica di cui tenere conto. I numeri del mercato americano e, soprattutto, di quello cinese diranno chi ha giocato la carta migliore.