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In gara nel TCR con la Citroën C3 Max

Pubblicato 13 giugno 2016

Grandi emozioni a bordo della Citroën C3 Max nella gara del Campionato Italiano Turismo, che abbiamo disputato sul circuito di Misano Adriatico.

In gara nel TCR con la Citroën C3 Max

VINCE LA PASSIONE - Chi tra gli appassionati di auto non ha mai sognato, almeno da bambino, di fare il pilota? Il mondo delle competizioni fa venir fuori le emozioni più profonde del nostro animo: gioia, divertimento, entusiasmo... e, a volte, rabbia e delusione. Ma sono sempre emozioni autentiche, non filtrate dalle circostanze. La stessa passione spinge i meccanici, che fanno un lavoro massacrante dal punto di vista fisico e mentale (si lavora sempre sotto pressione), nel quale ogni operazione, anche quella più monotona e ripetitiva, richiede una straordinaria attenzione per non rischiare di vanificare settimane di lavoro. Tutto il team vive di passioni: altrimenti, non avrebbero senso gli investimenti che fa chi sceglie di partecipare alle gare, combattendo talvolta anche con i regolamenti, oltre che con gli avversari. È accaduto anche per la Citroën C3 Max con la quale lo scorso weekend abbiamo corso a Misano Adriatico una gara del Campionato Italiano Turismo.

DUE PAROLE SULLA “NOSTRA” AUTO - La C3 Max è “nata” l'anno scorso, quando la Citroën aveva deciso di scendere in campo nel CITE, il Campionato Italiano Turismo Endurance. E lo ha fatto in modo... inaspettato: sotto lo slogan “be different”, a braccetto con la 2T Course & Reglage (il team guidato da Massimo Arduini, già campione dell'Italian Touring Car Competition, a cui la casa francese ha affidato il progetto) e con la Procar Motorsport (esperti di gare, soprattutto nel mondo dei rally). Che cosa c'era di così originale? Il fatto di trasformare una tranquilla utilitaria di serie, una Citroën C3,  in un bolide da pista, la Citroën C3 Max. Nessuna “formula magica”, ma tanto lavoro, tanti investimenti, esperienza e professionalità. Che non è mancata neppure tra i piloti che hanno guidato la Citroën C3 Max nel CITE: non professionisti (salvo alcuni), ma tutti appassionati e desiderosi di vivere l'emozione delle gare. Infatti, la Citroën ha deciso di affidare la C3 Max ad alcuni giornalisti del mondo dell'auto, due per gara, tra cui anche noi (qui il nostro racconto del weekend di Imola dell'anno scorso). L’iniziativa è stata ripresa nel 2016: in un campionato che, però, è stato stravolto nel regolamento.

TUTTO CAMBIATO - Sulle “ceneri” del CITE è nato quest'anno il CIT, il Campionato Italiano Turismo: le gare non durano più 48 minuti come nel 2015, ma 25 più un giro conclusivo. La novità più importante riguarda però le vetture: non più suddivise in prima e seconda divisione, ma nelle due classi TCR (berline “duemila” turbo messe a punto ad hoc per le gare) e TCS, auto strettamente derivate dai modelli di serie, alleggerite e modificate solo in pochi elementi (gomme, freni, ammortizzatori e roll-bar) per renderle idonee alla pista. Questa modifica al regolamento era probabilmente dettata dall’intento di abbassare i costi, ma ha avuto solo l'effetto di far sparire team che ormai avevano sviluppato la propria auto sulla base delle vecchie regole. Anche la “nostra” Citroën C3 Max, che nel 2015 correva in seconda divisione, ha rischiato di vedersi esclusa, non potendo rientrare in nessuna delle due nuove categorie. È stata così chiesta una deroga per partecipare al TCR, accettando però di non prendere nessun punto in caso di piazzamenti: che l'anno scorso, nel CITE, non erano mancati...

ECCOCI A MISANO - Questa doverosa premessa serve a capire perché a Misano Adriatico lo scorso weekend fossero solo 13 le vetture iscritte: nove nella classe TCR (tutte Seat Leon, tranne la Honda Civic di Roberto Colciago e la “nostra” Citroën C3 Max) e solo quattro TCS, due Alfa Romeo MiTo, una originale station wagon (una Seat Leon ST Cupra) e una Peugeot 308 MI16. Quest’ultima è una 308 Gti stradale preparata sempre dalla 2T Course&Reglage e dalla Procar, che ha dominato entrambe le gare nella propria categoria guidata dallo stesso team manager Massimo Arduini e da Renato Gaiofatto. Nella classe TCR, invece, è stato Colciago a mettere in riga tutti: partito dall'ultima fila in entrambe le manche (per non aver disputato le qualifiche), ha sempre tagliato il traguardo per primo, ma in gara due è stato penalizzato di cinque secondi per un eccesso di irruenza nell'ultimo sorpasso. Penalizzazione che lo ha portato in classifica dietro al vincitore Alberto Viberti su Seat Leon. E noi, con la nostra C3 Max? Le prestazioni della vettura sono sempre state a metà tra quelle delle più potenti TCR (la C3 Max ha un motore 1.6 turbo, anziché un “duemila”) e delle TCS. Tra queste ultime solo la Seat Leon ST Cupra di Alberto Bassi aveva stupito tutti per i tempi ottenuti in qualifica il venerdì, e infatti ci era davanti nello schieramento. Poi però, sabato pomeriggio, in gara 1 ha cambiato passo e dopo una sosta ai box è giunta penultima, saltando successivamente la gara 2 che si disputava la domenica.

IN DIRETTA DALL’ABITACOLO - Ma una gara non è fatta solo di classifiche, soprattutto per chi vive questa esperienza da dentro l'abitacolo. Fin dalle prove libere di venerdì mattina abbiamo apprezzato i notevoli progressi della Citroën C3 Max rispetto allo scorso anno: i meccanici della Procar non ne hanno solo aumentato la potenza (ora i cavalli sono 300) e ridotto il peso (a poco più di 1000 kg), ma ne hanno migliorato la stabilità: nelle frenate decise (che a Misano non mancano) il posteriore non si alleggerisce troppo e non oscilla, permettendo di inserire l'auto in curva con grande sicurezza. Il circuito (4226 metri) dedicato a Marco Simoncelli non presenta saliscendi, ma è tutt'altro che facile, soprattutto per chi come noi non ci ha mai girato. Ascoltiamo con attenzioni i consigli del team manager Massimo e dell'ingegnere di pista Gianpaolo: con lui, proprio come “piloti veri”, analizziamo la telemetria dopo ogni sessione di test e capiamo dove possiamo migliorare. Le sue “dritte” sono preziose e ci permettono di sfruttare al meglio (al “nostro” meglio...) le potenzialità della Citroën C3 Max. 

ARRIVANO I PRIMI RISULTATI - Venerdì pomeriggio, dopo aver abbassato di quasi 3 secondi (da 1.55.419 a 1.52.614) il tempo nelle qualifiche rispetto alle prove libere del mattino, ci sentiamo al settimo cielo: partiremo ottavi in gara uno, ma fiduciosi di poter migliorare ancora la nostra prestazione. Infatti, ci sono ancora un paio di punti in cui non riusciamo a sfruttare al massimo la vettura. Ci scambiamo le impressioni con il nostro compagno di squadra Dario Pennica (giornalista di Sicilia Motori) per migliorare reciprocamente la nostra andatura: infatti, pur avendo avuto nelle qualifiche tempi simili, lui è più bravo nelle frenate, mentre noi riusciamo a sfruttare meglio l'uscita dal tornante del Tramonto, guadagnando velocità (13 km/h in più) nel rettilineo prima della curva del Carro. Rettilineo che è interrotto dal cosiddetto curvone, da fare in pieno (a quasi 200 km/h) prima di una frenata che può rischiare di sbilanciare l'auto. Cosa che non avviene con la Citroën C3 Max.

LA NOSTRA GARA - È sabato pomeriggio, e si disputa la prima delle due manche. Siamo noi a scendere in pista, mentra il nostro compagno di squadra si dedicherà alla gara di domenica mattina. È la prima volta che affrontiamo una corsa con partenza da fermi (fino all'anno scorso nel CITE si tagliava la linea di partenza con le auto in schieramento ma già lanciate). Non manca qualche timore, anche perché sappiamo che dalle retrovie arriveranno prestissimo “missili” come la Honda di Colciago e la Seat di Viberti, che partono ultimi ma vogliono (e possono) vincere. Decidiamo di non prendere rischi e alla prima staccata lasciamo passare persino chi sappiamo essere più lento di noi: avremo modo di ripassarlo dopo qualche curva. Il ritmo di gara è subito serrato, e ci accodiamo ai piloti più esperti pronti a imparare “il mestiere”.

QUALCHE BRIVIDO - Nelle gare l'errore è in agguato a ogni metro. E infatti ci basta mettere di pochi centimetri le ruote sull'erba in frenata per trovarci in testacoda. Viviamo l'incubo di aver buttato via la gara, ma per fortuna così non è. La “nostra” Citroën C3 Max si rimette subito in moto e ripartiamo dopo aver perso “solo” una ventina di secondi. Nella testa ci “rimbalzano” tutti i consigli di Massimo e Giampaolo, e ripensiamo al duro lavoro dei meccanici. Ora tocca a noi impegnarci per “vincere” la nostra gara. Ci concentriamo e i tempi sul giro ritornano a scendere. In pochi chilometri recuperiamo le due Alfa Romeo MiTo che passiamo senza difficoltà e dopo qualche giro riprendiamo anche la Peugeot 308 di Massimo Arduini, che ci dà strada. Abbiamo riagguantato la posizione che ci “spetta”, fra le TCR e le TCS. 

GRAN FINALE - Siamo oltre la metà gara ma le difficoltà non sono finite, perché iniziano i doppiaggi. Per radio ci segnalano dai box che a breve avremo alle spalle i primi della corsa. E infatti, dopo un paio di curve, vediamo i commissari che agitano le bandiere blu per segnalarci di dare strada. Lo facciamo con la massima attenzione, per non trovarci coinvolti in un incidente con auto in bagarre tra loro. Va tutto bene, anche quando sono due Seat a infilarci, una a destra e una a sinistra prima della staccata. Possiamo riprendere il nostro passo e correre (con le poche energie che ci rimangono) verso il traguardo. Dopo 25 minuti e un giro, la bandiera a scacchi mette il sigillo su una gara ricca di emozioni. Il nostro settimo posto vale per noi come una vittoria: sappiamo di aver dato il massimo nel weekend e di essere molto migliorati. È prima di tutto dalla sfida con se stessi che nascono le impagabili emozioni che solo il mondo delle corse sa regalare...



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Ritratto di IloveDR
14 giugno 2016 - 09:08
3
Grazie delle bellissime emozioni che ci avete descritto nell'articolo, rendendomi partecipe della Vs. gara...e in bocca al lupo...Forza C3 con la bandiera ITALIANA sugli sportelli...
Ritratto di bravehearth
14 giugno 2016 - 15:18
bel racconto emozionante. mi sembrava di stare anche io nell abitacolo!