PIÙ DISTRIBUTORI - Le premesse affinché il disegno di legge sul gas per autotrazione diventi legge ci sono tutte: la Camera l’ha infatti approvato all’unanimità. Destra e sinistra unite nell’accettare la proposta di Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico con delega all’energia: questo lascia presumere che arrivi l’ok anche del Senato. Se così sarà, si punterà alla liberalizzazione degli impianti di distribuzione, con la conversione dei vecchi distributori di benzina e gasolio in moderni impianti del gas (Gpl, metano e biometano). Un modo per snellire la rete di distribuzione, rendendola più efficiente. Il tutto andrà di pari passo con gli incentivi (per la diffusione del gas) a favore degli enti locali. È inoltre previsto lo snellimento delle procedure per ottenere le licenze della distribuzione: vincoli burocratici che paralizzano lo sviluppo della rete del gas.
POCHI IMPIANTI - Con questa legge sul gas, il legislatore affronta un vecchio problema: la scarsa diffusione dei distributori di gas in Italia, che frena lo sviluppo delle auto a Gpl e metano (leggi qui la news). A tale proposito, le nuove norme consentiranno anche di realizzare impianti domestici di ricarica per il gas, tramite allacciamento alla rete metanifera della città. Incentivare il gas significherà pure combattere l’inquinamento e far risparmiare: chi va a gas Gpl o metano spende dal 45 al 60% in meno rispetto a chi usa auto a benzina o a gasolio. Senza considerare che il metano ha l’Iva al 10%, la metà di quella su benzina e gasolio. E forse la razionalizzazione della rete di distribuzione (vecchia, frammentata e anti-economica) potrà far abbassare il prezzo di benzina e gasolio.
COSA PUÒ SUCCEDERE - Dopo l’eventuale approvazione del disegno di legge sul gas da parte del Senato, entro tre mesi un decreto interministeriale stabilirà i criteri per il self-service, per l’erogazione contemporanea negli impianti multi prodotto e per la trasformazione dei vecchi impianti in moderni distributori di metano.