Il 4 marzo 2022 è uscito Gran Turismo 7 in esclusiva sulle console Sony PS4, PS4 Pro e PS5, ossia il settimo capitolo di una delle saghe videoludiche dedicate al mondo dell’automobile più famose di sempre. Abbiamo avuto l’opportunità di provarlo su PlayStation 5 (quindi al massimo del suo potenziale grafico con una risoluzione di 3840x2160 a 60 fps) utilizzando una postazione apposita completa di volante, pedaliera e sedile racing, che la Sony ci ha messo a disposizione.
Gran Turismo è un brand che non ha bisogno di presentazioni. Sviluppato da Polyphony Digital e da Kazunori Yamauchi, game designer cultore del mondo dell’auto che nel 2017 è stato insignito anche di una laurea honoris causa in ingegneria del veicolo presso l'Università di Modena e Reggio Emilia. Esclusivo delle console PlayStation, il brand Gran Turismo nel corso dei 25 anni di vita (il primo capitolo ha debuttato su PlayStation nel 1997) ha venduto qualcosa come 80 milioni di copie. Gran Turismo 7 è un titolo cosiddetto “cross generation” poiché è disponibile sia per la passata generazione di console Sony, ossia PlayStation 4 e PlayStation 4 Pro, che per la recente PlayStation 5.
Da grandi appassionati, abbiamo provato questo Gran Turismo 7 con un certo timore reverenziale. Iniziamo con il dire che GT7 è un gioco dove il single player ha ricevuto una cura particolare, al contrario del precedente Gran Turismo Sport che invece era incentrato soprattutto sull’online. Il giocatore diventa quindi nuovamente protagonista, poiché per sbloccare tutte le modalità di gioco ed aver accesso alla mappa completa (racchiude le diverse modalità di GT) è necessario portare a termine determinate missioni. In quanto a varietà i numeri del titolo Sony sono di assoluto riferimento; il giocatore ha la possibilità di scegliere qualcosa come 420 auto con cui sbizzarrirsi nei 90 tracciati disponibili (non mancano tracciati che hanno contribuito a scrivere la storia del motorsport come Monza, Nürburgring e Suzuka). Inoltre, il videogame verrà continuamente migliorato dalla Sony attraverso gli aggiornamenti OTA, che includeranno anche dei contenuti aggiuntivi.
Nel nostro test abbiamo scelto un tracciato iconico come Laguna Seca e la Subaru BRZ. Dopo aver impostato gli aiuti alla guida al livello minimo, la sensazione che abbiamo provato dopo le prime curve è stata quella di essere al cospetto di un gioco che ha nell’equilibrio il suo punto di forza. GT7, infatti, non è una simulazione a tutti gli effetti, tuttavia, non è nemmeno un gioco arcade. È un titolo che è in grado di adattarsi a tutti i tipi di videogiocatori e questo è possibile settando i vari livelli di aiuti. Ciò non toglie che impostando a zero tutti gli ausili elettronici è davvero dura tenere in pista l’auto, specie se parliamo di bolidi da oltre 700 CV. I programmatori hanno evoluto la fisica del modello di guida e in GT7 è necessario fare ancora più attenzione a dosare acceleratore, freno e sterzo. La fisica di guida poi è molto più sovrasterzante, quindi l’auto tenderà a partire di posteriore (correggere la vetture in curva è molto appagante). Quello che abbiamo appurato nel nostro test è che per ottenere risultati concreti nel gioco Sony è necessario sviluppare la giusta sensibilità, ossia entrare in “simbiosi” con il volante e la pedaliera, avendo “rispetto” dell’auto che si sta guidando. Questo significa che non possiamo pretendere di tenere in pista una Bugatti Chiron, spingendo in fondo il pedale dell’acceleratore in uscita di curva. Abbiamo parlato di volante e pedaliera poiché sono le periferiche altamente raccomandate se si desidera un’esperienza di guida degna di tale nome. In commercio esistono volanti da poco più di 300 euro come il Logitech G29, che garantiscono un’ottima risposta. Nella prova abbiamo impiegato il Trustmaster T-GT II, che costa 749 euro e assicura un’accurata sensibilità, oltre che un sofisticato sistema di vibrazione che si sincronizza con l’auto e con la nostra modalità di guida. In alternativa, è comunque possibile utilizzare il feedback aptico e i trigger adattativi del DualSense di PS5 (il pad in dotazione della console). Ribadiamo comunque che volante e pedaliera restano altamente raccomandati, anche solo per il feedback ricevuto. Banalmente, se si intende fare una staccata degna di tale nome, senza però arrivare a bloccare gli pneumatici posteriori, è necessario premere con la giusta veemenza il pedale del freno, esattamente come accadrebbe in un contesto reale.
Un altro elemento che ci è saltato subito all’occhio è la fedeltà della riproduzione dei modelli poligonali delle auto, che sono stati realizzati con una cura maniacale dei dettagli sia per quanto riguarda la carrozzeria che per gli interni. La Poliphony, che ha sviluppato Gran Turismo, collabora attivamente con le varie case automobilistiche al fine di creare un modello 3D che sia il più rispondente possibile alla realtà. Inoltre all’interno del gioco sono presenti alcuni modelli unici come la Porsche Vision GT, progettata dalla casa automobilistica tedesca con il supporto del programmatori di Polyphony Digital esclusivamente per GT7.
Ma Gran Turismo 7 è anche personalizzazione e customizzazione e quindi questo settimo capitolo non poteva esimersi dal contenere un corposo programma utilizzabile sia per personalizzare la vettura, sia per incrementarne le prestazioni. Tra le tante collaborazioni di cui può fregiarsi GT7 vi è quella con la Brembo, la famosa casa italiana leader nel mondo negli impianti frenanti prestazionali. Durante il nostro test, con il supporto di Paolo Oldoni, responsabile progettazione impianti Upgrade Auto di Brembo, abbiamo avuto modo di provare una Toyota GT86 con impianto frenante standard e poi con impianto specifico Brembo. La differenza di risposta è stata tangibile; dopo l’installazione dell’impianto lo spazio di arresto si è ridotto e la vettura è risultata molto più stabile in frenata.
In conclusione Gran Turismo 7 è un gioco che ha nel sofisticato, ma scalabile, modello di guida, il suo punto di forza. Per arrivare a essere competitivi, soprattutto quando si prosegue nella carriera, è necessario affinare la propria sensibilità. Senza dimenticare che in questo nuovo capitolo è stato introdotto il meteo dinamico (in pratica nel corso della stessa gara si può passare dal sole alla pioggia) che rappresenta un game changer, specie nelle competizioni online. Per trovare dei difetti a GT7 è necessario far ricorso a quello che è una sua lacuna storica, ossia, l’assenza dei danni alle auto e il livello non eccelso dell’intelligenza artificiale. Ma quest’ultimo particolare dovrebbe essere migliorato grazie a un aggiornamento OTA.
Indubbiamente, un altro aspetto dove brilla il titolo in esclusiva per PlayStation, è quello legato al collezionismo. Proseguendo nel gioco e guadagnando crediti (è comunque possibile acquisire crediti anche mediante acquisti in-app) vincendo le gare o portando a termine missioni o campionati, è possibile costruirsi il proprio garage (virtuale) dei sogni. Nel complesso sono presenti oltre 400 auto, sia attuali che legate al passato, alcune di esse possono essere acquistate anche nelle concessionarie presenti nel gioco. Grande spazio è stato giustamente dato alle sportive giapponesi, con delle descrizioni dei singoli modelli ricche di particolari.
Bolidi che possono essere “vissuti” anche attraverso la modalità foto che consente di fotografare la propria auto in alcune delle città e dei luoghi più belli al mondo e condividere poi gli scatti sui social o semplicemente utilizzarli come sfondi per il desktop. La fedeltà dei modelli 3D è manicale, tanto che si fa molta fatica a distinguere una foto “vera” dal rendering estrapolato dal videogioco. Per portarsi a casa Gran Turismo 7 servono 79,99 euro per la versione per PS4 e PS5, a cui bisogna aggiungere il costo della console PS4 (299 euro), PS4 Pro (399 euro) o PS5 (499,99 euro), ed eventualmente quello di un volante (299 euro) e di una postazione di guida, che comprende il sedile di tipo racing (da 229 euro).