CHE CALDO! - Uno degli argomenti preferiti degli inglesi è il tempo, da loro spesso piovoso e più di tutto imprevedibile. L’ennesima dimostrazione è arrivata lo scorso weekend, al Goodwood Revival. Alla manifestazione di gare d'auto d'epoca che chiede a spettatori, piloti e meccanici di vestirsi in tono con l’ambientazione e con le vetture che si sfidano in pista (cioè come andava di moda fra gli anni 30 e 60 del secolo scorso) di solito spiccano giacche di tweed, pantaloni di flanella e robuste scarpe di cuoio. Quest'anno, no: nel fine settimana piu caldo che si ricordi nel sud dell'Inghilterra, solo i più eroici portavano la cravatta. E l'afa dominava i discorsi.
PER TUTTI GUSTI - Le temperature sui 30 gradi hanno messo a dura prova auto, moto e piloti, che comunque hanno dato vita al consueto, grande spettacolo. In pista e fuori. Chi viene per la prima volta al Revival (che si tiene ogni anno a settembre) fatica a badare alle tante attrazioni. Le gare restano il clou, ma poi ci sono i box aperti a tutti, i negozi in stile, centinaia di stand che spaziano dall’abbigliamento ai restauri, le band musicali con piste da ballo annesse. E poi, ancora, gli aerei (d'epoca, ovvio!), il Salone con anche le ultime novità (come la Aston Martin DB12 Volante e le nuove Mini 3 porte e Mini Countryman), le giostre, gli spettacoli improvvisati… e ci siamo dimenticati certo qualcosa.
IL CANTO DELLE GT FERRARI - Ma torniamo alle gare. Siamo in Inghilterra, ed è logica una presenza nutrita di bolidi locali, Lotus e Jaguar in primis. Ma la varietà è notevole. Per esempio, a sfidarsi a colpi di controsterzo e di cambiate a 8000 giri quest'anno c'erano una trentina di Porsche 911 prima serie, anni 65-66, che hanno gareggiato nel Fordwater Trophy. E poi, una marea di auto italiane: Ferrari, Maserati, Alfa Romeo. Alle granturismo da competizione dei primi anni 60 del Cavallino è stato dedicata la Lavant Cup, con una quindicina fra 250 GT SWB, GTO e LM spremute al massimo lungo il nastro d'asfalto sinuoso, ondulato e molto veloce: i 12 cilindri delle auto che hanno contribuito a creare il mito Ferrari hanno potuto esprimersi a piena voce, in un “canto” da brividi per i più appassionati. Una Maserati barchetta 250 S ha invece vinto la prima gara del Revival, il Freddie March Memorial Trophy, che ha chiuso la giornata del venerdì: vedere queste macchine così eleganti e ricche di storia sfrecciare nell'ora del tramonto ha un fascino tutto particolare. Ha vinto una Rossa, come dicevamo, ma solo dopo che una Jaguar C-Type ha dovuto ritirarsi; al suo volante c'era Jenson Button, il campione del mondo di F1 nel 2009.
SFIDA MINORE? NON PROPRIO… - Sempre da Button, è arrivata una delle esibizioni più entusiasmanti. E non mentre era al volante di chissà quale rarissimo bolide, ma di una Giulietta Ti, la berlina Alfa Romeo di fine anni 50. La gara dedicata alle auto di serie (all'apparenza…) è il St. Mary's Trophy, che si svolge in due sessioni: una al sabato e una alla domenica. Quella da non perdere è la prima, perchè i proprietari lasciano pilotare la loro vettura a stelle di prima grandezza delle competizioni. E se quest'anno il più veloce è stato Romain Dumas, due volte primo a Le Mans e quattro alla cronoscalata Pikes Peak, che è riuscito a compensare la maneggevolezza da transatlantico della mastodontica Ford Thunderbird con la spinta erculea del V8 7.000, per il quarto e quinto posto si sono sfidati per l’appunto Button e Jimmie Johnson, che ha vinto sette campionati Nascar e che a Goodwood guidava un'utilitaria, la Austin A40. Vedere all'opera i due assi è stata la dimostrazione che i fuoriclasse sanno esaltarsi ed esaltare con qualunque auto e per qualunque posizione. Ed è stato bello, a fine gara, prima di riportare le auto ai box, vederli scherzare sugli episodi della sfida.
E INFINE, LA PIOGGIA - Dicevamo del caldo ben poco inglese, ma la domenica ha rimesso le cose a posto: proprio prima della partenza del Rac TT, altra gara da gustarsi a fondo, è arrivata una pioggerellina leggera ma insistente. Non proprio il massimo per delle auto (Jaguar E-Type, Cobra, Corvette e simili) che già sull'asciutto richiedono molto rispetto e molto talento, dato che i cavalli superano di gran lunga il grip disponibile. E infatti, la gara si è dovuta fermare quando una meravigliosa Bizzarrini (frutto dell'ingegno dell'omonimo progettista livornese e spinta da un V8 Chevrolet) ha rifiutato di farsi domare per l'ennesima volta ed è finita contro le protezioni, con un danno purtroppo pesante. Alla ripartenza, la sfida per le prime posizioni ha coinvolto una Jaguar e la Cobra che aveva dominato nelle prove sull'asciutto. Alla fine, la GT americana ha dovuto lasciare il passo: la brutalità del V8 non aiuta certo ad andare più forte, quando devi lottare col volante per far andare l'auto più o meno dove vorresti, mentre il tachimetro indica 200 e più all'ora…