IMPATTO AMBIENTALE RIDOTTO - Pochi giorni fa la Goodyear ha presentato il concept del suo primo pneumatico realizzato al 90% con materiali a basso impatto ambientale. Questa nuova copertura è più di un dimostratore perché ha già superato i test del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ed è approvata per l’utilizzo stradale. La sostenibilità è ulteriormente migliorata dal fatto che questo concept ha evidenziato una minor resistenza al rotolamento rispetto ad uno pneumatico tradizionale e quindi ha il potenziale per diminuire i consumi e quindi le emissioni, aumentando inoltre l’autonomia delle auto elettriche, che hanno comunque emissioni locali zero. Questo pneumatico migliora la già buona percentuale (70%) di materiali sostenibili esibita da un concept dell’anno scorso e andrà in produzione già quest’anno per essere testato da alcuni fornitori partner. La filiera dei materiali richiesti è alquanto diversa da quella convenzionale e quindi Goodyear sta studiando l’approvvigionamento di questi materiali per produrre il pneumatico su vasta scala.
UNA RICETTA ‘PULITA’ - L’obiettivo della casa di Akron (Ohio) è introdurre il primo pneumatico sostenibile al 100% entro il 2030. Anche se non sembra, le ‘gomme’ sono oggetti molto complicati che nascono dall’unione di decine di ingredienti diversi e per ognuno di essi occorre trovare un sostituto ecologico che abbia prestazioni almeno pari a quello che sostituisce. Uno dei costituenti più importanti è il nerofumo, che viene usato per rinforzare la mescola aumentandone la durata. La produzione tradizionale prevede di letteralmente bruciare vari derivati del petrolio, ma per questo pneumatico Goodyear usa 4 diversi tipi di nerofumo prodotti a partire dal metano, dall’anidride carbonica e olio vegetale e olio di pirolisi (è la combustione in assenza di ossigeno che emette pochissimi composti nocivi) estratto dai pneumatici a fine vita.
DALLA SOIA AI PINI - Nella mescola è anche presente dell’olio, che ha il compito di mantenere la mescola del pneumatico flessibile anche a bassa temperatura. Goodyear ha usato olio di soia invece di quello minerale, usando quindi una risorsa biologica che riduce l'uso dei derivati del petrolio. La maggior parte della soia viene consumata per l'alimentazione ma è possibile un approvvigionamento da destinare alla produzione degli pneumatici. Altro ‘ingrediente’ non molto conosciuto sono le resine, utilizzate per migliorare la trazione degli pneumatici: in questo concept Goodyear sostituisce quelle tradizionali ricavate dal petrolio con resine di pino bio-rinnovabili. Anche la silice è un ingrediente molto utilizzato nelle coperture perché questo additivo riesce a conciliare un grip elevato (di solito appannaggio delle mescole morbide) con una bassa resistenza al rotolamento, che richiederebbe mescole più tenaci. Questo pneumatico dimostrativo usa silice prodotta dalla lolla di riso (RHA silica), un sottoprodotto della lavorazione del riso che spesso viene inviato in discarica.
BOTTIGLIE VUOTE E POLIMERI CERTIFICATI - Notiamo che Goodyear, a oggi, ha 8 gamme di pneumatici stradali e alcuni modelli racing che già usano olio di soia mentre dal 2018 ha più che raddoppiato l'uso di silice RHA nella costruzione dei suoi pneumatici. Il poliestere usato per le corde di rinforzo proviene dal riciclo delle bottiglie usate: esse vengono convertite in prodotti chimici di base che vengono usati per formare poliestere tecnico che viene filato per produrre le corde stesse. I fili e le corde d'acciaio che rinforzano i talloni e la struttura del pneumatico sono fatti di acciaio riciclato prodotto grazie a un processo che usa l’arco elettrico: EAF- Electric Arc Furnace. Il processo EAF ha un consumo energetico minore e permette inoltre di includere un maggiore contenuto di metallo riciclato, riducendo quindi le emissioni di gas serra rispetto all'altoforno. Nel pneumatico concept di Goodyear sono inoltre presenti anche i polimeri certificati ISCC -International Sustainability & Carbon Certification che aumentano la percentuale di materie prime bio e bio-circolari.