GRAVE IMPATTO AMBIENTALE - Il grido di allarme lo ha lanciato Greenpeace, la famosa organizzazione ambientalista: il gasolio che normalmente utilizziamo viene miscelato con biocarburanti vegetali derivati da colza, soia e olio di palma. Si tratterebbe di una scelta ben precisa delle compagnie petrolifere per venire incontro alle direttive dell'Unione Europea che, per abbattere la quantità di CO2 emessa dalle auto, spinge a un incremento dell'uso dei biocarburanti. Come rivela però Greenpeace, le direttive comunitarie non specificano che tipo di biocarburante utilizzare (se di derivazione vegetale o animale), con il rischio che diversi terreni agricoli vengano convertiti per la produzione di biocarburante andando ad incrementare il processo di deforestazione e impoverimento del suolo. In pratica, sostiene Greenpeace, si corre il rischio che alla fine i biocarburanti abbiano un impatto ambientale maggiore dei combustibili fossili.
TRA IL 5 E 7% - Dallo studio “Metti (l'estinzione di) una tigre nel motore” condotto da Greenpeace, emerge che tra i 92 campioni di diesel raccolti in diverse stazioni di servizio delle principali compagnie petrolifere in nove Paesi europei (tra questi Austria, Francia, Germania, Italia e Svezia), c'è una concentrazione di biocarburanti che oscilla tra il 5 e il 7%. Nel gasolio distribuito in Italia sarebbe stata trovata un'alta percentuale di olio di palma, mentre in quello francese sarebbe maggiore la concentrazione di soia, a dimostrazione che oggi non c'è nessuna regola comune per lo sfruttamento delle risorse per la produzione di biocarburante.
+170% NEL 2020 - Quello che più preoccupa Greenpeace è il target imposto dall'Unione Europea sull'utilizzo dei biocarburanti: dovrebbe crescere del 170% entro il 2020, rispetto ai dati del 2008, come previsto di Piani d'Azione per le Energie Rinnovabili. In questi giorni la Commissione dovrebbe rivedere le strategie per ridurre gli effetti della produzione di biocarburante: Greenpeace auspica che venga introdotta una legislazione che richieda ai fornitori di energia e carburanti di prendere in considerazione gli impatti sul clima dovuti alla produzione di biocarburanti.