Il design della nuova Hyundai i10 porta la firma di Davide Varenna (foto qui sopra), giovane milanese che dopo la laurea al Politecnico è entrato a far parte del centro stile europeo della Hyundai di Rüsselsheim, in Germania. In occasione del lancio italiano della citycar, abbiamo fatto una chiacchierata con lui.
Quali sfide deve affrontare il designer nello sviluppo di una citycar come la i10?
Le normative sulla sicurezza e la fattibilità progettuale pongono sempre dei limiti al designer, ma in un’auto piccola come la i10 è ancora più difficile gestire in modo omogeneo tutte le problematiche, proprio per un discorso di dimensioni. Bisogna poi considerare il prezzo: un’auto di questo tipo non può disporre di tutte le tecnologie usate nei modelli più grandi, e anche quando sono presenti vanno previste delle alternative per le versioni meno accessoriate. Un esempio? I fari. La nuova i10 è dotata del sistema con illuminazione statica degli angoli, le luci di svolta, ma solo nella versione Prime. Questo comporta che nella scelta dell’ingombro del faro e della sua dimensione minima si debba tenere conto di entrambe le versioni.
A che cosa si è ispirato nel dare forma alla i10 e quali sono i tratti più caratteristici?
Come si nota già dalle luci anteriori, la i10 è composta da una miscela di linee molto diverse tra loro, dalle più morbide alle più affilate, amalgamate fra loro in modo da poter piacere a una clientela molto variegata. Uno degli elementi distintivi sono le luci diurne circolari, che facevano parte del Dna della precedente generazione. Abbiamo deciso di mantenerle come tratto distintivo, modernizzandole. Ora sono composte da sette led ciascuna, e riprendono il motivo a nido d’ape presente sul montante posteriore e all’interno. Ogni trattamento delle superfici cerca poi di risolvere il problema delle dimensioni per ottenere l’effetto desiderato. Lo possiamo vedere, per esempio, nei passaruota. Sono contraddistinti da una linea marcata che aiuta a dare più volume alla superficie sovrastante, rende la fiancata più muscolosa e incornicia le ruote, sottolineando la maggiore dimensione dei cerchi in lega da 16”.
E poi c’è la versione sportiva N-Line, in arrivo tra qualche mese…
Sì, l’ha curata il collega Sergey Konkov, che ha trovato il modo di darle un carattere molto diverso disegnando nuovi cerchi e paraurti. Non è certo un compito facile, quando si parte da una base prestabilita e si possono cambiare pochi elementi.
I moderni sistemi di sicurezza attiva richiedono un numero sempre maggiore di sensori e telecamere. Come si integrano nel design delle auto?
Nel caso della i10 siamo stati fortunati, perchè tutti i sistemi di sicurezza sono gestiti da una telecamera posta dietro il parabrezza. Tuttavia, in generale, l’utilizzo di sensori e di radar sta influenzando molto il nostro lavoro. Ogni volta bisogna trovare il modo integrare e nascondere questi elementi, senza però creare interferenze nocive per il loro funzionamento. Questo significa utilizzare, nelle zone vicine, poche nervature e ampie superfici piatte.
Cosa significa per un giovane designer lavorare in una realtà come Hyundai?
È una grande responsabilità lavorare per un’azienda che vende milioni di auto ogni anno. Bisogna realizzare prodotti di grande valore complessivo, e per questo al lavoro del designer si affianca un team di progettazione composto da centinaia di tecnici, che rendono realtà le auto che disegniamo. Al tempo stesso, abbiamo tanta libertà. Nel nostro team, c’è sempre la voglia di creare qualcosa di nuovo, forme e soluzioni inedite.