BOOMERANG - Non succede spesso, ma ogni tanto capita che le pubblicità abbiano un effetto negativo su chi le promuove. Succede quando qualcosa dello spot urta qualche sentimento o principio avvertito a livello di massa ma non adeguatamente considerato dal creativo pubblicitario autore dello spot. In questi casi l’azienda committente della pubblicità viene vista come la responsabile di tutto e su di essa si scaricano gli strali dei contestatori dello spot incriminato. L’ultimo caso del genere è successo in Gran Bretagna e ha per protagonista la Hyundai.
INQUINAMENTO MENTALE - Uno spot realizzato per promuovere l’impegno della casa coreana in materia di auto rispettose dell’ambiente (video qui sotto) mostrava un aspirante suicida che voleva farla finita ricorrendo ai gas di scarico dell’auto su cui era seduto. Senonché l’auto in questione è una Hyundai a emissioni zero e dunque il tentativo suicida fallisce. E questa è stata la grande trovata del creativo, cui evidentemente non ha mai avuto occasione di considerare il suicidio nella sua tragicità.
LE REAZIONI - La cosa ha suscitato ampie critiche, con l’accusa alla Hyundai di insensibilità. La reazione negativa si è accentuata quando proprio un pubblicitario londinese ha lanciato in Internet con cui ha reso pubblico il suo sconcerto nel vedere il filmato, in quanto gli ha ricordato il suicidio del padre commesso proprio con le modalità evocate dallo spot quando lui aveva cinque anni.
LE SCUSE - Da parte della Hyundai e della agenzia che ha realizzato lo spot sono poi arrivate le scuse e la decisione di ritirare il filmato. Non è dato a sapere se dopo l’episodio è prevalsa la preoccupazione su che cosa fare per rimediare alle conseguenze negative per il marchio. Sperando che nella mente di qualche estremista della pubblicità non abbia prevalso il ragionamento: “l’importante è che se ne parli”.
Di seguito una precisazione della Hyundai. "Il video è stato prodotto e postato su Youtube, per un solo giorno, dall'agenzia di pubblicità Innocean Worldwide Europe, al fine di valutare il riscontro di un pubblico selezionato sull’idea di utilizzare la figura dell’iperbole per raccontare i vantaggi di un prodotto senza alcun fine commerciale".