PREZZI PAZZI - Come previsto, il prezzo della benzina sta schizzando alle stelle, sforando quota 1,6 euro al litro. Per la verde, la Esso ieri consigliava ai proprio distributori un prezzo di 1,613 euro, che rappresenta un record storico (ma già oggi siamo a 1,595 euro). Non va meglio per il gasolio: la Shell è arrivata oggi a suggerire un prezzo di 1,480 euro al litro. Un rialzo pressoché scontato, dopo l’aumento delle accise deciso dal governo nei giorni scorsi: 0,19 e 4 centesimi in più al litro per finanziare, rispettivamente, il Fondo unico dello spettacolo e la cosiddetta “emergenza immigrati”. Rincari che hanno portato a una media di 1,592 euro al litro per la benzina e di 1,472 euro al litro per il gasolio.
COSTI EXTRA PER 488 EURO - Si tratta di valori che, secondo l’associazione di consumatori Adoc, superano dell’8,7% circa la media europea. Questo, facendo i calcoli sulla base dei prezzi consigliati dalle compagnie, perché quelli concretamente ottenuti alla pompa posso discostarsi anche parecchio. Basti pensare che, come è emerso dal monitoraggio effettuato dal portale web Quotidianoenergia, in alcuni distributori del Sud Italia si sono toccati anche gli 1,641 euro per la verde e gli 1,510 euro per il diesel. Secondo le associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori, tra costi diretti e indiretti (dovuti al fatto che gran parte dei beni di consumo viaggia su gomma) ci troveremo a dover fare i conti con una spesa extra di 488 euro.
MECCANISMO “PERVERSO” - Tutto questo, nonostante il calo dei costi d’estrazione e produzione sostenuti dalle compagnie petrolifere. Sì, perché in base alle rilevazioni dell’Unione Petrolifera citate dal quotidiano il Corriere della Sera, se il costo industriale del carburante è sceso di tre centesimi al litro, quello alla pompa è invece salito di 4,4 centesimi, spinto dall’aumento delle tasse. La Coldiretti, associazione che rappresenta gli imprenditori agricoli, denuncia: “La spesa per il pieno ha ormai sorpassato quella per il cibo”.