UN SETTORE CHE SCOTTA - Il caro tariffe Rca è una spina nel fianco di tutti gli automobilisti (le associazioni dei consumatori denunciano un aumento del 170% dal 1994 a oggi), e nel 2010 la situazione non è affatto migliorata: si sono visti i prezzi delle polizze che volano anche per i guidatori virtuosi che non causano incidenti; le compagnie che scappano da certe zone del Sud dove si verificano numerosi sinistri; e un aumento dei casi di evasione dell’obbligo a circolare con la copertura assicurativa (specie nel Mezzogiorno). Così si spiega l’intervento dell’Isvap (l’Istituto che vigila sulle assicurazioni): una dozzina di pagine sottoposte al governo per far scendere le Rca del 15-18%. Vediamole in sintesi.
LESIONI GRAVI - Non esiste una norma specifica che quantifichi con precisione il risarcimento per i gravi danni alla persona (le lesioni permanenti con oltre il 9% di invalidità): i rimborsi variano anche a seconda della città in cui si verifica l’incidente. L’Isvap sottolinea la necessità di una tabella medico-legale delle menomazioni e dei valori economici dei punti d’invalidità. Obiettivo, ridurre le cause in tribunale, e quindi i costi a carico delle assicurazioni.
“MICRO-DANNI” - Troppe truffe in Italia per le lesioni tabellate sotto il 9% di invalidità permanente (vedi i lievi colpi di frusta in seguito a tamponamenti). L’Isvap ritiene opportuna una verifica a campione, da parte di commissioni regionali, per controllare che la lesione fisica sia reale e non simulata.
INDENNIZZO DIRETTO - Nel 2008, la Corte costituzionale ha stabilito che è facoltativa la procedura di indennizzo diretto, introdotta nel 2007 (il rimborso viene effettuato dall’assicurazione di chi ha subìto il danno, e non da quella del responsabile dell’incidente). Secondo l’Isvap, serve una legge che stabilisca l’obbligatorietà del risarcimento diretto, che comunque (stando all’Istituto) ha ridotto i tempi dei rimborsi: 49 giorni nel 2009 contro i 55 del 2007.
RISARCIMENTO IN FORMA SPECIFICA - Ci sono assicurazioni che, in cambio di uno sconto sulla Rca, fanno riparare l’auto incidentata da un proprio carrozziere, appartenente a una rete di riparatori convenzionati. L’Isvap vede con favore queste procedure, ma non reputa opportuno che siano introdotte come obbligatorie per tutte le compagnie.
DOCUMENTI TAROCCHI - C’è chi stampa falsi contrassegni e certificati Rca, rivendendoli a basso prezzo: ovviamente, chi li compra circola senza copertura assicurativa. Secondo l’Isvap, bisognerebbe rendere più difficile la contraffazione dei documenti assicurativi. In futuro, si può pensare a un’alternativa (chip elettronici?) ai contrassegni e certificati cartacei.
MULTE - Circolando senza Rca, si subisce una sanzione di 779 euro. Per l’Isvap servono pene più dure: fino alla confisca dell’auto, se chi ha comprato la Rca falsa era consapevole della frode.
CONTRO I “FURBI” - Dopo la banca dati antifrodi dell’Isvap, che già esiste, serve (secondo l’autorità) una specifica unità antitruffe coordinata con le forze di polizia per scovare chi inventa gli incidenti. In caso di sinistro, l’Isvap auspica che, prima della riparazione dell’auto, gli assicurati siano obbligati a mettere a disposizione delle assicurazioni la macchina incidentata. Se un sinistro è in odore di truffa, con una nuova norma, la compagnia dovrebbe avere diritto a sospendere l’offerta di risarcimento.
TACITO RINNOVO - Oggi i contratti Rca prevedono il tacito rinnovo: se l’automobilista non comunica all’assicurazione l’intenzione di porre fine alla polizza, questa prosegue per un anno, in automatico. L’Isvap reputa opportuno abolire il tacito rinnovo per stimolare i guidatori a cercare nuove assicurazioni, e per favorire la concorrenza.
BONUS MALUS - Il sistema bonus malus con 18 classi di merito premia chi non causa incidenti (si scende di una categoria pagando una Rca meno costosa), e punisce chi provoca un sinistro (si sale di due classi e la Rca diviene molto più cara). Ma oggi sono in troppi gli automobilisti virtuosi, quelli in classi di merito basse (il 90% è in una categoria che va dalla prima alla terza). Così il parametro “classe di merito” perde di significato: l’Isvap reputa indispensabile una modifica al sistema bonus malus.