RITORNO ALLE ORIGINI - Il reparto della Jaguar che si occupa di auto storiche sta attraversando un intenso periodo di lavoro, dopo che l’azienda inglese ha deciso di riportare alla luce storiche vetture del suo passato: negli scorsi anni ha costruito esemplari fedeli alle specifiche originali delle E-Type Lightweight e XK-SS, modelli assemblati in pochissimi esemplari identici a quelli del 1963 e 1957. Al filone si aggiunge ora la Jaguar D-Type, che risale al 1954. La casa aveva previsto di fabbricarne in 100 esemplari, ma ha realizzato fino ad ora “solo” 75 unità. Le restanti 25 verranno completate nel 2018 e saranno poi messe in vendita, a prezzi che si annunciano superiori al milione di euro.
DUE VERSIONI - Il progetto si chiama Jaguar Continuation ed è rivolto ai collezionisti più facoltosi, che vogliono possedere un’auto storica di grande pregio in condizioni pari al nuovo. I tecnici della Jaguar Classic hanno ripreso infatti i disegni originali della Jaguar D-Type e sono rimasti fedeli al progetto degli Anni 50, completando quello che i loro predecessori non erano riusciti a terminare. Il risultato è un’auto identica in tutto e per tutto a quella del 1954, ordinabile per di più nelle versioni soprannominate Short Nose (Naso Corto) e Long Nose (Naso Lungo), diverse fra loro per le dimensioni dell’ala posteriore. In aggiunta ai 25 esemplari di vendita ne sarà costruito un ventiseiesimo, sul quale i tecnici hanno effettuato tutti i calcoli e le sperimentazioni, esposto da oggi alla rassegna per auto storiche Salon Retromobile di Parigi.
SUCCESSI A LE MANS - La Jaguar D-Type è un’auto da corsa priva del tetto assai innovativa per la sua l’epoca, dotata cioè di una monoscocca in alluminio ispirata agli aerei e molto curata sotto il profilo aerodinamico. Il suo motore era un sei cilindri in linea da 3.4 litri. La D-Type si affermò come una delle migliori auto da corsa degli Anni 50 e vinse tre edizioni consecutive della 24 Ore di Le Mans, dal 1955 al 1957. L’esemplare primo al traguardo nella gara del 1956 è stato battuto all’asta due anni fa per quasi 22 milioni di dollari.