I VEICOLI DEL FUTURO? ELETTRICI E A IDROGENO - È quanto emerge da Klimamobility, rassegna dedicata alla mobilità sostenibile andata in scena alla Fiera di Bolzano dal 19 al 22 settembre (nelle foto). Un evento che alterna le aree espositive e di test drive con convegni internazionali che anticipano le tendenze del futuro della mobilità. Che saranno a emissioni zero e intermodali, cioè che prevedono l’uso del mezzo più efficiente ed economico per spostarsi da un luogo all’altro. In tale direzione vanno, ad esempio, i progetti Smile ed eMorail attivati in Austria, con il primo che prevede un biglietto unico per l’utilizzo di più servizi (bus, treno, bike e car sharing) e il secondo che associa la tecnologia digitale con la condivisione del trasporto. Nel concreto, quest’ultimo consente ai pendolari delle zone rurali di usufruire di un’auto elettrica (in alternativa la bici a pedalata assistita) per andare e tornare dalla stazione condividendo le spese con la Posta che impiega la vettura durante il giorno e gli altri utenti che intendono usarla nel fine settimana. Il tutto gestito con lo smartphone, dal quale si possono acquistare e controllare gli orari (compresi eventuali ritardi) dei mezzi pubblici, verificare lo stato delle batterie e modificare i tempi di noleggio.
L’ERA DELL’IDROGENO - Per i tragitti più lunghi la soluzione emersa a Bolzano è l’idrogeno, anche se appare stimolante il progetto tedesco che prevede di realizzare stazioni di ricarica rapida lungo l’autostrada che collega Monaco a Lipsia (con ipotesi di prolungamento a Berlino e Vienna) per consentire il viaggio anche a modelli a batterie. Più concreta, però, appare la proposta emersa all’European Hydrogen Road Tour 2012, un viaggio dimostrativo di un mese attraverso l’Europa a bordo di modelli a celle a combustibile di Mercedes, Honda, Hyundai e Toyota, che ha aperto la seconda edizione di Klimamobility. Un evento che ha rimarcato l’intento della case automobilistiche a proseguire nella strada dell’idrogeno. La svolta dovrebbe arrivare nel 2015, anno nel quale molti marchi hanno pianificato il debutto dei propri modelli fuel cell con listini in linea con quelli delle attuali ibride. A fare slittare i tempi, più che questioni tecniche (la tecnologia è ritenuta affidabile, ma si sta ancora cercando di contenere i costi di produzione), sono quelle politiche, in particolare legate alla realizzazione delle infrastrutture.
TRANSIZIONE LENTA - I progetti in opera sono molti, soprattutto nel Regno Unito, in Francia, nei Paesi scandinavi e in Germania (50 distributori entro il 2015). Nella Penisola quello più attrattivo è il Corridoio Verde che prevede la costruzione di stazioni di rifornimento di H2 (5 in Italia, una a Bolzano) ogni 90-100 km lungo l’asse autostradale che collega Modena a Monaco di Baviera. Di certo c’è solo che la transizione dall’era del petrolio a quella dell’idrogeno sarà necessariamente molto lenta ma, secondo i relatori, inevitabile. Oltre ai vantaggi in termini di abbattimento delle emissioni di gas serra e di inquinamento atmosferico e acustico, che dovrebbero contribuire a ridurre le spese sanitarie, la mobilità a idrogeno (ed elettrica) dovrebbe contribuire al rilancio dell’economia del Vecchio Continente. Fornendo nuove opportunità d’impresa, creando posti di lavoro e, soprattutto, permettendo ingenti risparmi derivati dalla minore importazione di greggio, il cui prezzo nel lungo periodo è destinato a salire.