DI PADRE IN FIGLIO - Era il 1954 quando a Cavriago, piccolo centro in provincia di Reggio Emilia, Renzo Landi e la moglie Giovannina Domenichini creano un'azienda per la progettazione e produzione di impianti a gas, la Officine Meccaniche Landi Renzo. Un debutto festeggiato a distanza di 60 anni con un evento speciale nel quale Stefano Landi, figlio del fondatore e attuale amministratore delegato della società, ha ripercorso le principali tappe della piccola officina che sarebbe divenuta una delle protagoniste mondiali del settore del Gpl e metano.
INIZIO IN UNA STALLA - L'inizio della Landi Renzo ricalca molte storie d'Italia del dopoguerra, con giovani intraprendenti che provano a costruirsi un futuro partendo dalle macerie. In Emilia i detriti sono quelli delle industrie meccaniche, dalla storica OM Reggiane fondata nel 1901 alle più note Maserati e Ducati, danneggiate durante il conflitto e “rinate” nelle tante piccole manifatture artigiane create dai dipendenti rimasti senza lavoro che andranno a formare quella che oggi è nota come “terra dei motori”. Una cultura meccanica che influenza Renzo portandolo prima nell'officina del fratello Medardo, poi a riparare mezzi da trasporto militare durante la guerra. Formazione che risulta fondamentale quando decide di installare nella stalla dietro casa le scarne apparecchiature per produrre componenti per trasformare le auto a Gpl o metano, settore in crescita grazie alla progressiva estensione della rete di Gpl e dei metanodotti di gas naturale.
NASCE LA RETE COMMERCIALE - Intuito un settore in crescita, Renzo è abile a ideare prodotti efficaci, come il primo riduttore ribattezzato “padellone” per la sua forma, e trovare soluzioni innovative, quali l'installazione delle bombole sotto il pianale anziché sul tetto o nel retro dell'auto come si usava allora. La fortuna industriale arriva negli Anni 60 quando Landi capisce la necessità di creare una rete commerciale di officine e installatori per i propri impianti. In poco tempo, la domanda aumenta, merito pure delle esportazioni che dal 1963 “invadono” i mercati di Francia, Belgio, Olanda e poco dopo quelli lontani di Giappone, Brasile e India. Una crescita sostenuta dal Renzomatic, primo riduttore a Gpl privo dei problemi di alimentazione del motore al minimo dei giri, che induce Landi a modificare la struttura aziendale: la produzione viene esternalizzata mentre all'interno rimangono progettazione e assemblaggio.
DA SRL A SPA - Scomparso Renzo nel 1977, le redini della società passano in mano alla moglie che la gestisce insieme a un fidato gruppo di collaboratori in attesa che il figlio Stefano finisca gli studi universitari. La nuova gestione non tradisce l'impronta del fondatore e negli Anni 80 introduce sul mercato il TN 1, innovativo riduttore a gestione elettronica per kit a metano. Si affina pure l'organizzazione societaria con l'introduzione dei rivenditori di zona che agiscono da intermediari tra azienda e officine, l'acquisizione di partecipazioni in aziende del settore strategiche e la collaborazione con istituti di ricerca, quali il CNR di Napoli. La svolta arriva nel 1987 con il passaggio da Srl a Società per Azioni, operazione che permette di reperire ingenti risorse economiche sul mercato.
IMPRESA GLOBALE - Con l'entrata in Borsa inizia la nuova era di Landi Renzo che la porta alla certificazione di qualità ISO (2001) e a divenire una società internazionale. Il primo passo è l'acquisizione nel 1995 di un'azienda olandese seguita dalla costituzione della Landi International dal quale nasceranno le filiali in Polonia e l'ufficio di rappresentanza a Pechino. Passano gli anni e l'espansione si allarga ad Argentina, Venezuela, Iran, Pakistan, Romania, Stati Uniti, Uzbekistan e prossimamente anche in Russia. Nel contempo prosegue l'acquisizione di importanti industrie del settore, come i “concorrenti” Lovato Gas (2008) ed Emmegas (2013), il marchio di componenti elettronici per sistemi a gas AEB (2010), quello di componenti di iniezione Baytech (2010) e quello di stazioni di rifornimento Safe (2013). Un'espansione territoriale e industriale che probabilmente neppure Renzo avrebbe immaginato 60 anni fa.