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I lavoratori dell’auto di Detroit “tifano” per Obama

16 ottobre 2012

A pochi giorni dalle elezioni presidenziali a Obama viene riconosciuto il merito di aver salvato il settore e con esso migliaia di posti di lavoro.

ELEZIONI IN FABBRICA - Qualche settimana fa le case automobilistiche americane avevano fatto sapere che preferivano non ospitare nei loro spazi iniziative di campagna elettorale da parte dei due candidati alla presidenza. Questo forse per non essere in qualche modo “tirate per la giacca” da uno o dall’altro e comunque per non distrarre i lavoratori dallo sforzo produttivo. A quanto pare però da parte delle maestranze l’attenzione c’è ugualmente, se un sondaggio condotto nei giorni scorsi a Detroit ha messo in luce una netta preferenza per il presidente uscente Barack Obama.

IMMANCABILI SONDAGGI - Il sondaggio è stato condotto dal New York Times e prevede infatti per Obama (nella foto durante una visita allo stabilimento Chrysler di Jefferson) la quasi certezza (94% di probabilità) di conquistare lo Stato del Michigan, dove si trova Detroit. Altre valutazioni, come quella dell’importante organizzazione sindacale Local 22 stimano nel 75% la percentuale di lavoratori favorevole a Obama. 

FRUTTO DEL SALVATAGGIO -  Questo orientamento diffuso è spiegato con i risultati ottenuti dal piano di salvataggio per il settore automobilistico varato dall’amministrazione Obama nel 2009, allo scoppiare della grave crisi che ha colpito il comparto. Mentre tre anni fa l’industria automobilistica statunitense pareva condannata al fallimento, oggi sta ottenendo diffusi risultati positivi (a settembre il mercato statunitense è cresciuto del 12%, con aumenti delle vendite per le tre grandi case Usa) e i lavoratori sono consapevoli dell’azione compiuta. Così come delle reiterate dichiarazioni del candidato Mitt Romney secondo cui sarebbe stato meglio lasciar fallire le case in difficoltà. 



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Ritratto di money82
16 ottobre 2012 - 11:48
1
Ma non era stato Marchionne a salvare la casa di Detroit?
Ritratto di krystyanet
16 ottobre 2012 - 12:00
3
...la Chrysler, a Obama Detroit con tutta l'industria dell'auto
Ritratto di money82
16 ottobre 2012 - 14:37
1
Quindi la chrysler non è di detroit?
Ritratto di krystyanet
16 ottobre 2012 - 14:47
3
Obama ha salvato l'intero comparto automobilistico affidandosi anche a persone come Marchionne, che ha salvato solo il gruppo chrysler.
Ritratto di money82
16 ottobre 2012 - 17:22
1
I progetti chrysler che hanno risollevato il marchio 200C e 300C sono antecedenti all' arrivo di marchionne (alcune indiscrezioni parlano di una sola rivisitazione al cruscotto), tecnologia fiat sui modelli americani non si è mai vista, e i soldi per salvare il salvabile sono arrivati dal governo americano.
Ritratto di Fr4ncesco
16 ottobre 2012 - 21:22
2
In effetti Fiat ha fatto solo da garanzia per ricevere aiuti statali, garantendo un ipotetico futuro alla casa e che quindi i soldi non sarebbero andati perduti.
Ritratto di Challenger RT
16 ottobre 2012 - 12:06
Solo chi ha visto la citta' di Detroit (Michigan) negli ultimi anni puo' capire cosa vuol dire quando la Crisi economica (quella con la C maiuscola), ed in special modo la crisi di un settore come quello automobilistico colpisce per davvero. Interi quartieri (anche ad un passo dal centro) di case abbandonate e/o bruciate, che mettevano i brividi a vederle anche solo di giorno, ed una popolazione che si e' ridotta di centinaia di migliaia di unita' perche' chi ha perso tutto, ed ha voluto o ha potuto non diventare homeless e vagare per le strade, e' letteralmente scappato in cerca di lavoro altrove come in "Furore" ai tempi della Grande Depressione... Obama ed il suo Governo ha saputo, insieme allo spirito ed alle capacita' di resurrezione di molti americani, dare i giusti aiuti la' dove piu' servivano. Chevrolet, Chrysler e Ford (quest'ultima, in realta', ha subito poco la crisi) sono cosi' riuscite a risollevarsi da una fine sicura. La fierezza di continuare a produrre qualcosa che la gente ama o di cui ha semplicemente bisogno, la passione degli uomini che a tutti i livelli vi lavorano, i loro splendidi musei di automobili e, per citare solo uno degli spettacoli automobilistici tra i piu' belli del mondo, il Woodward Dream Cruise (si svolge ogni anno a Detroit in agosto, ed ogni appassionato di auto dovrebbe andarci almeno una volta nella vita) continuano a fare di questo luogo un esempio da cui imparare molto.
Ritratto di Fr4ncesco
16 ottobre 2012 - 14:53
2
Leggendo altri post ho notato che ne capisci di auto americane. Vorrei chiederti cosa ne pensi degli attuali modelli "Made in USA", se pensi che a seguito della standardizzazione dei mercati il "cult" dell'auto americana sia terminato (mi riferisco in particolare all'immaginario comune riguardo le auto americane anni pre-crisi pretrolifera), se per te l'auto americana quindi esite come esisteva 40 anni fa. Grazie
Ritratto di Challenger RT
17 ottobre 2012 - 09:28
Innanzi tutto Ti ringrazio per il complimento. Leggendo le locandine dei vari Classic Car Show, Swap Meet e Reunion, che ogni settimana si svolgono in qualunque parte d'America, si dovrebbe presumere che la data terminale dell'auto americana, intesa come mito nell'immaginario collettivo, venga posta tra il 1972 ed il 1975 e, comunque, sicuramente entro la fine degli anni '70. Non staro' qui ad elencare i motivi che hanno portato a stabilre tale cesura in questo ambito, ricordando solamente che, comunque, proprio negli Stati Uniti le case produttrici hanno continuato per tutti gli '80 a caratterizzare molte delle loro auto secondo "canoni classici", anche se solo esteticamente. Bisogna inoltre dire che negli ultimi 40 anni, nonostante la concorrenza europea e soprattutto quella fortissima giapponese e coreana, l'industria staunitense ha sempre cercato di rimanere fedele a se stessa (nel senso di dimensioni e cilindrate) e, guarda caso, quando non lo ha fatto ha preso delle batoste notevoli. Dopo oltre 30 anni, a partire dal 2005, con la riedizione della Ford Mustang che piu' si avvicinava ai modelli dal '64 al '73, si puo' affermare che l'auto americana, anche se intesa in chiave moderna, sia stata posta nuovamente sulla strada giusta per rinverdirne il mito. A tale fine hanno contribuito la Dodge Charger del 2005 e l'attuale, la Dodge Challenger del 2008, la Chevrolet Camaro del 2009 e l'attuale modello della Mustang. Si potrebbero aggiungere la Chevrolet Corvette e la Chrysler 300c ed anche la Viper e la Ford Gt che, sono delle Supercar che oltre ad aver avuto date di nascita precedenti, appartengono ad una categoria a se stante che generalmente non conosce crisi a discapito del momento di uscita sul mercato. Tutto cio' per dire che proprio negli ultimi anni (altri sprazzi si erano avuti in precedenza con la Plymouth/Chrysler Prowler e con la Chevrolet SSR) il mito e' tornato anche se non e' allo stesso livello dei '50 e '60... ma ho visto molti sessantacinquenni su Mustang e co. Per esperienza perrsonale, guidando la suddetta, come la Camaro e la Challenger, si provano emozioni molto vicine a quelle che si hanno alla guida delle loro antenate. E poi esse sono piu' fedeli agli originali di quanto lo siano le "neoclassiche" Fiat 500 e VW Maggiolino, visto che queste ultime hanno cambiato impostazione meccanica perdendo molto... Ma quando ti passa a fianco, fatto quotidiano in California, una Buick Wildcat 2 door hardtop del '65 o una Pontiac Bonneville di quegli anni come mi e' successo ieri, o ancor di piu' un dinosauro della fine degli anni '50 non ci sono parole: si puo' ammirare l'opera d'arte esteticamente o solo sentire il magico suono del V8 allontanarsi... Il futuro a breve e' molto semplice da immaginare: per chi non potra' fare a meno del classico V8 tipicamente americano, esso sara' coadiuvato da motori elettrici come oggi gia' accade. Le auto mondializzate, speriamo non troppo nello stile ma che gia' esistono (vedi Cruze, Focus, Spark, Fiesta...tutte ad uso soprattutto cittadino) riserveranno sicuramente per il mercato interno le motorizzazioni piu' elevate. Mentre nella sterminata provincia, fatta di distanze per noi inconcepibili e con una natura che non ha smesso mai di dominare sull'uomo, nessuno rinunciera' mai al suo truck o ad una grande, comoda e potente sedan.
Ritratto di Fr4ncesco
17 ottobre 2012 - 19:15
2
Mi complimento con te, hai soddisfatto appieno il mio quesito. Risposta precisa, chiara e completa e argomentata. Con la passione per gli states e le automobili è venuto in automatico "studiarmi" il mercato americano e la storia delle case statunitensi. Tra Wikipedia e forum sono riuscito a farmi un idea, però i forum oltreoceano come quelli di casa nostra bazzicano anche di gente incompetente, quindi il parere di un esperto è sempre utile ;). Tornando alle "nostre" auto made in U.S.A ho studiato il declino dei marchi e dei modelli americani per via prima della crisi petrolifera e poi per l'invasione giapponese. Tuttavia se questo ha dato una scossa alle case tanto da farle tornare allo stato originale ben venga, mi fa piacere che in mezzo alle monotone compact globali ci siano ancora auto americane pure e che la gente le sappia ancora apprezzare. Alla faccia di persone che in questo forum sono contente che negli USA ci sia stato un boom di compact e subcompact. Viva il V8, le Truck e le Fullsize. Ancora grazie per la risposta (anche se sono convinto che ha fatto piacere anche affrontare l'argomento) e alla prossima ;)
Ritratto di Challenger RT
17 ottobre 2012 - 20:59
Complimenti anche a te per la passione con cui ti sei addentrato nel mondo dell'auto a stelle e strisce. Del resto, oggi piu' che mai, per aver un quadro globale e' necessario conoscere anche quella realta' e la sua storia. Qualche giorno fa nello spettacolare Petersen Automotive Museum di Los Angelesho ho potuto ammirare uno dei capolavori partoriti dall'incrocio dello stile italiano ed americano, come spesso succedeva nei '50 e '60: sto parlando della Plymouth Explorer Concept del 1954, opera della (ex) nostra Ghia, che ho visto dal vivo per la prima volta. Ciao
Ritratto di francesco alfista
16 ottobre 2012 - 12:37
in ITALIA Monti e co...lo stanno distruggendo....!!!fiat ha salvato Chrysler..ora la stessa aiutera' Fiat...in europa...e si diffondera' in Cina e paesi dove si vende...come il Brasile..!!!
Ritratto di Danny_boy
16 ottobre 2012 - 17:43
La Fiat ha salvato Chrysler? E come, di grazia?
Ritratto di francesco alfista
16 ottobre 2012 - 19:13
comprandosi le quote...come o no ora la gestisce fiat e la differenza si vede da quando la gestiva la mitica crucca mercedes...!!!
Ritratto di money82
16 ottobre 2012 - 20:14
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Si è per questo che la mitica "lancia thema" ha il pianale mercedes, proprio perchè hanno rivisto l' intera gestione in fiat...eh si...
Ritratto di money82
16 ottobre 2012 - 20:19
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Danny lascia perdere, anche di fronte all' evidenza di un articolo che non ha bisogno di ulteriori commenti, alcuni sono convinti del fatto che sia stato Marchionne a salvare il mercato dell' automobile americano...eh già...magari pensassero che Ford non ha chiesto 1 euro al governo ed è uscita altrettanto bene dalla crisi, forse è chiedere troppo. Tutto quello che fa o dice Marchionne è oro colato...il bello è che bisogna difendere il made in italy secondo le stesse persone, peccato che sia proprio l' a.d. a gettare fango sul nostro paese quindi davvero un bel controsenso...quando ci si tira la zappa sui piedi alcuni si svegliano altri no.
Ritratto di Fr4ncesco
16 ottobre 2012 - 20:32
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A volte si ha la sensazione di essere Don Chisciotte contro i mulini al vento
Ritratto di Danny_boy
17 ottobre 2012 - 10:01
Completamente d'accordo con te. Poi guarda un po', Marchionne sarebbe riuscito a salvare il mercato americano ma quello italiano resta un disastro. Anzi no, c'è Fabbrica Italia. Come dite? Non si fa più? Ah. Ah ok, adesso si va in Russia. Viva Marchionne.
Ritratto di francesco alfista
16 ottobre 2012 - 22:54
se il pianale e' buono lo si usa e lo si evolve..babbeo...!!!intanto con fiat sono in attivo e i soldi sono stati restituiti al governo...!!chiediti il xche' ora e' in attivo e con merdeces...no..!!!stai muto che e' meglio...
Ritratto di money82
17 ottobre 2012 - 09:26
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E allora se è buono ti contraddici, tanto per cambiare...il rapporto con daimler si concluse nel 2007 e la crisi iniziò nel 2008, crisi che ha colpito ogni marchio e non solo chrysler. Il gruppo è in attivo grazie alla ricrescita economica e ai progetti antecedenti all' arrivo di marchionne, poi se vuoi dire che l' attuale 200 e 300C siano opera di marchionne fallo, siamo tutti abituati a ridere delle tue affermazioni ridicole.
Ritratto di tyrone_90
17 ottobre 2012 - 10:55
Ti sbagli. Se la Daimler in 10 anni (1998-2007) non ha saputo gestire efficaciemente la Chrysler, si parla di 20 miliardi a fondo perduto, in periodo pre-crisi tra l'altro, come può la Fiat aver risollevato un gigante moribondo in soli 2 anni? Un'azienda in fallimento non si rimette in gioco da sola, contando su solo 2 modelli di uno dei suoi tanti marchi (come dici tu 200 e 300c). I modelli erano della gestione precedente, buoni per carità, e allora come mai in 10 anni sono stati persi così tanti soldi mentre Marchionne in 2 anni, con gli stessi modelli e dopo un fallimento gigantesco, è riuscito a riportare in auge la società? Gli Amerciani sono tornati a comprare? Anche, ma il motivo resta un altro. Le doti manageriali di Sergio, riconosco più finanziarie che industriali, si sono rivelate proprio in questa occasione; ti risparmio le strategie messe in atto per la rinascita Chrysler, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti. All'epoca nessuno avrebbe scommesso sul terzo gigante di Detroit, tanto che da Obama non si presentò nessuno per il salvataggio dell'azienda americana; Marchionne invece fece e vinse la scommessa addirittura nella metà del tempo stabilito, tanto che restituì tutti i soldi prestati con un interesse del 18% al governo USA, per poi ritrovarsi con un'azienda profittevole ed in espansione, in grado di evitare alla cugina italiana un destino che si prospetta a dir poco nefasto. Notizia di poche settimane fa l'acquisto dell'ulteriore 3,3% di Chrysler ad un prezzo della metà rispetto al preventivato (attraverso una semplice formula, è bastato tenere basso il titolo Fiat in borsa, aumentandone però l'ebitda e conseguentemente tenendo il più alto possibile il debito netto di Chrysler, ovvero investendo molto in modelli). Marchionne dimostra ancora una volta il genio che è, ora deve vincere la sfida sul campo industriale soprattutto a Detroit, mantenendo così in vita l'unica speranza di salvare la Fiat in Europa.
Ritratto di money82
17 ottobre 2012 - 12:47
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Tyrone la daimler non era proprietaria ma in società con chrysler, c'è stata una fusione tra due colossi, quindi sono due cose diverse, mercedes non ha comprato la casa automobilistica. La chrysler ha in listino 4 modelli di cui 200C, 300C, voyager e 200 cabrio, tutti usciti nel 2010/2011 stesso anno in cui si è insediato Marchionne a detroit. Per progettare un' auto occorrono 24 mesi minimo, matematicamente di gestione italiana non si è visto poco o nulla. Inoltre non c'è un marchio americano che non si sia risollevato dalla crisi. Non dico che sia stato facile o difficile, quelli sono discorsi populisti, mi limito ad osservare i dati di fatto...marchionne può aver azzeccato la politica commerciale ma ripeto, tutti i marchi americani si sono risollevati quindi non mi levo il cappello, soprattutto perchè in europa la situazione è inversa, qui diamo la colpa agli italiani esterofili? Negli u.s.a. marchionne è un grande e qui è colpa nostra se vende molto meno degli altri? No mi dispiace, è un ragionamento che non sta in piedi e che va contro i miei principi di analisi.
Ritratto di tyrone_90
17 ottobre 2012 - 13:06
Verissimo, unico appunto è che, come spesso accade, la cosiddetta merger of equals in realtà non era altro che un'acquisizione di Chrysler da parte di Daimler (tanto che la sede rimase a Stoccarda e poi la società americana fu venduta "a cuor leggero" al fondo Cerberus). Ma questo in fondo a poco a che fare col nostro discorso. Forse non mi sono spiegato bene nel commento precedente, circa la gestione del prodotto -nuovi modelli, pianali, tecnologie condivise- ancora si può dire veramente poco; i primi assaggi riguardano la Dart, il Multiair, qualche motore made in Italy importato a Detroit e qualche condivisione di pianali, fermo restando a parer mio un consistente ottimismo circa il futuro - il rilancio di Chrysler sta avvenendo anche grazie alle sinergie con Fiat. Detto ciò, la rinascita di Chrysler è sì dovuta ai modelli precedenti (s'intendono quelli di tutti i suoi marchi, Jeep, Dodge, RAM ecc..), ma soprattutto alla gestione di questi, e qui entra in gioco Marchionne, che con grande maestria ha saputo renderli profittevoli e improvvisamente appetibili. Ricordo infine che anche Ford si è rialzata (sebbene molto ma molto meno in percentuale di Chrysler) e GM, partecipata per quasi il 50% da governo USA (dopo aver sborsato per il suo salvataggio 25 miliardi), non è ancora propriamente in gran forma. Ah, la scarsità dei modelli Fiat in Europa è dovuta sì alla crisi e alla sovracapacità, ma anche a quella formuletta succitata. Più il valore di Fiat è basso meno la quota di Chrysler costa ;-)
Ritratto di francesco alfista
17 ottobre 2012 - 13:12
ma tu vedi solo me...a crucca e' inutile xdere tempo..!!!
Ritratto di money82
17 ottobre 2012 - 20:39
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Francesco stavi sognando di guidare l' alfa e poi ti sei svegliato e ti sei accorto che in mano avevi un modellino bburago (made in china)?
Ritratto di money82
17 ottobre 2012 - 20:38
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Tyrone si ma in che senso "sinergie" e "Marchionne ha reso i marchi appetibili"? Sono parole/frasi di contorno che vogliono dire tutto e niente...forse i rumors sul salvataggio e una nuova proprietà hanno alimentato un clima positivo e può essere, ma la gente ti premia solo se dimostri e fino ad oggi di fiat, non mi sembra si sia visto granchè, tranne la 500 e la dart, entrambe auto con risultati non proprio eccellenti per costare praticamente 10.000 euro.
Ritratto di Challenger RT
17 ottobre 2012 - 21:34
Ha ragione Tyrone..., la sua analisi finanziaria e sul prodotto, secondo me, e' ben fatta. In Usa la 500, soprattutto nelle grandi citta', e' un successo e sta dando molto filo da torcere alla Mini, arrivata molto prima, ed alla Smart. Le altre auto del Gruppo che hanno maggior successo ossia Dodge Charger e Challenger, Jeep Wrangler e GranCherokee, Chrysler 300 e 200 oltre ai vari Ram, si vendono e si vendono bene essendo auto da minimo $ 20.000 tasse escluse. La realta' e' che in Chrysler (Fiat) sono stati in questi ultimissimi anni molto abili nella comunicazione pubblicitaria e nell'appassionare la gente al prodotto e capaci, soprattutto, di infondere ottimismo ad un pubblico recettivo che non ha paura del futuro o che, forse, non l'hai mai avuta neanche in periodi di Crisi vera come quella che hanno passato e che noi nemmeno ci possiamo immaginare (vedere il mio primo commento su questo articolo).
Ritratto di tyrone_90
19 ottobre 2012 - 17:41
Ha risposto bene Challenger, il marketing, nella sua concezione più ampia, è stato ben sfruttato dalla Fiat. Circa le sinergie e l'appetibilità dei marchi invece tu hai ragione, sono difficilimente commensurabili. Ma è anche vero che una loro oggettività, in termini di prodotti e quote di mercato, ce l'hanno pur sempre. Ripeto, le sinergie sono visibili dallo scambio di tecnologie e componenti (facilmente calcolabili) e dall'armonizzazione dei processi interni, ovvero quell'incessabile scambio di know-how nella forma soprattutto del "prestito" di ingegneri da qui a lì e viceversa (ben più difficile da misurare, ma credimi di un portata storica quasi unica). In Fiat finora si è visto gran poco, in termini di modelli però, perché dal punto di vista finanziario in neanche 10 anni di era Marchionne sono stati fatti passi da gigante. Sui modelli questa "frenesia" non sarebbe possibile per un sacco di motivi, ne cito i più importanti: -i problemi derivanti dalla gestione precedente, Romiti, ha danneggiato la Fiat in modo enorme. Sergio ha dovuto iniziare quasi dal nulla. -l'immagine di Fiat del mondo; il clima aziendale (complici anche gli Agnelli) da industria di provincia, si è coniugato malissimo con le prospettive di crescita del gruppo in un'europa e in un mondo sempre più competitivo. -per ultimo le disponibilità finanziarie, che dopo 8 anni solo oggi, con una cassa ragguerdevole, potrebbero iniziare a servire come volano per il rilancio dei marchi del gruppo; ricordando che nel 2004 si rischiava di essere venduti a GM o di fallire.