UN MILITARE HA PERSO LA VITA - Vuole vederci chiaro la Procura della Repubblica di Civitavecchia, che dal febbraio del 2011 sta indagando su un incidente stradale avvenuto sulla via Aurelia, nel comune di Tarquinia, in cui perse la vita un militare e altri cinque rimasero feriti. L’incidente vide infatti protagonista un mezzo dell’Esercito, un blindato modello Lince, prodotto dall’Iveco (nelle foto). Pochi giorni dopo il fatto la magistratura ordinò una perizia tecnica che constatò la pericolosità del mezzo.
PERICOLO IN VELOCITÀ - Per la precisione il perito sostiene “un quadro di potenziale e intrinseca pericolosità del Lince, specie per quanto attiene la stabilità dello stesso in caso di trasferimenti stradali con andatura a velocità sostenuta, ma comunque notevolmente inferiore al limite meccanico offerto dal veicolo ed inferiore ai limiti di legge”.
In particolare, viene messa in evidenza come “ordinarie operazioni di rientro in carreggiata da un sorpasso, in condizioni di velocità compresa tra 80 e 90 km orari (in assenza di prescrizioni del costruttore, del ministero della Difesa o del codice della strada che impongano o suggeriscano limiti di velocità inferiori a 80 km orari), operate anche con normale cautela, possono portare questo veicolo a superare i limiti di sicurezza al ribaltamento, limiti espressi dal massimo angolo di inclinazione laterale del veicolo dichiarato dal costruttore”.
PERIZIA “TEORICA” - La perizia tecnica è stata però compiuta sulla base di calcoli e modelli matematici e lo stesso consulente ha fatto presente l’opportunità di effettuare test pratici per verificare il comportamento del veicolo. Per questa ragione il giudice di Civitavecchia ha deciso il sequestro di un esemplare del Lince, al fine di sottoporlo a test su strada miranti a verificare la reale pericolosità del mezzo. L’ordinanza di sequestro è stata firmata già un mese fa, ma a oggi il sequestro non è stato ancora effettuato. Da parte delle autorità militari c’è la convinzione che il Lince sia un mezzo affidabile e sicuro. È stata comunque espressa piena fiducia nel lavoro della Magistratura.