TRE LIVELLI - Tre i pilastri individuati dalla Mercedes per la sua crescita dei prossimi anni: ibrido, plug-in ed elettrico. Al Salone di Ginevra 2019 la casa ha annunciato che tutti i suoi modelli avranno motori ibridi, con tecnologia 48 volt e che rientreranno sotto la denominazione EQ Boost. Ai modelli già in commercio, che abbinano un motore elettrico ai 3.0 a sei cilindri in linea, si aggiungeranno presto le Mercedes più piccole, a partire dalle A e B. Gli stessi modelli, entro l’anno saranno disponibili anche in versione plug-in e prenderanno il nome di EQ Power.
PICCOLE E IBRIDE - Nelle A e B plug-in, le batterie poste sotto il divano e l’elettronica di controllo nel doppiofondo del vano di carico dovrebbero compromettere solo in minima parte il bagagliaio; mentre per i motori è stata confermata una potenza di oltre 200 CV e una coppia massima di 400 Nm. Molto probabilmente, sotto il cofano troverà posto una piccola unità turbo a benzina abbinata a un cambio robotizzato a doppia frizione. Per quanto riguarda l’autonomia, la casa ha dichiarato più di 60 km in modalità elettrica.
ANCHE SPORTIVE - In totale, entro il 2020 saranno oltre 20 i modelli ibridi ricaricabili in commercio, che vedranno anche aumentare l’autonomia a emissioni zero rispetto alle Mercedes attuali: si passerà da circa 50 km omologati a oltre 100 (la GLE sarà la prima vettura della Stella a raggiungere questo traguardo) e ci saranno sia versioni a gasolio sia a benzina. Non mancheranno poi le EQ Power+, ovvero le plug-in più sportive. La terza famiglia delle Mercedes “pulite” è infine quella delle EQ, ovvero le elettriche pure. Il primo modello è la suv media EQC, le cui consegne inizieranno in estate; ma al salone è stata svelata anche la concept EQV, la versione a corrente del monovolume grande della casa: per il modello di produzione la casa ha annunciato oltre 400 km di autonomia.
IL NODO DELLA RICARICA - Percorrere molti chilometri, comunque, non è ovviamente sufficiente per far “decollare” le vendite delle vetture “a pile”. Ecco quindi che la casa sta lavorando per far trovare più facilmente i punti di ricarica. Si punta innanzitutto sul progetto Ionity, cofinanziato dall’Unione Europea e che vede la partecipazione di grandi costruttori come BMW e Volkswagen: entro la fine del 2020 l’obiettivo è installare 400 punti di ricarica ultra-rapida lungo le principali autostrade europee.
IL FUTURO? - In un incontro con la stampa, l'attuale capo della ricerca e sviluppo ed erede designato del numero uno Dieter Zetsche, Ola Källenius (nella foto qui sopra) ha risposto alle domande sul futuro dell'industria, senza però entrare troppo nel dettaglio: “se ne riparlerà a maggio”, quando la successione diverrà operativa.
Come vede la situazione fra dieci anni?
Credo ci sarà spazio per ogni tipo di mobilità. L’imperativo è ridurre la CO2 e quindi procederemo con l’elettrificazione, come minimo con la tecnologia a 48 volt, su tutti i modelli. Il mercato si svilupperà su basi regionali, seguendo le regolamentazioni locali sull’ambiente, le preferenze dei clienti e la loro accettazione o meno di certe tecnologie. Quindi, non ci sarà uno sviluppo omogeneo dell’offerta per tutto il mondo e ci dovrà essere una offerta varia da parte nostra. Nel 2030 e oltre, ci dovrà essere tutto questo e altro ancora, comprese forme di mobilità condivisa e di “possesso intelligente”, che andranno oltre quello tradizionale che prevede l’acquisto. Tanti cambiamenti, quindi, ma anche tante opportunità.
Voi, come altri, state offrendo sempre più suv, abbandonando tipi di auto più tradizionali come le spider, come la SLC che non avrà eredi. Quale sarà l’offerta di Mercedes in futuro?
Il successo delle suv è iniziato oltre 20 anni fa ed è globale. perché le persone le amano per diversi motivi: lo stile, l’abitabilità, la posizione di guida alta e la versatilità. Non vedo una interruzione di questa tendenza in alcuno dei mercati: sia esso Europa, Cina o Stati Uniti. Questo non vuol dire che smetteremo di produrre le berline, le cui vendite, in realtà sono aumentate negli ultimi anni. Oggi offriamo circa 40 modelli e ovviamente seguiamo il mercato; ma non vedo una consolidazione in un unico segmento, perché negli ultimi 20 anni è cresciuta anche la richiesta di personalizzazione e le persone “saltano” da un tipo di vettura all’altra: prima berlina, poi cambiano e prendono una suv per poi arrivare a una sportiva.
Quindi le monovolume e le famigliari continueranno a esistere?
Credo di sì. Ad esempio, abbiamo presentato proprio qua a Ginevra la EQV, una monovolume grande totalmente elettrica. E proprio questa carrozzeria sta crescendo enormemente nelle vendite: i veicoli capaci di muovere fino a sette passeggeri sono state incredibilmente di successo per noi negli anni passati e credo che continueremo anche con le versioni a batteria.
Quale sarà la sfida più impegnativa?
Dobbiamo ridurre i costi è un punto cruciale a causa dei massicci investimenti che stiamo facendo per guidare questa trasformazione. Dobbiamo investire molto ma anche risparmiare molto.
Vedrete una crescita dei guadagni derivati dalla vendita di servizi online per i più moderni sistemi multimediali?
I servizi online sono già importanti. Se nel passato le auto erano “isole meccaniche”, ora sono “cellulari su ruote” e con il sistema multimediale MBUX e l’ecosistema Mercedes ME andremo verso l’aggiornamento via web di tutte le componenti, in modo da permettere la vendita di servizi lungo tutta la vita del veicolo. Questo business sta crescendo di anno in anno, ma è difficile dire fino a quanto inciderà sui bilanci. Stiamo comunque investigando pesantemente su questo scenario.
Alcune concorrenti inizieranno a vendere auto full optional, i cui accessori (come navigatore o fari a matrice di led) sono presenti ma disattivati: si sbloccano solo pagando via web, per un certo periodo o per sempre. Seguirete anche voi questa via?
Dipende dal tipo di accessorio. Finché si parla di funzioni software, questa strategia ha senso. Ma se per fare questo dobbiamo aggiungere costi per parti fisiche, allora entra in gioco la discrezionalità del cliente, che potrebbe decidere di non pagare mai per usare quell’optional. E in questo caso ha meno senso.
Il motore a gasolio è morto?
Credo che il diesel abbia un lungo futuro, almeno in Europa che è anche il maggior mercato per questi motori. Nell’ultima generazione dei nostri propulsori le emissioni di NOx sono bassissime, molto sotto i limiti di legge. E ci sono poi vantaggi sull’emissione di CO2 e sulle percorrenze. Togliendo il discorso emotivo e parlando razionalmente, per chi guida molto il diesel è la scelta giusta e sarà ancora in giro per molto tempo. Specialmente per i veicoli commerciali.