Spostarsi con i mezzi pubblici per molti è una necessità, soprattutto per chi vive o lavora in una grande città e vuole evitare di restare imbottigliato nel traffico. Questo modo di agire comporta però dei costi da sostenere, che possono poi risultare tutt'altro che indifferenti. La situazione non sembra essere però destinata a migliorare nell’anno che sta per iniziare, anzi. Nel 2023 saranno diverse le grandi città in cui si registrerà un rialzo nei prezzi dei biglietti dei mezzi pubblici, nonostante in passato si sia parlato in più occasioni di un possibile caso, seguendo l’esempio di quanto fatto in altre realtà, quali Germania e Spagna.
I primi annunci sui rialzi sono già arrivati: a Milano a partire dal 9 gennaio si pagheranno 20 centesimi in più, a Napoli, invece, lo scatto verso l’alto è già attivo da ben quattro mesi ed è stato pari a 10 centesimi. A Roma si attenderà agosto 2023, ma sarà addirittura di 50 centesimi. Genova, invece, sembrava essere la piazza destinata ad agire in controtendenza, al punto tale da pensare di mettere a disposizione il servizio gratuitamente per alcune categorie, ma l’azienda che opera nel capoluogo ligure non sembrava essere d’accordo, al punto tale che il capo ha deciso di dare le dimissioni.
Sono diversi i primi cittadini che si augurano così di ricevere un aiuto concreto dal nuovo esecutivo, come ha sottolineato Beppe Sala, sindaco di Milano: “Domani vedrò i sindaci di Roma e Napoli, so che anche Torino ha difficoltà a chiudere il bilancio. Il trasporto pubblico risolve l’inquinamento, ma va finanziato di più dal governo”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il suo omologo di Bari, Antonio De Caro, che è anche a capo dell’Anci (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani): “Stiamo andando in crisi, le aziende di trasporto non hanno capitale per reggere. E se una società partecipata chiude in rosso, manda in crisi i bilanci dei sindaci, per una norma del decreto Madia che chiediamo di neutralizzare. Un controsenso aumentare i biglietti ora che andavamo verso il costo zero. Ma che alternative abbiamo? A Bari abbiamo cambiato la flotta dei bus, da gasolio a gas metano, grazie alla conversione ecologica finanziata dagli incentivi dei vari governi: ora sono una palla al piede con i rincari del gas.”