CATEGORIA A PARTE - Adesso va di moda chiamarle one-off: incarnano da sempre la voglia di distinguersi di ogni appassionato di auto. Fuoriserie? Diciamo anche esemplari unici, di quelli costruiti su ordinazione. La Morgan SP1 appartiene a questa categoria: interpretazione della divisione Morgan Special Project (che, come suggerisce il nome stesso, nasce per lavori “su commissione”) sulla base della concept LifeCar, vista al Salone di Ginevra nel 2008.
MOTORE FORD - Vero che dal 2008 sono passati alcuni anni, ma la linea senza tempo della Morgan, che richiama ancora quella della 4/4 de1 1936, prima auto a quattro ruote dell'azienda inglese, se ne infischia bellamente. Ben più corposi gli interventi sotto il cofano: la LifeCar era il prototipo di un'auto a idrogeno, la Morgan SP1 va sul classico, adottando un motore Ford 3.7 V6, rivitalizzato fino a 320 CV grazie a un'elettronica differente e a un impianto di scarico più sportivo rispetto all'unità di serie che, per inciso, è montato su molte Ford per gli Stati Uniti, tra cui la versione base della Mustang. Pur se relative visto il tipo di veicolo, le prestazioni dichiarate parlano di una punta massima poco superiore ai 230 km/h e uno 0-60 miglia (96 km/h) “bruciato” in 5”. Dal punto di vista tecnico, va sottolineata al retrotreno la sospensione con parallelogramma di Watt al posto delle tradizionali balestre.
TRA RETRO E POSTMODERNO - Le linee della Morgan SP1 ricordano la più recente Aero8, con elementi specifici di indubbia eleganza, ma anche di rottura con lo stile della Morgan (dal parabrezza curvo, ai cerchi in lega “pieni): la carrozzeria è in alluminio interamente lavorato a mano, le finiture interne di stampo tipicamente inglese, giocate tra pelle e legno. A proposito di quest'ultimo, la curiosità è che la radica di rosa Bubinga usata per la corona del volante e altre sovrastrutture è lo stesso materiale usato in casa Lancia ai tempi della Thema seconda serie e per la Dedra, sul finire degli Anni 80: impreziosisce un abitacolo sospeso tra gli Anni 30 e l'epoca post-moderna, dove il sistema multimediale di ultima generazione (comandato da un Apple iPad) convive con le cinghie per fermare i bagagli alle spalle di pilota e passeggero. Senza tempo, appunto, ma con un fascino tipicamente british.