VERSO MULTE INTERNAZIONALI - Il 4 settembre prossimo entrerà in vigore la legge delega con cui il Parlamento ha affidato al governo il compito di redigere varare uno o più decreti legislativi per recepire una lunga serie di direttive comunitarie. Una di queste interessa da vicino gli automobilisti, riguardando la complessa materia delle infrazioni al codice della strada commesse dagli automobilisti italiani in viaggio all’estero (e ovviamente quelle compiute dagli stranieri sulle strade italiane). Per la cronaca, alla normativa comunitaria in materia non partecipano la Gran Bretagna, l’Irlanda e la Danimarca.
UN PROGETTO ARTICOLATO - La direttiva in questione è la 2011/82/UE del 25 ottobre 2011 “intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale”. In pratica la norma con la quale le istanze europee hanno indicato la strada per arrivare a un sistema in cui i Paesi membri possono perseguire chi commette le infrazioni stradali anche se commesse con un veicolo targato in un altro Paese e non contestate immediatamente. La direttiva elenca tutta una serie di elementi che gli Stati membri dovrebbero (il condizionale è della direttiva europea) uniformare le loro normative in materia.
ACCORDI BILATERALI - Fino adesso le infrazioni compiute all’estero si sono pagate soltanto se fermati subito, nel qual caso la polizia richiede il pagamento immediato. La pratica dell’invio del verbale a casa con intimazione a pagare la sanzione è vigente soltanto tra Italia e Svizzera, mentre tra Italia e Francia esiste un accordo bilaterale che prevede la cosa ma con procedure e modalità molto complesse che in pratica rendono la cosa impraticabile. Altri accordi bilaterali esistono tra Paesi membri, come tra Francia e Belgio, i cui automobilisti possono ricevere multe sia dalla polizia francese che da quella Belga.
SOLO INFRAZIONI GRAVI - La direttiva europea vuole promuovere questo allargamento delle possibilità sanzionatorie per migliorare la sicurezza stradale. Non per nulla la direttiva prevede tale prassi soltanto per le infrazioni più gravi e pericolose: a) eccesso di velocità; b) mancato uso della cintura di sicurezza; c) mancato arresto davanti a un semaforo rosso; d) guida in stato di ebbrezza; e) guida sotto l'influsso di sostanze stupefacenti; f) mancato uso del casco protettivo; g) circolazione su una corsia vietata; h) uso indebito di telefono cellulare o di altri dispositivi di comunicazione durante la guida.
IN RITARDO - La procedura legislativa prevede che la direttiva venga adottata dagli Stati membri, cosa di cui l’Italia ha avviato l’iter con la legge delega che entrerà in vigore il 7 settembre 2013. È da rilevare che la stessa direttiva europea 2011/82/UE , all’articolo 12, prevede che “Gli Stati membri mettono in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla presente direttiva entro il 7 novembre 2013”. Un termine che a questo punto è impossibile da rispettare.
PROCEDURE LUNGHE - I decreti legislativi previsti dalla legge delega richiedono infatti procedure - a cominciare dal varo dei decreti da parte del governo - che richiedono tempi ben maggiori ai due mesi, e dunque occorrerà vedere quando l’iter sarà ultimato. Sempre che tutto non venga bloccato da altre vicende politiche istituzionali che sono nell’aria.