INFRAZIONI GRAVI - Non solo in caso di abuso di alcol o droghe: il nuovo reato di omicidio stradale potrebbe configurarsi anche nel caso di altre infrazioni gravi. Sono queste le più recenti novità che riguardano il disegno di legge sull’omicidio stradale (un reato penale “quasi volontario”, con pene più severe rispetto all’attuale omicidio colposo), concepito (inizialmente) per far calare i sinistri dovuti alla guida in stato alterato da stupefacenti o alcolici. Ora, però, il progetto è di estenderlo anche a chi provoca incidenti con vittime causati dal fatto di avere superato del doppio il limite di velocità, o di avere passato un semaforo rosso, oppure di avere circolato contromano. Ma anche a chi si rifiuta di sottoporsi ai test per accertare l’abuso di alcol o droga: in quest’ultimo caso, il rifiuto equivale a un’ammissione di colpa.
POLEMICHE - Già non mancano le critiche alla nuova ipotesi di reato. In particolare, l'Associazione Amici della Polstrada (Asaps) non condivide la soglia di 0,8 grammi di alcol per litro di sangue richiesta dal progetto, ritenendola troppo elevata: "Meglio introdurre la soglia zero. Questa forbice renderebbe ancora conveniente darsi alla fuga: se mi fermo e nel test alcolemico risulto superiore a 0,8 rischio da 8 anni in su; se, invece, scappo e mi prendono dopo aver smaltito la sbornia o l'ebbrezza da stupefacenti, al massimo prenderò da 6 a 9 anni, una pena che però difficilmente mi porterà dietro le sbarre".