CONTRO LE STRAGI - Istituire il reato di omicidio stradale per ridurre gli incidenti gravi causati da guidatori sotto l’effetto di alcol o droga (vedi qui): serve un decreto del governo. Questo il senso dell’intervento del presidente dell’Associazione vittime della strada, Giuseppa Cassaniti, in commissione Trasporti. Infatti, la proposta del disegno di legge Barbaro C. 3274 (che prevede quel nuovo reato) è fermo in un cassetto della commissione Giustizia da marzo 2010 e, secondo la Cassaniti, la legge non potrà vedere la luce prima che scada la legislatura, nel 2013. La soluzione è una sola: l’omicidio stradale va introdotto per decreto.
QUALI DIFFERENZE - Si tratta di norme molto complesse (vedi qui il nostro sondaggio), ma, per semplificare, ecco che cosa potrebbe cambiare. Oggi, nel caso di incidente mortale o con gravi lesioni fisiche provocato da un guidatore in pesante stato d’ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti, il codice penale prevede il reato di omicidio colposo dovuto a imperizia, negligenza o imprudenza. Così, la reclusione va da tre a 10 anni (ma spesso i giudici applicano la pena minima), e la patente viene revocata solo temporaneamente. Con il reato di omicidio stradale (guidatore con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi o sotto effetto di droghe), la reclusione andrebbe da otto a 18 anni, mentre la patente verrebbe revocata per sempre. In questo modo, l’omicidio stradale sarebbe simile a quello doloso (“volontario”). Tuttavia, restano le perplessità del ministro della Giustizia, Paola Severino, che tempo fa ha dichiarato : “Non sono né a favore né contro l’introduzione del reato di omicidio stradale. Il punto fondamentale è sempre stabilire se si tratterà di un omicidio doloso o colposo. Se voi considerate la differenza fra quello che uccide colposamente e quello che uccide dando una coltellata, le differenze di pena ci devono essere e devono essere abbastanza verificabili".