NUOVO REATO? - “Omicidio stradale”, questo è il nuovo reato che il ministro dell'Interno Roberto Maroni ha proposto di introdurre nel codice Penale, in seguito ai recenti fatti di cronaca: 4 giovani turisti francesi hanno perso la vita e altre due persone sono rimaste ferite sull'autostrada A26 per colpa di Ilir Beti, un imprenditore albanese che guidava ubriaco un'Audi Q7 contromano. A sollevare l'indignazione del ministro e non solo, sarebbe il fatto che il Ilir Beti sia potuto tornare tranquillamente a casa sua: il sostituto procuratore di Alessandria, Sara Pozzetti, lo ha indagato in stato di liberà per omicidio colposo, lesioni colpose e guida in stato di ebbrezza.
DODICI ANNI AL MASSIMO - L'attuale codice Penale prevede la restrizione della libertà contro una persona in attesa di giudizio se c'è un concreto pericolo che possa darsi alla fuga, commettere altri reati o inquinare le prove: solo in questi casi il giudice può predisporre delle misure cautelari come come la custodia in carcere. Ipotesi che il sostituto procuratore ha ritenuto altamente improbabili. Ilir Beti rischia adesso un massimo di dodici anni di reclusione ma, all'atto pratico, dopo sei anni (fra attenuanti varie) potrebbe già essere in semilibertà.
MAGGIORE RESPONSABILITÀ - Come sottolinea l'Ania, la Fondazione che riunisce le compagnie assicuratrici, “troppe persone continuano a pensare che guidare sia una cosa banale, che possono fare come gli pare. Invece guidare significa condurre un'arma a quattro ruote. Se guidi ubriaco non puoi pensare che l'incidente sia un fatto capitato per caso. Ne sei direttamente responsabile”. Stando ai dati elaborati dall'Asaps, l'associazione sostenitori amici della polizia stradale, otto incidenti su dieci sono dovuti a comportamenti sbagliati: distrazione, mancato rispetto delle regole, alcol e droga. Questi ultimi due specialmente negli automobilisti più giovani.