EMOZIONI OLIMPICHE - Probabilmente pochi sanno che cos’è l’handbike, ma poco importa. Importa invece che è una specialità sportiva ammessa alle paralimpiadi di Londra. Ieri, la gara di handbike a cronometro ha avuto un vincitore che tutti conoscono: Alex Zanardi, e la cosa ha avuto grande eco e ha suscitato grande emozione. Una volta tanto non solo e non tanto perché a vincere è stato un italiano - del resto la eco e l’emozione sono state grandi nel mondo, non solo in Italia - ma per il profilo e la vicenda del protagonista.
EROE YANKEE - Alex Zanardi è stato un campione del volante, correndo anche in Formula 1 e diventando popolarissimo negli Stati Uniti dove nel 1997 e 1998 ha vinto il campionato Cart (disputato dalle monoposto del tipo con cui si corre a Indianapolis). Poi ancora F1, e poi il ritorno nelle gare americane; fino al tremendo incidente accadutogli nel 2001 sulla pista tedesca del Lauzitzring in una insolita trasferta europea del “circo” Cart. L’incidente fu drammatico, da far chiudere gli occhi agli spettatori e ai telespettatori. Per Zanardi fu l’inizio di un nuovo duro campionato.
FORTE DETERMINAZIONE - La tempra però era evidentemente speciale e dopo qualche anno dedicato all’individuare una soluzione di protesi ottimale, presso il centro specializzato di Budrio, vicino a Bologna, Zanardi è tornato a fare il pilota e a vincere. Già questo esito poteva essere una conclusione soddisfacente e molto significativa della storia di Zanardi, ma non bastava.
UNA VITA PER LO SPORT - Il driver dei due mondi ha scoperto l’handbike, in sostanza una bici in cui si pedala con le braccia, coricati come su una Formula 1. Ma muoversi a pedali e basta però non era sufficiente, ci voleva la competizione “Perché senza sport non so vivere” ha confessato candidamente Alex, e in poco tempo i podi internazionali hanno di nuovo accolto lo splendido sportivo che è Alex Zanardi, campione automobilistico, campione di handbike e soprattutto campione di umanità. Un uomo eccezionalmente abile.