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Perdere il lavoro per il petrolio troppo basso

21 gennaio 2015

Il barile di greggio costa molto meno di pochi mesi fa e l'attività di ricerca e trivellazione non è più conveniente. Risultato: le aziende licenziano.

Perdere il lavoro per il petrolio troppo basso
SEMPRE PIÙ DIFFICILE - Pare proprio che la realtà voglia dimostrare ogni giorno quanto sia complesso il mondo globalizzato, dove tutto si intreccia con tutto e le previsioni sono ardue, molto ardue. Tanto che spesso anche le cose che paiono molto positive si rivelano foriere di notevoli problemi. L’ultimo esempio viene dal mondo del petrolio. Quando il barile del greggio era attorno a 100 euro, tutti indicavano appunto l’oro nero come uno dei maggiori responsabili delle difficoltà dell’economia. Sono però bastate poche settimane di valori molto più bassi (ora il barile vale 50 dollari contro i 110 del giugno 2013) per far sorgere nel mondo problemi complessi che oltre a creare difficoltà in aree locali circoscritte.
 
RUSSIA E USA - Testimonianza di questa realtà si hanno in Russia e Stati Uniti. Nella prima la repentina diminuzione del petrolio ha messo in forte difficoltà le casse pubbliche da cui dipende il reddito di grande parte dei russi. Tra le altre cose la crisi sta colpendo duramente l’industria automobilistica che paga pesantemente la svalutazione del rublo. La conseguenza forse più vistosa è la sospensione delle vendite da parte di alcuni costruttori: ciò perché ogni vendita costituisce una perdita.
 
PETROLIERI IN DIFFICOLTÀ - Altra vicenda significativa è quella delle società che forniscono i servizi tecnici alle società petrolifere per le ricerche di nuovi giacimenti. Mentre l’abbassamento del prezzo del petrolio veniva salutato come un’occasione per ridurre i costi di produzione, le aziende delle trivellazioni sono state costrette a decidere tagli di personale rilevanti. Ad essere interessate sono le principali aziende del settore: Shlumberger ha lasciato a casa novemila persone; la Backer Hughes ha anticipato che licenzierà sette mila addetti e decisioni analoghe prevede di prendere la Halliburton.
 
Foto: Wikipedia


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Ritratto di lucios
21 gennaio 2015 - 20:30
4
....sinceramente, non so' quanti posti si perdono, però se il vantaggio è per l'intera collettività!!!! Ricordate che tutti i problemi sono partiti proprio dall'innalzamento globale dei prezzi! E da cosa dipendono i prezzi?
Ritratto di Franchigno
22 gennaio 2015 - 16:20
Però non so se l'hai notato,il prezzo del greggio è diminuito, non mi risulta siano diminuiti gli alimentari soprattutto frutta e verdura....In compenso quando aumenta anche di pochi centesimi il prezzo, partono subito al rialzo.Solito magna magna.
Ritratto di lucios
23 gennaio 2015 - 09:49
4
......sul vergognoso andamento dei prezzi a due velocità quando scende e quando sale. Ed ancora più vorgognoso il comportamento dello Stato che non impone niente, facendo gestire la cosa a i potenti del petrolio. Purtroppo siamo una v@cc@ da mungere e basta! Ora tra la svalutazione dell'euro grazie alla manovra Draghi e le nuove scorribande tra israeliani e arabi in medio oriente, prepariamoci ad una nuova campagna di aumenti.
Ritratto di Porsche
21 gennaio 2015 - 23:32
Già accennato qualche giorno fà. I prezzi scendono per volere degli arabi. La domanda è più bassa della produzione globale di petrolio (crisi economica) e loro non hanno intenzione di abbassare questa capacità, anzi forse aumentarenno. O forse non servirà perchè i frutti di questa guerra si stanno già vedendo. I licenziamenti di cui sopra sono nulla, il vero disastro (per gli altri non per gli arabi) si sono verificati in Texas, dove scricchiolano i giganti americani. Lo shel gas americano se prima era competitivo adesso non lo è più. Insomma, una guerra commerciale lecita, dove gli arabi non vogliono proprio perdere. Infatti stanno vincendo alla grande. E' lo stesso tipo di guerra che ha fatto pechino con l'europa sul fotovoltaico. Se un settore per te è strategico (o lo consideri tale), utilizzi tutte le armi per vincere. La vera domanda per noi "umani" è quanto riuscirà a restare basso il costo del petrolio ?
Ritratto di carmelo.sc
22 gennaio 2015 - 11:10
Sicuramente dispiace, ma nello stesso tempo preferisco pagare la benzina il giusto che 2€ al litro..e cmq dubito che questa "tregua" durera´ molto, lo aveva anticipato anche Obama qualche settimana fa che i prezzi sarebbero aumentati
Ritratto di onizuka92
22 gennaio 2015 - 14:03
1
caro amico il problema e che i 2 euro al litro non è il prezzo del petrolio che tu paghi... ma sono le tasse assurde che lo stato impone su di esso oltre il 70%... e per colpa di queste tasse... i petrolieri vanno in fallimento...
Ritratto di pierluigite
22 gennaio 2015 - 14:39
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Da anni si sente da più parti che esistono metodi alternativi di combustibile. Addirittura su TG2 Motori, tanto per fare un esempio, si parlava qualche domenica fa, di un sistema basato sui rifiuti solidi degli animali, con un abbassamento di oltre il 92 % delle emissioni nocive. Oppure dell'olio di colza. O dell'idrogeno. Questo per dire che sti arabi così come i petrolieri, con queste speculazioni e questi giochi al rialzo e al ribasso, hanno portato le nostre economie a dipendere creando effetti depressivi. Se si riuscisse finalmente a liberarsi da questi fardelli così pesanti per le nostre economie sarebbe un vero toccasana per tutti. E con le tecnologie alternative, state sicuri, si creerebbero altri posti di lavoro, sicuramente di più di quelli persi.
Ritratto di sergioxxyy
28 gennaio 2015 - 11:41
VORRA' DIRE CHE TRA QUALCHE MESE/ANNO VEDREMO QUALCHE PETROLIERE IN MUTANDE? SI.................D'ORO PERO'!!!