IL MONDO DEL PETROLIO CHE VERRÀ - Nel 2040 la domanda di petrolio globale sarà pari a 111,1 milioni di barili al giorno (mbg), mentre nel 2016 tale richiesta era di 95,4 mbg. Dal 2016 la crescita del consumo è di 1,2 mbg all’anno, e così si prevede che continuerà sino al 2020. La crescita proseguirà forte sino al 2035, quando invece dovrebbe rallentare a non oltre lo 0,3 mbg per anno sino al 2040. A tracciare questo quadro del prossimo futuro è il World Oil Outlook, cioè il documento periodico di analisi e previsione dell’Opec, l’organismo internazionale che riunisce importanti paesi produttori di petrolio, tra cui quelli dell’area mediorientale. Eppure, nonostante questi numeri certamente non scoraggianti per “l’oro nero”, le previsioni generali presentano importanti ombre di preoccupazione. A crearle sono da un lato le prospettive di sviluppo dell’auto elettrica assieme alla diffusione dell’auto in condivisione, e dall’altro il sempre maggior rilievo che sta avendo il petrolio ottenuto mediante le nuove tecniche di estrazione (shale oil) sviluppate dagli Stati Uniti.
CONSUMI IN CALO - Le previsioni dell’Opec evidenzia per la prima volta queste ipotesi (finora le aveva praticamente snobbate). A proposito dell’auto elettrica e del car sharing, in particolare, l’elaborato prevede che il consumo di petrolio nelle zone del mondo più evolute è destinato a calare sensibilmente (dell’8,9 mbg) nel periodo 2016-2040. Ciò a causa appunto della diffusione dei veicoli elettrici e dalla pratica della mobilità in condivisione. Questo fenomeno è previsto anche nei paesi in via di sviluppo, ma in questo secondo scenario il bilancio globale dei consumi sarà comunque in forte crescita per via dell’aumento del parco circolante.
PICCHI E RALLENTAMENTI - A proposito invece dello shale oil, l’Opec ammette una sua sottovalutazione del settore, nella convinzione che i costi fossero troppo elevati. Invece negli ultimi tempi questa attività estrattiva è proseguita e aumentata. La previsione dell’Outlook Opec parlano di estrazioni non convenzionali pari a 7,5 mbg nel 2021 (quest’anno saranno di 5,1 mbg). Ciò detto, pur manifestando le preoccupazioni citate, lo studio dell’Opec non manca di essere ottimista, ritenendo che il massimo di estrazioni non convenzionali sarà raggiunto nel 2025, per mantenersi stabile per 5 anni e poi prendere a diminuire a partire dal 2030. E in questo quadro l’Opec ritiene che avrà un ruolo di grande rilievo, fornendo sino al 46% del petrolio richiesto (oggi la quota sul dato globale è del 40%).