COMPLETA UN PERCORSO - Di qualunque auto si parli, il pneumatico è l’unico mezzo che ne assicura il contatto col suolo, ed è perciò cruciale per garantire la sicurezza alla guida. Il suo compito è tanto più difficile quanto più aumentano le prestazioni della vettura. Per questo esistono i pneumatici UHP (Ultra High Performance), dedicati alle sportive. Se poi parliamo di vetture elettriche le cose si complicano, perché si aggiungono ulteriori specificità: parliamo di veicoli pesanti e con motori dotati di una notevole spinta, che quindi stressano molto le gomme. Inoltre, queste auto necessitano di pneumatici con una bassa rumorosità di rotolamento, per evitare che il rombo monotono si faccia notare troppo in un abitacolo per il resto molto silenzioso. Non ultimo, per non penalizzare l’autonomia, queste vetture richiedono un’elevata scorrevolezza. Unire tutte queste caratteristiche non è facile. Dal 2019 la Pirelli lo fa con la tecnologia Elect applicata a diversi prodotti per vetture elettriche o ibride plug-in (già oltre 300 le omologazioni delle case automobilistiche per equipaggiare i propri modelli). Oggi l’ulteriore passo è un pneumatico ad altissime prestazioni interamente progettato per i modelli a batteria, il nuovo Pirelli P Zero E.
NON TEME I CHIODI - Il Pirelli P Zero E, in arrivo in queste settimane, vanta per tutte le misure un’etichetta in tripla A (leggi qui per saperne di più). Questo significa che ha ottenuto ottimi risultati nella frenata sul bagnato, nella resistenza di rotolamento e nella rumorosità. Per ora disponibile come ricambio (non ci sono ancora veicoli che escono dalla fabbrica con questa gomma, anche se sono in corso alcune omologazioni), il P Zero E offre di serie una tecnologia antiforatura, anche per i veicoli che non la prevedono all’origine. In Pirelli la chiamano RunForward: è un’evoluzione dei noti sistemi run flat, con fianchi rinforzati per sostenere il peso della vettura (elevato nel caso di un’elettrica) quando un foro o un taglio fanno fuoriuscire tutta l’aria. La differenza sta nel fatto che i due fianchi del Pirelli P Zero E hanno una rigidità diversa, grazie ai differenti materiali impiegati; lo scopo è di migliorare il comfort durante il rotolamento. Proprio questa attenzione, insieme al fatto di non richiedere sospensioni o cerchi specifici, consente di utilizzarli anche per i veicoli che all’origine non prevedono sistemi antiforatura. Abbiamo provato questo sistema in occasione della presentazione del nuovo P Zero E a Barcellona, e dobbiamo dire che persino dopo una foratura il comfort resta buono, soprattutto se si tratta di una delle ruote posteriori. Queste gomme, secondo i test del costruttore, consentono di viaggiare per 40 km senza aria a velocità non superiori a 80 km/h (limite previsto dalla legge anche per i ruotini di scorta).
MATERIALI INNOVATIVI - Gli elementi di rinforzo nei fianchi non sono l’unico punto del nuovo Pirelli P Zero E per il quale sono stati introdotti materiali differenziati. Anche il battistrada abbina due mescole: una più morbida nella zona a contatto col suolo, una più rigida nella parte sottostante. Lo scopo in questo caso è migliorare la scorrevolezza e la rumorosità. Su quest’ultima conta anche il disegno del battistrada, studiato con ampio uso di simulazioni virtuali e realizzato con incavi dagli angoli smussati proprio per ridurre il rombo dovuto al rotolamento sull’asfalto. Questo nuovo pneumatico utilizza per tutte le misure almeno il 55% di componenti di origine biologica o derivati dal riciclo. Fra i principali citiamo la pula di riso, che è uno scarto delle produzioni alimentari: finora veniva gettato o utilizzato come combustibile per produrre energia, ma è molto più efficiente ricavarne della silice. Infatti, quest’ultimo materiale (essenziale per i moderni pneumatici, perché assicura scorrevolezza senza compromettere il grip sul bagnato), viene generalmente ricavato dalla sabbia, ma con un processo molto dispendioso dal punto di vista energetico. Altro esempio di materiale bio è la lignina, che si ricava da scarti della cellulosa delle cartiere e che può essere utilizzato nelle gomme al posto del nerofumo, un “ingrediente” che invece si ottiene dal petrolio. Fra i prodotti riciclati ci sono invece gli oli degli scarti dell’industria alimentare, da cui si riescono a ottenere dei polimeri utili per i pneumatici. Non ultimo, il recupero di materiali da vecchi pneumatici. Per sottolineare l’elevata percentuali di materiali bio e riciclati, certificata dall’ente esterno Bureau Veritas, la Pirelli ha introdotto un nuovo logo sul fianco del Pirelli P Zero E: un cerchio con all’interno due frecce curve che si inseguono fra loro.
ALLA PROVA DELLA PISTA - In occasione della presentazione del nuovo Pirelli P Zero E a Barcellona abbiamo avuto modo di provarlo anche sui circuiti del comprensorio di Idiada, molto utilizzato da case automobilistiche e costruttori di pneumatici per lo sviluppo dei loro prodotti. Sul bagnato ne abbiamo saggiato le caratteristiche a bordo di Volvo C40 e Mercedes EQB e EQE, tutte con gomme di 19 pollici. Al di là delle specificità di ciascuna vettura, è emerso un buon grip ma soprattutto un’elevata progressività di risposta nelle reazioni al limite: una caratteristica apprezzabile parlando di sicurezza, perché evita brutte sorprese al guidatore. Sull’asciutto, invece, emergono tutte le caratteristiche di un pneumatico ad alte prestazioni, come l’elevata tenuta di strada e la stabilità nei curvoni veloci. In questo caso, le auto del test (con ruote fino a 21”) erano le Audi Q8 e-tron, la Mercedes EQE e la Nio EL7. Il nuovo Pirelli P Zero E già acquistabile in 17 misure, a cui seguiranno ulteriori ampliamenti della gamma.