IN LABORATORIO - Tanti automobilisti, ancora oggi, pensano che tutte le gomme siano sostanzialmente uguali, “tonde e nere”, ma dietro alla costruzione di quell’unico elemento che ci tiene “incollati” alla strada c’è tantissima tecnologia e ricerca. Che si tratti di abbassare i consumi o di preservare l’autonomia di un’auto elettrica, piuttosto che garantire tanta sicurezza in più sul bagnato e le massime prestazioni tra i cordoli, le gomme sono ciò che permette all’auto - qualunque essa sia - di esprimere le sue migliori potenzialità. Ma quale processo si nasconde dietro all’arrivo sul mercato di un nuovo pneumatico? Ce lo ha raccontato la Pirelli, che in occasione dell’ultima tappa del WRC a Monza (di cui l’azienda italiana è fornitore unico) ha aperto le porte del suo quartier generale a Milano, quartiere Bicocca: un imponente edificio di otto piani (di cui quattro sotto terra) dove tra alta tecnologia e una componente ancora quasi artigianale si dà forma alle nuove coperture della “P allungata”.
NASCE IL PROTOTIPO - Il processo di sviluppo di un nuovo pneumatico parte, generalmente, dall’evoluzione di prodotti già esistenti: posti nuovi target da raggiungere, gli ingegneri si mettono al lavoro sui tre principali elementi del pneumatico: i polimeri che compongono la gomma, la carcassa (ovvero la sua struttura) e il battistrada. Una volta determinata la migliore combinazione di gomma, sia naturale che sintetica, e gli strati che compongono la carcassa - aspetti determinanti per l’aderenza sull’asciutto - sul pneumatico slick (ovvero completamente liscio) iniziano le simulazioni al computer per definire il disegno del battistrada più adatto agli obiettivi prestabiliti (ad esempio la riduzione dell’aquaplaning o la trazione sulla neve). Una tracciatrice laser disegna sulla gomma le scanalature definite nella fase di studio “digitale”, ma la scolpitura vera e propria degli pneumatici prototipo è affidata al lavoro manuale di pochi e selezionati uomini della Pirelli. Uno step “tradizionale” in un processo molto avanzato, fondamentale per snellire la successiva fase di test, permettendo di apportare rapide ed efficaci modifiche ogni qual volta i collaudatori o i risultati delle simulazioni sui banchi di test lo richiedano.
AL BANCO DI PROVA - E sono proprio i macchinari impiegati per mettere alla prova le nuove coperture che stupiscono: nei piani interrati del quartier generale della Pirelli trovano spazio decine di sofisticate apparecchiature dove si valutano strumentalmente le caratteristiche delle coperture. Dalla loro resistenza all’usura, passando per i test sulle temperature e il loro rumore (con un’apposita camera anecoica), gli ingegneri della Pirelli possono validare la gran parte delle caratteristiche della gomma ancora prima che questa sia effettivamente messa alla prova su strada. Il flusso di dati raccolti dai banchi di prova sulle coperture ha poi un ulteriore funzione: trasferire le caratteristiche del pneumatico in un sofisticato modello digitale che permette di valutare il comportamento della gomma al simulatore.
REALTÀ VIRTUALE - Simulare al computer tutte le caratteristiche di un pneumatico comporta numerosi vantaggi: nel caso per esempio dello sviluppo di una copertura in esclusiva per una casa automobilistica, i modelli digitali dell’auto e della gomma possono essere combinati restituendo al simulatore un’immagine molto precisa della dinamica di guida della vettura reale. Che si tratti di una gomma per utilizzo stradale o di una destinata alle corse, le procedure di test e sviluppo seguono simili (e meticolose) fasi e all’interno del laboratorio. Non è raro imbattersi in un pneumatico destinato alle auto da competizioni affiancato da una ben più comune gomma estiva o quattro stagioni.
A LEZIONE DI STORIA - Il mondo degli pneumatici è in continua evoluzione e ogni novità rappresenta un piccolo grande step evolutivo che sommato a tutti i precedenti comporta una vera e propria “rivoluzione” rispetto alle coperture di qualche decennio fa. Una lunga storia di avanzamento tecnologico che è possibile ripercorrere nelle sale dedicate all’Archivio Storico della Pirelli. Lì, la fondazione, nata nel 2008, si occupa di riunire e salvaguardare il patrimonio aziendale raccolto in quasi 150 anni di attività, riportando alla luce (anche grazie alla digitalizzazione dei contenuti) i documenti originali della produzione passata, così come i disegni e i manifesti delle famose campagne pubblicitarie della Pirelli.