DOPPIO DANNO - Chi vende (o acquista) pneumatici in nero fa due danni in un colpo solo. A carico del fisco, ovvio, ma anche dell’ambiente: le gomme destinate a essere sostituite, infatti, verranno smaltite illegalmente, invece di essere correttamente raccolte e riciclate a cura di Ecopneus, la società senza scopo di lucro per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento e il recupero dei pneumatici, costituita dai principali produttori di gomme operanti in Italia. A sottolineare il problema, già evidenziato in passato (vedi qui), è la stessa Ecopneus: chi compra in nero evade anche il contributo ambientale, sottraendo ai consorzi aderenti le risorse necessarie a lavorare al meglio.
IL SISTEMA FUNZIONA. MA... - Nel 2015, Ecopneus ha raccolto 241.000 tonnellate di pneumatici fuori uso (27 milioni di pezzi) presso 25.000 gommisti in Italia, superando dell’8% il target di legge: un recupero che ha portato benefici ambientali, perché ha evitato l’immissione nell’atmosfera di 363.000 tonnellate di CO2, un prelievo di materie prime di 355.000 tonnellate e un consumo di acqua di quasi 1,8 milioni di metri cubi. Per limitare i danni ambientali dovuti all’importazione illegale e alla vendita in nero di pneumatici, dal 2011 il consorzio ha raccolto un extra quantitativo di pneumatici fuori uso pari a 90.000 tonnellate, per un onere complessivo di 16 milioni di euro di costi supplementari. “La situazione nel 2016 rischia però di esplodere”, dicono i responsabili di Ecopneus, “perché mancano le risorse per far fronte alla raccolta degli extra-quantitativi non coperti da contributo ambientale”.
ATTENTI ALLA NUOVA LEGGE - Proprio un anno fa, una normativa ha esteso la cerchia delle persone che possono essere ritenute responsabili della gestione dei rifiuti: non più solo chi il rifiuto lo produce, ma anche coloro ai quali la produzione di un rifiuto sia “giuridicamente riferibile”. Oltre al gommista, insomma, anche l’automobilista. Per stare alla larga dai guai, quindi, meglio effettuare la sostituzione dei pneumatici presso un’officina debitamente autorizzata, facendosi annotare nel documento fiscale relativo all’acquisto dei pneumatici nuovi l’avvenuto pagamento del contributo ambientale. Per pneumatici comprati presso un centro commerciale o via internet, il contributo ambientale deve essere pagato all’atto dell’acquisto.
L’ASFALTO RICICLATO SI FA… STRADA - Intanto, aumenta l’impiego di asfalti modificati con aggiunta di gomma di riciclo: si è passati dai 105 km di fine 2011 ai 350 di fine 2015. In un settore che ha visto diminuire drasticamente interventi e risorse, gli asfalti modificati con gomma di riciclo viaggiano in controtendenza, con un incremento dei km realizzati pari al +1100% su base annua dal 2007 al 2015. Stando a Ecopneus, aggiungendo polverino di gomma riciclata nei bitumi per asfalti si ottiene infatti una pavimentazione stradale dalle caratteristiche migliori: dura tre volte di più e resiste meglio al formarsi di buche e fessurazioni.