IL BRENNERO E IL RESTO D’ITALIA - Ha fatto scalpore la notizia del superamento della soglia dei 2 euro per la benzina nei distributori dell’Autobrennero. La cosa è dovuta alla situazione locale particolare (in Austria il prezzo è molto basso e la cosa ha fatto calare fortemente le vendite nei distributori italiani, che intendono recuperare fatturato aumentando il prezzo). Ma a parte il caso particolare della zona vicina al confine austriaco, il prezzo dei carburanti è diventato un problema non piccolo in tutta Italia. Infatti la tendenza all’aumento è un dato che non ha bisogno di comunicati o elaborazioni economiche. La regolare frequentazione dei distributori è più che sufficiente a rendere edotti in materia, anche se le compagnie indicano prezzi diversi una dall’altra e sul territorio le diversità si moltiplicano e si accentuano. Comunque, a voler attenersi a dati univoci e omogenei le fonti non mancano. Le fornisce il ministero per lo Sviluppo economico.
TRE ANNI DI C RESCITA - Il prezzo della benzina in modalità “self” rilevato dal ministero l’11 giugno era di 1,648 euro al litro. 1,528 euro quello del gasolio. Per quanto riguarda la benzina, ciò significa un aumento dell’1,67% in più del prezzo medio del mese di maggio (1,621 euro) e un incremento del 5,07% rispetto al prezzo medio nazionale del mese di gennaio 2018 (1,568 euro al litro). A sua volta, il prezzo medio nazionale del mese di gennaio 2018 è il 4,98% superiore a quello del gennaio 2017; del 14,47% nei confronti del gennaio 2016. Nel 2015 i prezzi furono un po’ altalenanti. A gennaio il prezzo della benzina era di 1,472 euro al litro, mentre da maggio a luglio i prezzi andarono oltre 1,6 euro. Giugno 2015 in modo particolare è il primo mese che, andando indietro nel tempo, fa registrare un prezzo superiore a quello del maggio 2018 (1,622 contro 1,621 euro).
ANNI PEGGIORI - I dati citati non significano che il prezzo della benzina sia cresciuto continuamente. Il 2014, per esempio registrò prezzi medi mensili ben superiori a 1,7 euro per tutti i mesi dell’anno, con il picco a luglio, a 1,761 euro. E l’anno precedente le cose erano andate ancora peggio: nel mese di marzo del 2013 il prezzo medio sfiorò 1,8 euro al litro (1,796 per la precisione). Eppure quell’anno le cose erano un po’ migliorate quanto meno rispetto al 2012, quando furono cinque i mesi in cui il prezzo medio andò oltre 1,8 euro, con il prezzo più alto registrato a settembre, a 1,870 euro al litro. Il dato fu molto sofferto anche perché l’anno prima i prezzi furono sensibilmente inferiori (1,452 euro a gennaio e 1,652 a dicembre).
IL PESO DELLE TASSE - Ma la storia non consola, specialmente se le previsioni degli analisti economici parlano di probabili imminenti aumenti. Le ragioni sono sotto gli occhi di tutti: le tensioni geopolitiche che attraversano le aree mediorientali, con i conflitti in atto e le questioni aperte con l’Iran. Un quadro complessivo che preoccupa e tende a spingere verso l’alto il prezzo del greggio, da cui poi in tempi rapidissimi derivano gli aumenti dei prodotti petroliferi come la benzina e il gasolio. Tanto che il Codacons, associazione per la difesa dei consumatori, ha lanciato un allarme: la tendenza in atto costerà alle famiglie qualcosa come 400 euro all’anno per maggiori spese dovute all’aumento dei carburanti. Perché come è noto l’incremento del prezzo di benzina e gasolio oltre che pesare direttamente sugli automobilisti e sugli autotrasportatori, vanno a incidere su tutti i costi delle attività economiche, a partire da quelle di distribuzione dei prodotti. Da questa realtà molto importante derivano le richieste di riduzione delle accise che incidono sul prezzo dei carburanti. In proposito val la pena ricordare che in Italia il peso delle tasse è particolarmente grande: dell’1,648 euro del prezzo di un litro di benzina ben 0,728 euro sono di accise e 0,297 sono di Iva.