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Abbassamento del prezzo del petrolio: cosa c'è dietro?

13 marzo 2015

È in atto una vera e propria guerra commerciale, tra l'Arabia Saudita supportata dai paesi estrattori "tradizionali", e gli Usa.

Abbassamento del prezzo del petrolio: cosa c'è dietro?
CONSEGUENZE DIROMPENTI  - Il prezzo del petrolio è arrivato a livelli inimmaginabili sino a poco tempo fa. In questi giorni siamo intorno ai 48 dollari al barile e c’è chi ha previsto che entro poco tempo si scenderà ancora. Le conseguenze sono tante e vistose, ma anche di segno diverso. A esiti decisamente positivi se ne accompagnano altri di notevole gravità. Basti pensare da un lato ai vantaggi derivanti dal calo per i paesi importatori di prodotti energetici (per esempio l’India, non per nulla in forte crescita), e dall’altro alle difficoltà che stanno attraversando paesi come la Russia e il Venezuela, che da anni basano i loro equilibri economici appunto sulle entrate derivanti dal petrolio.
 
FINO A QUANDO? - Ma forse l’aspetto più rilevante della vicenda è la sua durata. Il mondo economico si sta infatti interrogando su quanto potrà durare tale situazione. L’argomento è al centro di un articolo del giornalista canadese e residente a Londra Gwynne Dyer, pubblicato in Italia dalla rivista Internazionale. L’articolo si pone l’interrogativo di quanto potrà durare la tendenza al calo del prezzo del petrolio, voluto dai paesi Arabi dell'Opec per mettere fuori gioco i concorrenti ai quali l'estrazione costa di più, come Usa, Norvegia e Regno Unito. Oltre a ciò delinea sommariamente il quadro dei protagonisti del mondo dei produttori, per sottolineare le diverse possibilità di reazione. 
 
NUOVE TECNICHE ESTRATTIVE - Uno dei primi fatti rilevati sono le gravi difficoltà finanziarie in cui sono le società statunitensi impegnate nella ricerca del petrolio con il sistema della fratturazione del sottosuolo (fracking), molto più costoso (60-70 dollari al barile la sola estrazione): si parla di un indebitamento di 160 miliardi di dollari. Molte aziende sono in difficoltà, ma secondo Dyer la real politik porterà sicuramente il governo di Washington a sostenere il settore, fondamentale per assicurare agli Usa la non dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento energetico-petrolifero. 
 
DISOMOGENEITÀ - Sul fronte dei paesi produttori con metodi tradizionali ci sono situazioni differenti. C’è, per esempio - il caso di grande rilievo politico - la Russia che sta vivendo una grave crisi economica, con l’indebolimento del rublo e pesanti difficoltà diffuse. Una situazione analoga si sta registrando in altri paesi, come il Venezuela, dove le conseguenze hanno già assunto toni molto pesanti. A fronte di queste realtà ce ne sono anche di segno molto diverso, come quello dell’Arabia Saudita, capofila dei paesi arabi produttori di petrolio. 
 
RICCHEZZA ASTRONOMICA - L’Arabia Saudita ha accumulato una liquidità mostruosa: qualcosa come 900 miliardi di dollari, a fronte di una popolazione limitata (meno di 30 milioni). Ciò significa che il paese saudita è in grado di sopportare ancora a lungo il deprezzamento del petrolio, e poi i pozzi sauditi riescono a fare utili comunque perché hanno bassi costi di estrazione. Ma non solo. Secondo Dyer proprio l’Arabia Saudita è l’origine del crollo del prezzo del petrolio. Ciò per ragioni strategiche. Il grande paese arabo starebbe cioè utilizzando la sua formidabile forza finanziaria per combattere quello che è lo spettro per i paesi tradizionali produttori di petrolio: l’attività estrattiva con il sistema fracking, che consente di ricavare petrolio in regioni mai state petrolifere.
 
PROSPETTIVE DI POTERE - La ragione di questa strategia è evidente: il pericolo temuto è che una volta svanita la dipendenza dai paesi petroliferi “tradizionali”, anche le capacità di imporre il prezzo dell’oro nero sarebbero svanite. Dunque, al momento la partita sarebbe tra Usa (in quanto estrattore di petrolio con il sistema fracking sul suolo americano) e gli altri paesi, principalmente quelli dell’Opec, che rappresentano circa il 30% della produzione mondiale. 
 
PREVISIONI - La vicenda quindi pone due interrogativi: il primo è fino a quando l’Arabia Saudita sarà in grado di attuare la politica dell’abbassamento del prezzo del petrolio? Il secondo è fino a quando il governo di Washington e l’economia americana sosterranno il comparto petrolifero nazionale? L’autore dell’articolo non risponde alla prima domanda, mentre - come detto - ritiene che per ragioni politiche il governo Usa sosterrà sempre il settore estrattivo nazionale che consente di non dipendere più dalla sempre più imprevedibile ed instabile regione medio orientale. Oltre a ciò Dyer non si sottrae dal fare una previsione, affermando che comunque vada a finire il braccio di ferro Usa-Arabia Saudita (Opec) il prezzo del petrolio tornerà a salire. Ma ciò avverrà lentamente, e “solo nel 2020 si tornerà a superare i 100 dollari al barile”.


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Ritratto di PongoII
13 marzo 2015 - 13:05
7
A parte l'allarmismo ambientalista sul dilagare del fracking, all'automobilista italiano credo che di quanto costi un barile di greggio importi poco, visto che il prezzo finale non cala in proporzione, situazione vecchia quanto irreale ma ormai mestamente sopportata. Torno a ribadire che altri Stati, tra cui la a me vicina Slovenia (non proprio un paradiso fiscale...) adottino una sorta di scala mobile tra costo del greggio, valutazione delle Euro e prezzo finale. Ma per noi è un sogno che va ben oltre il 2020...
Ritratto di lucios
13 marzo 2015 - 14:53
4
....tanto con la svalutazione dell'euro sul dollaro tutto il vantaggio è perso. Sto giochetto lo fanno da tempo ormai. Aggiungiamo la differenza di velocità quando scende e quando sale!
Ritratto di FRANCESCO31
13 marzo 2015 - 17:39
1 paese come l' Italia dovrebbe porsi l'obiettivo strategico dell'indipendenza energetica, finanziando un piano di ricerca scientifico-tecnologico x la costruzione di una macchina a idrogeno-ibrido- eletrico alimentato a energia nucleare...invece abbiamo sprecato 170 miliardi di € in 20 anni di incentivi fiscali x quegli inutili bussolotti del fotovoltaico e abbiamo spento il nucleare con il referendum ... bravi !
Ritratto di Franck Dì
13 marzo 2015 - 18:07
più scende il prezzo del barile, più il prezzo al litro benzina/diesel NON scende... perchè??? però in passato appena aumentava il prezzo del greggio subito aumentava il prezzo al distributore....
Ritratto di lucios
14 marzo 2015 - 22:34
4
...."legge del trave della domanda", nel senso che chi lo prende siamo sempre noi che acquistiamo, perché nessuno ci tutela e chi vende decide come vuole!
Ritratto di Strige
14 marzo 2015 - 23:14
Prima scrivi un commento sensato e dopo scrivi una cavolata. COme hai detto te, l'euro si sta svalutando, per la felicità dei paesi deboli, di conseguenza anche se il petrolio scende del 30% e il dollaro diventa più forte del 40% cosa vuoi che succeda??? il prezzo aumenta perchè il dollaro diventa sempre più forte. Pensa se ci fosse stata la lira....
Ritratto di lucios
16 marzo 2015 - 09:16
4
....interessamento alle c.d. cavolate che io direi! Prima di tuttto non ho parlato mai lira. Poi, credo di aver spiegato semplicemente che è da anni che si fa sto giochetto della diminuzione del prezzo del petrolio e del conseguente aumento del dollaro con conseguente stabilità/aumento dei prezzi finali dei carburanti. Di conseguenza, maggiori esportazioni (bisogna vedere, non è detto che accada sempre e se accade in che misura), ma anche aumento dell'inflazione per la spesa privata interna. Domanda: sei l'esperto che giorni fa mi ha corretto in italiano?
Ritratto di manuel1975
13 marzo 2015 - 22:46
Se la benzina non cala è colpa del governo che non governa e poi ha rinunciato al monopolio dei prezzi, negli anni 80 il prezzo era uguale in tutte le pompe d'italia. Comunque spero che arrivi a 30 dollari al barile anche se l'ideale sarebbe 10 dollari al barile come negli anni 80.
Ritratto di Strige
14 marzo 2015 - 23:25
Il motivo del prezzo alto è la svalutazione della monete euro, se fosse rimasta forte, avrebbe un costo minore di 20-30 cent. Le tasse sulla benzina, rispetto agli altri paesi sono stimati da 5-10 cent in più. Il problema dell'italia è la svalutazione dell'euro. Io in inghilterra ho 2000 sterline, che in euro sono 3500. Direi tantissimo, visto che siamo sui 1.4 euro per dollaro.
Ritratto di TurboCobra11
14 marzo 2015 - 10:11
L'Italia ha solo da guadagnarci, dal calo del petrolio visto che energeticamente siamo messi di pupu, forse è anche il modo per fermare le trivellazioni nel mediterraneo non più convenienti, che sarebbero avvenute con rischi enormi mal valutati e con royaltis che era di livelli come pagare la connessione internet al premier per poter twittare e poco più. Anche agli stati uniti tutto sommato gli sta bene, favorisce la ripresa, fa affondare nemici come Russia e Venezuela, anche se è vero che gli costa, e infatti cercano di appiopparci il loro petrolio per riuscire a venderlo. L'Italia ha solo da guadagnarci, il problema è che magari anche il governo potrebbe approfittarne per mettere qualche accisa in più che con il calo generalizzato "non si nota". Son curioso di vedere il primo aprile i prezzi di luce e gas come varieranno. Certo che se l'€uro rimaneva alto a quest'ora la benzina stava a 30cent in meno di ora, ma almeno così si esporta meglio. ...Saluti
Ritratto di Porsche
15 marzo 2015 - 21:57
Vorrei porre all'attenzione di tutti il fatto che il governo americano abbia sottolineato che i depositi per le riserve petrolifere negli USA, avranno spazio ancora fino a maggio giugno di quest'anno. In poche parole non si sa dove mettere le riserve che vengono acquistate a soldi veramente ridicoli, oggi. A questo punto non è impensabile pensare che dopo questa data il prezzo venga a calare ancora, ovviamente a domanda globale ferma, e produzione in ascesa. La guerra commerciale intrapresa dagli emirati non ha secondo me l'obiettivo esclusivo di fermare lo shale americano e la russia contemporaneamente, ma non dimentichiamoci le rinnovabili, sopratutto l'eolico. Io personalmente lo considero, ovviamente legale (meglio così che una guerra con le armi come abbiamo visto sin quì in questi ultimi decenni), ma lo considero come un colpo di coda. Gli emirati arabi hanno, come ricordato dalla news, immense risorse finanziarie per poter resistere, ma è solo l'ultima arma.....
Ritratto di pierluigite
16 marzo 2015 - 10:07
1
Tutti sappiamo come questa forte dipendenza dal petrolio deprima le economie europee e mi chiedo come mai non si riesca in alcun modo a liberarsi da questi fardelli. Da anni si parla di macchine ad idrogeno, all'olio di colza, elettriche (ridicolo che siano solo allo 0.4% del mercato). Ma non si fanno mai. Ovvio che ci sono molti speculatori e questo è il grave danno che attanaglia le nostre economie. Poi per quanto riguarda i prezzi, se scendono scendono di sciocchezze dopo tantissimo tempo, ma per aumentare vanno alla velocità della luce. Non sono solo le accise, l'Iva e i costi, ma anche i petrolieri che lucrano, eccome, tanto nessuno controlla. Basta vedere come sono aumentati i prezzi durante il passaggio lira/euro. Nessuno controllò. E così è anche adesso, nessuno controlla mai. Non ci sono mai state così tante riserve di petrolio come ora e il prezzo aumenta, non è strano ?
Ritratto di SaverioS
16 marzo 2015 - 11:57
Intanto chi specula su questa manna ( a noi automobilisti interessa che il costo del carburante sia il piu basso possibile ) e sempre e solo il governo!!! Che si permette di immettere nuove accise ( tipo quella pro-olimpiadi ) . Mentre gli altri paesi godono di questa guerra di prezzi approfittando per avanzare economicamente in Italia e come se il petrolio costasse 100 dollari al barile e quindi la differenza se la pippa tutta il nostro governo di ladri e malfattori.
Ritratto di SaverioS
16 marzo 2015 - 11:57
Intanto chi specula su questa manna ( a noi automobilisti interessa che il costo del carburante sia il piu basso possibile ) e sempre e solo il governo!!! Che si permette di immettere nuove accise ( tipo quella pro-olimpiadi ) . Mentre gli altri paesi godono di questa guerra di prezzi approfittando per avanzare economicamente in Italia e come se il petrolio costasse 100 dollari al barile e quindi la differenza se la pippa tutta il nostro governo di ladri e malfattori.
Ritratto di acterun
16 marzo 2015 - 12:30
Non me ne ero accorto, vedendo i prezzi dei carburanti sembrerebbe l'esatto contrario.
Ritratto di GlassMan
16 marzo 2015 - 18:24
Scusate tutti ma il commento valido lo ha fatto Porsche. Ha solo dimenticato di dire che il governo USA o Canadese non possono direttamente dare supporto alle aziende che producono con il Fracking per il solo motivo ( a parte la legge ) che le societa' operanti in quel settore sono piu' di 400 tra USA e Canada. Un'altra cosa errata che hanno detto altri e' che il costo di produzione sia tra i $ 60 e $ 70. Questo era vero quando si era iniziato, parecchi anni fa' ormai, con quella tecnologia. Oggi il costo netto di estrazione, per i giacimenti operanti, e' meno di $ 40 a Ton. Solo per i nuovi ( che non ce ne sono ora per la crisi dei prezzi ) il costo si aggira sui $ 60/70. Ormai il Fracking lo si pratica attivamente in piu' di 25 paesi. Questo non si puo' fermare. Alcuni potrebbero smettere ma non tutti e non sicuramente il Canada o gli USA. Chi ci sta rimettendo temporaneamente sono anche paesi come la Nigeria e l'Angola che hanno un OIL molto simile a quello Nord Americano e che vendevano molto oltre oceano prima dell'aumento della produzione. Politicamente credo ( e non sono un esperto in politica ) che l'Arabia ce l'abbia a morte con l'Iran che invece sta soffrendo molto questa politica commerciale. La Russia, credo, ci si sia solo trovata in mezzo a questa baraonda.
Ritratto di gilletvertigo
16 marzo 2015 - 19:17
adorabile la stampa di regime <3
Ritratto di poyel38
17 marzo 2015 - 20:10
Il costo del petrolio scende ma i prezzi dei carburanti dopo una breve pausa in discesa stanno risalendo da un mese a questa parte! Siamo ai livelli di un anno fa quando il petrolio costava 100 dollari al barile!Il tutto si commenta in un solo modo SPECULAZIONE. il governo in questo modo ruba altri soldi ai cittadini una sorta di tassa occulta. Tanto gli Italiani vanno in giro ugualmente!! Lo scorso fine settimana tra auto e moto c'era in giro un delirio di gente! Il governo lo sa benissimo e quindi agisce di conseguenza!
Ritratto di Italiasalva
4 maggio 2015 - 12:46
A mio avviso, come dice questo post, quello che regna sovrana è l'incertezza..... http://www.italiasalva.it/2015/03/quotazioni-petrolio-marzo-2015.html