PENDOLARI METÀ DEGLI ITALIANI - Sono circa 30 milioni le persone che ogni giorno si muovono per lavoro o studio, circa 2 in più rispetto a 20 anni fa e pari a circa la metà della popolazione. A decretarlo è l’ultimo rapporto Istat, “Spostamenti quotidiani e nuove forme di mobilità”, che indica in un terzo (il 35,5%) i cittadini in movimento per lavoro e in meno di un quinto (il 18,5%) quelli che lo fanno per raggiungere la scuola o l’università. Uno studio che “fotografa” i comportamenti registrati nel 2017, a volte confrontandoli con i valori rilevati nel passato, e fa approfondimenti sui cambiamenti in corso e sulle nuove forme di mobilità.
COME CI SI MUOVE - Gli spostamenti avvengono per il 17,4% a piedi e per il restante 81,6% con mezzi, dove a dominare è l’automobile utilizzata per il 47,3% delle persone come conducente e per il 16,2% come passeggero. Seguono tram e bus (7,8%), pullman e corriere (5,7%), treno (4,4%), bici (3,7%), metropolitana (3,6%), scooter e moto (3,5%), bus aziendali o scolastici (2%). Le percentuali cambiano sensibilmente tra occupati e studenti. Solo il 12% dei primi va al lavoro a piedi, mentre il 74,6% prende l’auto come guidatore (69,2%) o passeggero (5,4%). A grande distanza gli altri mezzi con il primo “fermo” al 5,4% (tram e bus). Da notare che i lavoratori preferiscono di più bici (4,2%) e moto (4,3%) a treno (3,6%) e metropolitana (3,5%). Gli studenti camminano di più (27,9%), ma la modalità principale rimane l’auto, soprattutto come passeggeri (37%, mentre solo il 5% guida). Di rilievo sono pure le percentuali di chi usa tram e bus (12,5%) e pullman e corriere (12,3%), ma anche treno (5,9) e scuolabus (5,1%). Pochi gli spostamenti su due ruote (2,7% in bici, 2% in moto). Da notare che la maggioranza (84,6%) delle persone prende solo un mezzo di trasporto, mentre la multimodalità è utilizzata soltanto dall’11,2% dei lavoratori e dal 34,4% degli studenti.
I TEMPI DI SPOSTAMENTO - Il rapporto Istat evidenzia che i tempi gli spostamenti di breve durata sono in calo dal 49,1 al 45,9% nell’ultimo decennio, pur rimanendo i prevalenti. In discesa sono pure i trasferimenti con durata superiore ai 30 minuti, passati da 17,1% registrato nel 2007 al 16,4% rilevato nel 2017. Viceversa, aumentano i viaggi con durata variabile (dall’11,7 al 14%) e quelli con tempi compresi tra 15 e 30 minuti, dove però Istat non fornisce le percentuali. A causare un incremento dei tempi è pure la maggiore lunghezza del tragitto con il 44,3% (contro il 41,6 del 2007) a recarsi in un ufficio o una scuola fuori dal Comune di residenza.
COME CAMBIA LA MOBILITÀ - Dal confronto tra i dati 2007 e 2017 non emergono radicali cambiamenti nelle scelte di spostamento. L’unica variazione registrata, per altro lieve, riguarda l’aumento delle forme a minore impatto ambientale e più salutari. In generale, cala l’uso dei mezzi privati dal 62,7% del 2007 al 61,6% del 2017) e aumenta di poco la modalità integrata di trasporto che combina mezzi pubblici e privati (da 4,2 a 4,8%). In crescita è pure la mobilità “attiva” (a piedi o in bici), passata dal 18 al 19,1%, merito soprattutto di chi ama camminare (dal 16,2% al 17,4%), mentre i ciclisti rimangono stabili (dall’1,8 all’1,7%). Dai dati del rapporto emerge anche che donne e studenti attuano scelte più sostenibili e che la mobilità “attiva” registra grandi differenze tra aree geografiche. La più virtuosa è la provincia di Bolzano (22,5% a piedi e 5,7% in bici, record nazionale) davanti a Puglia (25,6 e 0,5%) e Campania (25 e 0,6%), mentre a chiudere la classifica sono Friuli Venezia-Giulia (12,8 e 2%), Marche (11,1 e 1,6%) e Umbria (9,5 e 0,4%). Lazio (17,4 e 0,6%) e Lombardia (14,7 e 1,9%) sono sotto la media nazionale, mentre la Toscana è in media e la Liguria un po’ più virtuosa (20,3 e 0,6%).
LA MOBILITÀ ALTERNATIVA - Interessante è il focus sulla mobilità alternativa, ossia su car pooling e le proposte di sharing in auto, scooter o bici. A scegliere di dare o prendere un passaggio in auto almeno una volta alla settimana per andare al lavoro o a scuola è il 7,4% dei pendolari. Una formula attuata in prevalenza dai giovani e nelle regioni del Sud. In particolare tra gli under 24 le percentuali che optano per il car pooling risultano del 12,1% tra gli occupati e del 14,5% tra gli studenti patentati. Il record regionale è detenuto dalla Campania con l’11,4% di persone che almeno una volta nella settimana condivide i propri spostamenti quotidiani. I 47.700 veicoli in condivisione (83% di bici, il 16% di auto e 1% di scooter) presenti nei 357 servizi di sharing italiani (58% nel Nord Italia, 15% nel Centro e 26% nel Sud) sono stati scelti per spostarsi almeno una volta all’anno da oltre 1,2 milioni di cittadini. Di questi oltre 750mila hanno preferito l’auto e circa mezzo milione la bici, mentre manca il dato relativo allo scooter sharing. L’utenza del car sharing rappresenta solo l’1,5% della popolazione maggiorenne, ma è in forte crescita: +24,1% rispetto al 2015 e quasi 100.000 persone in più nell’ultimo anno. L’uso è più frequente tra i giovani (utenza del 3,5% tra i 18-34 anni), tra le persone più istruite (4,6% tra laureati e dottori di ricerca), tra gli studenti (4,4%) e gli impiegati e i quadri (3,7%). Scontato è il maggior utilizzo nei centri urbani più grandi e nel Nord della Penisola, dove i servizi sono più diffusi. I record di utenti per popolazione maggiorenne sono a Milano (7,5%) e Roma (5,6%). Più modesta la scelta del bike sharing (meno di 1% di utenti per popolazione maggiorenne), ma comunque in crescita del 30% rispetto al 2016. Anche in questo caso sono giovani e persone con titolo di studio alto sono i maggiori utilizzatori.