ALLA CAMERA - L’Ania, l’associazione delle assicurazioni, “va in pressing” sul governo Renzi: in vista della discussione del disegno legge concorrenza in parlamento, il suo presidente, Aldo Minucci, è stato ascoltato alla camera. Lungo l’elenco delle richieste, che si apriva con un’opinione favorevole all’abolizione delle cessione di credito al carrozziere indipendente. Durissimo l’attacco ai riparatori non convenzionati con le compagnie: i carrozzieri, “una volta divenuti titolari del credito, tendono ovviamente a realizzare e massimizzare un proprio guadagno sulla liquidazione del sinistro, con molteplici effetti economici negativi, quali l’acquisto del sinistro dal danneggiato a un prezzo al ribasso, il rialzo del costo del sinistro stesso e, infine, un possibile aggravamento del contenzioso con ulteriori spese”. Minucci s’è poi espresso a favore del risarcimento in forma specifica, che porta il danneggiato a rivolgersi al carrozziere convenzionato, tagliando fuori i riparatori indipendenti: “Il risarcimento in forma specifica contribuisce anche a contrastare attività fraudolente che possono essere realizzate utilizzando veicoli danneggiati e non riparati, in particolare le denunce di falsi incidenti”.
SE IL DANNO NON È PATRIMONIALE - Ancor più delicato il passaggio che riguarda gli incidenti con gravi lesioni fisiche. L’Ania è favorevole anche a questo aspetto del disegno legge concorrenza: “L’articolo 7 ha il duplice obiettivo di garantire certezza e uniformità valutativa al risarcimento del danno non patrimoniale, grazie a una definizione onnicomprensiva che eviti la proliferazione di diverse voci di danno, e permetta di contemperare l’equità dei risarcimenti con costi assicurativi sostenibili per la comunità”. Il problema, per l’Ania, è che le tabelle usate dai tribunali della Penisola per determinare quanto sia dovuto ai famigliari della persona defunta in un incidente “tendono a estendere oltre misura la platea dei legittimati e prevedono importi molto elevati che, nel caso degli stretti congiunti, arrivano nei valori massimi fino a 328.000 euro per ciascun parente”.