NIENTE PATENTE - La questione, legata alla sessualità, è di quelle tanto annose quanto spinose: non è un mistero che la Russia di Vladimir Putin non veda di buon occhio omosessualità e transessualità. Risale al 2013 la promulgazione di una legge che proibisce qualsiasi atto di “propaganda omosessuale” (questo il termine letteralmente utilizzato) in presenza di minori: discriminatoria secondo vari osservatori legati ai diritti dell'uomo, non per la maggioranza del popolo russo. Stavolta le categorie sotto tiro non cambiano, ma muta lo scenario: per chi è portatore di “disordini mentali” quali feticismo, esibizionismo e voyeurismo è preclusa la patente.
FUORILEGGE - La posizione del Governo russo è chiara: a causa del crescente numero di incidenti stradali sono stati intensificati i controlli medici, ed è stata stilata una lista delle patologie non compatibili con la guida. Cleptomania e vizio del gioco d'azzardo sono tra le nuove cause di impedimento, così come la condizione di omosessualità e transessualità, considerata anch'essa patologica. Coerentemente, a ben vedere, con la volontà popolare - e sufficiente a fare indignare più di un'associazione nazionale. L'Associazione degli Avvocati Russi per i Diritti Umani ha annunciato il ricorso alla Corte Costituzionale contro una normativa definita “discriminatoria”, mentre l'ente che riunisce i guidatori di professione esprime il plauso per la norma.